Indicatore Consumi Confcommercio: esaurita la fase di recupero delle famiglie

Indicatore Consumi Confcommercio: esaurita la fase di recupero delle famiglie

A settembre negativi quasi tutti i segmenti di spesa

A settembre 2011, nonostante l’aumento dell’1,1% in termini tendenziali, l’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) registra rispetto ad agosto una contrazione dello 0,1% (tab. 3), evidenziando il probabile esaurimento della fase di recupero dei consumi delle famiglie che aveva raggiunto il picco nei mesi estivi del 2011. Pertanto, anche alla luce del generale peggioramento di tutti i principali indicatori economici quantitativi e qualitativi, la buona tenuta dei consumi delle famiglie appare destinata a modificarsi in senso peggiorativo, visto che i consumi reagiscono con inerzia agli impulsi che si generano tanto sul versante occupazionale quanto su quello del sentiment.

Stando alle stime di Confindustria la produzione industriale, dopo la forte crescita di agosto, dovrebbe aver registrato a settembre un ridimensionamento associato ad una contrazione degli ordini. Questi dati sono in linea con l’ulteriore deterioramento del clima di fiducia delle imprese nel mese registrato ad ottobre.

Elementi di difficoltà sembrano emergere anche sul versante del mercato del lavoro. Dopo alcuni mesi caratterizzati dal graduale recupero dei livelli occupazionali e dal ridimensionamento del tasso di disoccupazione, a settembre si è registrato un peggioramento. Rispetto ad agosto, gli occupati sono diminuiti di 86 mila unita a fronte di un aumento di 76 mila unità dei disoccupati. Queste dinamiche hanno portato il tasso di disoccupazione all’8,3% (8,0% ad agosto) con un deciso peggioramento per la componente giovanile: il tasso di disoccupazione per i giovani tra i 15 ed i 24 anni è salito dal 28% di agosto al 29,3% di settembre.

Le difficoltà al momento sembrano interessare principalmente quei segmenti della forza lavoro che si affacciano per la prima volta sul mercato mentre chi è già inserito nel processo produttivo ne risente in misura più contenuta, come segnala l’ulteriore riduzione a settembre delle ore autorizzate di CIG, in tutte le sue componenti. Va comunque sottolineato come le ore complessivamente autorizzate tra gennaio e settembre 2011 siano ancora superiori a quelle dell’analogo periodo del 2009.

La dinamica tendenziale dell’ICC di settembre (tab. 2) riflette un aumento sia della domanda relativa ai servizi (+2,7%) sia della spesa per i beni (+0,5%).

In un contesto che ha mostrato, in termini tendenziali, una diminuzione per quasi tutti i segmenti di spesa, un’evoluzione particolarmente favorevole continua ad interessare il comparto relativo ai beni e servizi per le comunicazioni (+11,7% rispetto a settembre del 2010). Tale andamento è determinato quasi esclusivamente dalla componente relativa ai beni per l’ICT domestico, la cui domanda è favorita, oltre che dall’introduzione di nuovi prodotti, dalla sostenuta tendenza alla riduzione dei prezzi.

In significativo ridimensionamento è risultato l’andamento dei volumi acquistati dalle famiglie per i prodotti di abbigliamento e le calzature (-3,9%), beni per i quali, sulla base delle correzioni introdotte dal lato dei prezzi per attenuare le distorsioni derivanti dalla diversa modalità di rilevazione rispetto al 2010, il 2011 si profila come un anno particolarmente negativo.

Relativamente alla mobilità, dopo il miglioramento registrato ad agosto, a settembre è ripresa la fase di contrazione della domanda. Sul dato ha influito l’andamento negativo degli acquisti di autovetture e motocicli da parte dei privati confermando i timori espressi il mese precedente sulla effettiva ripresa di questo importante segmento dei consumi.

La domanda per beni e servizi ricreativi ha mostrato a settembre, dopo sette mesi di progressiva crescita, una diminuzione in termini tendenziali dell’1,3%. Sul dato ha pesato la netta diminuzione della domanda di beni considerati nell’aggregato, attenuata solo in parte dal permanere di una dinamica particolarmente sostenuta della spesa per i giochi e le lotterie.

Situazioni di diffusa criticità continuano ad interessare anche i consumi alimentari.

LE DINAMICHE CONGIUNTURALI

I dati destagionalizzati e corretti per i valori erratici mostrano a settembre una diminuzione dell’ICC dello 0,1%, evidenziando una tendenza al progressivo indebolimento della domanda (tab. 3). Questa tendenza, se confermata nei prossimi mesi, potrebbe ad individuare nei mesi estivi del 2011 il picco della fase di recupero dei consumi delle famiglie. Tale evoluzione non ha comunque permesso di tornare sui livelli raggiunti nei mesi finali del 2007 (fig. 2).

In particolare, nel mese di settembre si registra una diminuzione della domanda per i beni (-0,3%) e un miglioramento dei consumi di servizi.

Tra i diversi aggregati si segnala l’ulteriore regresso, in termini congiunturali, della domanda per i beni e servizi per la mobilità, elemento che porta a ritenere come il dato di agosto abbia rappresentato un episodio e non un’inversione della tendenza al contenimento della domanda che ormai da tempo caratterizza questo segmento.

Sulla base delle stime provvisorie, la diminuzione più significativa, in termini congiunturali, ha interessato i beni ed i servizi ricreativi.

LE TENDENZE A BREVE TERMINE DEI PREZZI AL CONSUMO

Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo, per il mese di novembre si stima una variazione congiunturale dello 0,1% dell’indice dei prezzi al consumo, dato che porterebbe ad una stabilizzazione del tasso d’inflazione tendenziale sul valore del 3,4% raggiunto in ottobre. Gli aumenti dei prezzi registrati ad ottobre, derivanti anche dall’esplicarsi degli effetti derivanti dall’aumento dell’IVA, hanno determinato una contenuta revisione della stima per il 2011 dal 2,7% al 2,8%.

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