Icc: consumi in lieve crescita ma resta forte l'incertezza

Icc: consumi in lieve crescita ma resta forte l'incertezza

L'indicatore dei Consumi Confcommercio segnala a luglio 2011 un aumento dello 0,4 per cento su base annua e dello 0,5 per cento su base mensile. "Un andamento soggetto a forte e crescente incertezza".

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6 settembre 2011

L'indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) segnala a luglio 2011 un aumento dello 0,4% su base annua e una lieve accelerazione su base mensile con una variazione dello 0,5% rispetto a giugno. Un dato che non consente ancora di raggiungere i valori registrati alla fine del 2007 né, in termini pro capite, quelli del 2000. Insomma, per poter vedere realizzata la previsione di un consuntivo 2011 a +0,8%, nella metrica dei consumi aggregati secondo la contabilità Istat, è necessario che la migliore intonazione dei consumi osservata nel periodo marzo-luglio 2011 venga confermata anche nei prossimi mesi. Ma questo trend è oggi soggetto a forte e crescente incertezza. Inoltre, i dati qui presentati, come quasi tutto il set informativo congiunturale disponibile, si riferiscono al mese di luglio e non incorporano gli effetti sul sistema, e sui comportamenti dei diversi soggetti che operano al suo interno, derivanti dall'acuirsi delle difficoltà sul versante della finanza pubblica e delle turbolenze finanziarie registrate dalla fine di luglio in poi. Queste difficoltà rischiano di compromettere i tentativi attuati da parte delle famiglie e delle imprese di uscire dalla crisi, tentativi che avevano prodotto risultati positivi, sia pure non particolarmente brillanti, nei primi sei mesi del 2011. Parte delle incertezze e dei possibili effetti di contenimento sulla ripresa si leggono nel peggioramento registrato ad agosto dal clima di fiducia delle famiglie che ha toccato i minimi da marzo del 2009. Anche sul versante delle imprese si registra una situazione in chiaroscuro. Il clima di fiducia degli operatori si colloca su livelli decisamente inferiori a quelli registrati ad inizio anno ed in molti settori si segnalano peggioramenti nelle attese sull'andamento economico generale. In questo contesto, qualche elemento favorevole proviene dal mercato del lavoro che da alcuni mesi segnala un lento e graduale progresso a cui si associa un ridimensionamento delle ore autorizzate di CIG. Sia pure in misura molto contenuta, il sistema produttivo sembra provare a riassorbire la forza lavoro espulsa nella fase più critica della recessione, con qualche effetto sul tasso di disoccupazione, tendenza che comincia ad interessare anche la componente giovanile. La dinamica tendenziale dell'ICC di luglio riflette un aumento della domanda relativa ai servizi (+1,9%) ed un ridimensionamento della spesa per i beni (-0,2%). Tra le diverse voci che compongono l'aggregato risulta particolarmente negativo, nel confronto con luglio del 2010, l'andamento dei consumi per i beni e servizi per la mobilità (-9,0%) e per gli alimentari, bevande e tabacchi (-3,4%). Per contro, emergono tanto la significativa crescita della domanda per i beni ed i servizi per le comunicazioni (+12,1%) quanto il positivo andamento dei consumi di abbigliamento e calzature (+2,8%). Per questi ultimi l'incremento, rispetto allo stesso mese dello scorso anno, è stato favorito, oltre che dalla decisa riduzione dei prezzi, dall'anticipo di alcuni giorni dei saldi estivi e non ha modificato una situazione che, nel complesso dei primi sette mesi del 2011, evidenzia una sostanziale stazionarietà dei consumi che permangono su valori contenuti. La tenuta della spesa reale per abbigliamento e calzature è stata sostenuta dalla riduzione dei margini delle aziende lungo tutta la filiera produttiva. Permane lo stato di grave difficoltà sul versante della domanda di autovetture e motocicli da parte delle famiglie (persone fisiche), sintomo di problematiche strutturali nel mercato che prescindono dalla concessione o meno degli incentivi. Situazioni di diffusa criticità investono anche i consumi alimentari.

 

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