Icc: a novembre nuovo "stop" per i consumi

Icc: a novembre nuovo "stop" per i consumi

L'Indicatore dei Consumi Confcommercio indica un calo dello 0,1 per cento mensile e dello 0,2 per cento su base annua. Cali significativi per abbigliamento, auto e trasporti aerei.

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11 gennaio 2012

Con la terza variazione congiunturale consecutiva negativa (-0,1%), cui si associa anche una flessione dello 0,2%su base annua, a novembre si consolida la tendenza al ripiegamento dei consumi in atto ormai da alcuni mesi. E' quanto segnala l'Indicatore Consumi Confcommercio che evidenzia, inoltre, come questo andamento possa proseguire anche nei prossimi mesi, in linea con un clima di fiducia delle famiglie che, in termini destagionalizzati, ha toccato a dicembre il minimo dal 1996. Il peggioramento registrato sul versante degli indici di produzione - rileva l'ICC - ha cominciato a produrre i primi effetti sul mercato del lavoro, dopo che già nel terzo trimestre si era registrata una riduzione del monte ore lavorate per dipendente; a novembre, infatti, gli occupati, rilevati dall'indagine continuativa sulle forze di lavoro, hanno mostrato una diminuzione di 28 mila unità rispetto ad ottobre e di ben 204 mila rispetto all'analogo mese del 2010, con un deciso aumento di coloro che sono in cerca di occupazione. Il fenomeno sembra interessare, come avviene spesso nelle fasi iniziali di una recessione, le fasce più deboli del mercato: donne e giovani. La dinamica tendenziale dell'ICC di novembre riflette un aumento della domanda relativa ai servizi (+2,4%) ed una diminuzione della spesa per i beni (-1,1%). Il quadro d'insieme evidenzia andamenti articolati per le diverse macrofunzioni che compongono l'ICC. In particolare, è proseguita la fase di accentuato ridimensionamento della domanda per i beni e servizi per la mobilità (-7,9%), al cui interno oltre alle ormai strutturali difficoltà degli acquisti relativi ad autovetture e motocicli si è notata anche un'attenuazione della domanda per i trasporti aerei. In decisa contrazione risulta la domanda di abbigliamento e calzature (-4,6%), segmento che vive ormai da tempo una fase di accentuata difficoltà che coinvolge tutti i prodotti e interessa in misura diffusa tutti i canali di vendita. Andamenti negativi si sono registrati, anche a novembre, per i beni e servizi per la casa (-2,5%) e per l'alimentare, le bevande ed i tabacchi (-2,2%). Per contro, dinamiche positive si continuano a registrare per i beni e servizi per le comunicazioni che hanno mostrato, anche a novembre, un tasso d'incremento particolarmente sostenuto (+7,6% rispetto allo stesso mese del 2010). Tale evoluzione continua ad essere determinata quasi esclusivamente dalla componente relativa ai beni per l'ICT domestico.
Dopo un bimestre pesantemente negativo, a novembre si è registrato un moderato recupero delle spese per i beni e servizi ricreativi (+1,0%) evoluzione legata alla sensibile crescita della spesa per giochi, lotterie e scommesse. I dati destagionalizzati e corretti per i valori erratici mostrano a novembre una diminuzione dell'ICC dello 0,1%. Il dato, che rappresenta la terza variazione congiunturale consecutiva negativa, ha determinato, in termini di media mobile a tre mesi, un ulteriore e significativo arretramento. In particolare, nel mese di novembre si registra una crescita della domanda per i servizi (+0,8%) ed una flessione dello 0,4% per i beni.
Tra i diversi aggregati variazioni congiunturali positive si sono registrate solo per i beni e servizi ricreativi, in recupero dopo un trimestre di riduzione, e per gli alberghi, pasti e consumazioni fuori casa, dato che ha solo parzialmente attenuato la situazione di difficoltà del segmento. Tra gli altri comparti permane un quadro pesantemente negativo per la domanda di beni e servizi per la mobilità (-1,2%) e per gli alimentari e bevande. Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo, per il mese di gennaio 2012 si stima una variazione congiunturale dello 0,3% dell'indice dei prezzi al consumo. Il dato porterebbe ad un contenuto ridimensionamento del tasso tendenziale, atteso scendere dal 3,3% di dicembre al 3,2% del primo mese del 2012.

 

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