Spreco alimentare, “mettere al centro il valore del cibo”

Spreco alimentare, “mettere al centro il valore del cibo”

Confcommercio ribadisce il suo impegno in occasione della “Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare”. Stoppani:  “serve una forte azione di sensibilizzazione e informazione”.

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5 febbraio 2024

Tutti gli operatori che offrono il servizio di asporto di cibo o bevande dovranno fare ricorso a una percentuale di imballaggi riutilizzabili pari al 20% entro il 2030 e all'80% entro il 2040. Lo prescrivono le norme europee che fissano come obiettivo (come indicato nell'Agenda 2030 dell’Onu per lo sviluppo sostenibile) quello di moltiplicare le buone pratiche quotidiane a partire dalla prevenzione e riduzione dello spreco nelle case, nella filiera di produzione, distribuzione e commercio del cibo, nella ristorazione, nelle mense, nei comportamenti e nelle abitudini di acquisto, gestione e conservazione. Il tema è stato all’ordine del giorno in occasione dell'undicesima “Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare” del  5 febbraio.

“Abbiamo confermato il nostro supporto all’Osservatorio Internazionale su Cibo e Sostenibilità non solo con l’intento di favorire l’attività di conoscenza e analisi svolta, ma anche per approfondire il fenomeno dello spreco alimentare nei settori economici che Confcommercio rappresenta. Per questo – ha affermato nell’occasione il vicepresidente vicario di Confcommercio Lino Enrico Stoppani - abbiamo voluto che il progetto dell’Osservatorio comprendesse una sezione riservata al fenomeno dello spreco alimentare nel commercio e nella ristorazione per rilevare non solo la percezione e i suggerimenti dei consumatori, ma anche la sensibilità e l’attenzione da parte degli imprenditori. Quello che serve è una forte azione di sensibilizzazione e informazione che metta al centro il valore del cibo. E in questo ambito le imprese della distribuzione e della ristorazione possono svolgere un ruolo importante, grazie alla prossimità che caratterizza il rapporto con i consumatori, favorendo il dialogo non solo sul piano commerciale ma anche su quello dell’etica”.

"La cattiva gestione del cibo – ha affermato da parte sua il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto - è una grave questione etica, con profonde ricadute sull'ambiente e sui costi energetici della nostra società. Quando parliamo di lotta allo spreco siamo pienamente all'interno della sfida climatica: per vincerla, anche in questo campo dobbiamo puntare sulle migliori pratiche che vengono dalle più diverse realtà produttive e sociali del Paese, che già oggi mettono in evidenza modelli vincenti lungo tutta la filiera".

"Il governo – ha proseguito - continuerà a confrontarsi con le amministrazioni regionali e locali per una lotta allo spreco di cibo sempre più determinata. Già oggi l'Italia ha una legislazione avanzata su questo tema, che fornisce gli strumenti per limitare gli sprechi e donare cibo prossimo alla scadenza a chi ha più bisogno".

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