Lollobrigida: “la qualità è il valore aggiunto del marchio Italia”

Lollobrigida: “la qualità è il valore aggiunto del marchio Italia”

Il ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle Foreste ha chiuso i lavori del Forum sottolineando che “il modello di sviluppo odierno mette in crisi la qualità, che è il nostro punto di forza sul quale non siamo disponibili a fare compromessi”.

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19 aprile 2023

Il Forum Confcommercio a Villa Miani si è chiuso con il panel dedicato alla "Geopolitica dell’alimentazione". Moderato da Giuseppe De Filippi, vicedirettore del Tg5 vi hanno partecipato Tiziana Lamberti, executive director wealth management and protection di Intesa Sanpaolo, il cardinale Gianfranco Ravasi (per videomessaggio), Kelly McFarland, direttore dell’Institute for the Study of diplomacy della Georgetown University, e il professore di Politica agraria internazionale e comparata all’Università di Bologna, Andrea Segrè.

Nel suo intervento il vicepresidente vicario di Confcommercio, Lino Stoppani, ha individuato tre problemi principali da affrontare: "il primo è di carattere sociale: bisogna garantire una maggiore autonomia alimentare per un accesso al cibo più omogeneo. Il secondo è legato all’economia, con la diplomazia del cibo che definisce gli scambi tra i Paesi, i dazi e le altre procedure di export. L’ultimo è di tipo culturale: la geopolitica alimentare può essere un utile strumento di salvaguardia. Sostenere e tutelare il cibo possono rappresentare un’occasione per rafforzare il marchio, ma anche la reputazione di un Paese. Plaudo dunque alla decisione del ministro della Cultura Sangiuliano per far diventare il cibo italiano patrimonio dell'Unesco".

“Sul cibo, essenziale per il nostro modo di essere e di rappresentarci, ci sono da fare scelte necessarie e non rinviabili”. Così Francesco Lollobrigida, ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle Foreste, per il quale “finita l’epoca delle certezze, bisogna sviluppare alternative credibili sulla sicurezza alimentare. Oggi siamo di fronte a un bivio: da una parte dobbiamo scegliere se assicurare cibo per tutti a costo di fare compromessi sulla sua qualità, dall’altra quella che è già la nostra scelta, ovvero garantire cibo per tutti, ma di qualità”. Questo perché “il modello di sviluppo odierno mette in crisi proprio la qualità, che è il nostro punto di forza. E la qualità è il valore aggiunto del marchio Italia, perché racconta un processo che ne aumenta il valore”. Infine un cenno alla questione migratoria: per il ministro è necessario “contenere l’emigrazione dovuta al cibo intervenendo sullo sviluppo di economie che hanno grande potenzialità (Nord Africa, Etiopia, Kenya) immaginando una trasformazione compatibile con i nostri mercati”.

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