Il prezzo del pane è fermo, ma non per molto

Il prezzo del pane è fermo, ma non per molto

Secondo Assipan-Confcommercio, il forte aumento del costo delle farine non potrà che scaricarsi prima o poi sul prezzo finale. "Non si può pensare che la categoria continui a farsi carico da sola dell'aumento dei costi di produzione".

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30 luglio 2007

Il prezzo del pane è fermo, ma non per molto

 

Nessun aumento dei prezzi del pane, ma la cosa non può durare: questa la conclusione emersa nella riunione del Comitato di Presidenza dell’Associazione Italiana Panificatori, Assipan-Confcommercio.

“In presenza di aumenti delle materie prime che nell’arco di un anno vanno sempre più verso il raddoppio â€"dichiara il presidente dell’Assoziazione, Antonio Sclavi - non si può pensare che la categoria continui a farsi carico da sola dell’aumento dei costi di produzioneâ€�. Sono numerose, infatti, le segnalazioni dalle sedi territoriali di aggiornamenti in corso dei dati di panificazione dai quali scaturiranno i nuovi prezzi al consumo. Ogni panificio rielaborerà il proprio dato di panificazione per una corretta analisi dei costi, in base alla propria tipologia aziendale, e conseguentemente fisserà i nuovi prezzi in piena autonomia.

“Sappiamo bene â€" ha dichiarato  a sua volta Claudio Conti, presidente dei panificatori romani e vicepresidente nazionale â€" che il costo delle farine non è quello che incide maggiormente sul prezzo finale. Per questo abbiamo retto da soli l’onere degli aumenti finora registrati. Il nostro però è un Paese dove in molte zone, specie nel Centro-Sud, si cede ancora dell’ottimo pane artigiano a rivendite e supermercati a 80 centesimi al chilo e, in molti casi, con l’aggravio aggiuntivo per il panificatore della resa dell’invendutoâ€�. Su questi valori anche il solo aumento del costo delle farine, specie se consistente, è inevitabile che abbia ripercussioni sui prezzi al consumo.

 

 

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