In calo la fiducia del commercio

In calo la fiducia del commercio

L'indice di fiducia al netto dei fattori stagionali è sceso a 105,9 punti contro i 108,1 di maggio. Secondo l'Isae "sono nel complesso meno favorevoli le valutazioni riguardo all'evoluzione corrente e futura delle vendite".

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27 luglio 2006

In calo la fiducia dei commercianti

 

Secondo l’Isae, a giugno scende la fiducia dei commercianti. L'indice al netto dei fattori stagionali è sceso a 105,9 punti contro i 108,1 di maggio. Secondo l'Isae “sono nel complesso meno favorevoli le valutazioni riguardo all’evoluzione corrente e futura delle vendite�. In nuovo accumulo sono giudicate inoltre le scorte di magazzino. Tra le serie che non entrano nella definizione di fiducia, emerge inoltre minor ottimismo dal lato delle aspettative sul livello dell'occupazione, mentre e' atteso in moderata crescita il volume degli ordini. Relativamente alla dinamica inflazionistica, è giudicata in ripresa quella corrente, ma le attese per i prossimi tre mesi indicano un lieve rallentamento di quella futura. Guardando alla disaggregazione tra piccola e grande distribuzione, emerge che il deterioramento dell'indicatore e' ascrivibile allo sfavorevole andamento della fiducia delle imprese della sola distribuzione tradizionale. L’indicatore destagionalizzato passa infatti da 109,6 a 105,4 con riferimento a quest’ultima, confermandosi al contrario sui livelli dello scorso mese nella distribuzione “moderna� (106,3, era 106 in maggio). Anche questo mese le opinoni emerse non appaiono omogenee se analizzate per tipologie distributive. Il saldo destagionalizzato relativo ai giudizi sull’andamento corrente degli affari migliora fortemente nella grande distribuzione (35, da 28 in maggio), peggiorando, al contrario, in quella tradizionale (-11 da -9). Le scorte, coerentemente col dato emerso sull'andamento corrente delle vendite, aumentano di volume nella distribuzione tradizionale (il saldo destagionalizzato della variabile passa infatti da 1 a 6), mantenendosi tuttavia stabili in quella “moderna� (2). Segnali contrastanti provengono, infine, anche dal lato dei prezzi dei fornitori: il saldo destagionalizzato della variabile sale infatti da 23 a 25 nella grande distribuzione, mantenendosi stabile, al contrario, in quella tradizionale (31). In giugno, le aspettative a breve termine degli operatori commerciali peggiorano per quel che riguarda l'andamento futuro delle vendite, ma evidenziano un'evoluzione nel complesso favorevole con riferimento invece al volume atteso degli ordini. Il saldo destagionalizzato della prima variabile si ridimensiona infatti da 12 a 9, mentre quello della seconda aumenta da 4 (maggio) a 6. Nel complesso inoltre peggiorano le attese degli operatori relativamente alla dinamica occupazionale con il saldo destagionalizzato della variabile che evidenzia infatti un nuovo ridimensionamento, passando da 18 a 16. Quanto ai prezzi di vendita, per concludere, le imprese si attendono un lieve rallentamento della dinamica inflazionistica con il saldo grezzo della variabile che infatti scivola da 6 a 5, tornando al valore dello scorso marzo. Disaggregando i dati per tipologia distributiva, il peggioramento delle aspettative relative al volume futuro delle vendite, pur diffuso ad entrambe le tipologie di vendita, appare particolarmente marcato con riferimento alla grande distribuzione. Il saldo destagionalizzato della variabile diminuisce, infatti, da 46 a 40, nella distribuzione ''moderna'', ma da -9 a -12 in quella tradizionale. Per quel che riguarda il volume futuro sia degli ordini che dell'occupazione, i saldi destagionalizzati aumentano nella grande distribuzione (43 da 42, il primo, e 43 da 40, il secondo), mostrando al contrario segni di peggioramento in quella tradizionale (-23 da -16 e -4 da 0, rispettivamente). Disomogenee appaiono, per concludere, anche le intenzioni degli operatori per quel che riguarda i prezzi di vendita. Il saldo grezzo della variabile diminuisce, per il quarto mese consecutivo, nella distribuzione tradizionale (3 era 5 in maggio), confermandosi al contrario in crescita, seppur lieve, in quella “moderna�.

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