Appello al sindaco dalla Comfcommercio provinciale: "il commercio rischia il tracollo, con il passaggio dall'Ici all'Imu gli aumenti rischiano addirittura di raddoppiare l'importo in bolletta".

''Il Comune di Trieste applichi l'aliquota minima alla nuova Imu che graverà sulle imprese, altrimenti il settore del commercio, e non solo, rischia il tracollo''. E' la richiesta fatta da Antonio Paoletti,
presidente di Confcommercio Trieste, al sindaco Cosolini, nel corso di un incontro con la stampa.
Stando ai calcoli di Confcommercio, gli aumenti derivanti dall'applicazione dell'Imu al posto della
vecchia Ici, a seconda dell'aliquota applicata, rischiano addirittura di raddoppiare l'importo in bolletta. Il titolare di un bar di 65 metri quadrati, che l'anno scorso spendeva 380 euro, pagherà dai 288 ai 552 euro in più a seconda dell'applicazione, rispettivamente dell'aliquota minima o massima. Analogamente un negozio di 180 metri quadrati, che pagava 1922 euro di Ici, spenderà da 828 a 1587 euro in più a sedconda della decisione sull'aliquota da fissare da parte del Comune. ''Importi che rischiano quasi di raddoppiare - ha spiegato il vicepresidente Manlio Romanelli - ma se parliamo di alberghi medi con 45-50 camere che pagavano cifre vicine ai 10mila euro, per i titolari il raddoppio dell'importo significherebbe un vero e proprio salasso''. Confcommercio ricorda, inoltre, come i pagamenti dell'anticipo e della rata finale dell'Imu siano stati fissati con scadenze ''infauste'', visto che coincidono con i mesi di giugno e dicembre, quando gli imprenditori debbono pagare la tredicesima e la quattordicesima mensilità ai dipendenti. Inoltre, per quanto riguarda i cittadini, la scadenza di dicembre rischia di penalizzare ulteriormente il comparto perché pesa sulle tasche dei clienti proprio quando scatta il periodo degli acquisti natalizi.