Inflazione in netto calo a giugno

Inflazione in netto calo a giugno

Stime definitiva Istat: aumento del 6,4% rispetto al mese precedente (era +7,6% a maggio) e variazione nulla su base mensile. Continua la discesa dei prezzi dei beni energetici. Confcommercio: “un dato migliore delle attese".

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18 luglio 2023

Prosegue e accelera a giugno il calo dell’inflazione, con l’Istat (link ai dati completi in pdf) che nelle stimedefinitive indica una variazione nulla su base mensile e un aumento del 6,4% su base annua rispetto al +7,6% del mese precedente. La “frenata” continua a essere frutto soprattutto del rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (da +20,3% a +8,4%) e, in misura minore, degli alimentari lavorati (da +13,2% a +11,5%) e dei servizi relativi ai trasporti (da +5,6% a +4,7%). Direzione diversa per i prezzi degli alimentari non lavorati (da +8,8% a +9,4%).

Indice dei prezzi al consumo NIC, gennaio 2017–giugno 2023, variazioni percentuali congiunturali e tendenziali. Fonte: Istat

Su base annua scendono i prezzi dei beni (da +9,3% a +7,5%) e, in misura minore, quella dei servizi (da +4,6% a +4,5%), portando il differenziale inflazionistico tra i due comparti a -3 punti percentuali in confronto al -4,7% di maggio. La stabilità dell'indice sul piano congiunturale deriva da dinamiche opposte di diverse componenti: da una parte la crescita dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (+1,2%) e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,1%) e degli alimentari non lavorati (+0,8%), dall’altra, la diminuzione dei prezzi degli energetici sia non regolamentati (-4,5%) che regolamentati (-0,6%).

La "inflazione di fondo", al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rallenta ulteriormente (da +6% a +5,6%), così come quella al netto dei soli beni energetici (da +6,2%, registrato a maggio, a +5,8%). 

Confcommercio: “un dato migliore delle attese”

"Decisamente migliore delle attese, la stima preliminare della variazione dei prezzi al consumo di giugno costituisce un’ottima notizia, a conferma dell’assenza di patologie sistemiche nell’ingranaggio economico di produzione-distribuzione. In particolar modo, l’arretramento della componente di fondo, nella metrica dell’indice armonizzato, al 6% tendenziale rispetto al 6,4% di maggio, è un segnale importante che, se confermato in termini di eurozona, potrebbe costituire un ostacolo rilevante al processo di ulteriore inasprimento della politica monetaria. Se numericamente la riduzione dell’inflazione è ascrivibile soprattutto al comparto dell’energia, è opportuno rilevare che la compressione delle variazioni tendenziali è diffusa a tutti i beni e i servizi di consumo, salvo gli alimentari non lavorati che potrebbero avere marginalmente risentito delle restrizioni di offerta conseguenti ai recenti fenomeni alluvionali. Per l’Italia, diventa complessivamente più credibile la prospettiva di un’inflazione media per l’anno in corso prossima o inferiore al 6%, con tassi mensili vicini al target della banca centrale già alla fine dell’autunno": questo il commento dell’Ufficio Studi Confcommercio.

 

Fipe: “i prezzi rallentano anche nella ristorazione”

Anche nella ristorazione prosegue il rientro della fiammata inflazionistica: dal +6,5% di maggio si è infatti scesi al +6,3% a giugno, grazie in particolare al raffreddamento dei prezzi dell'energia e degli alimentari. È quanto risulta da un’elaborazione del Centro Studi di Fipe-Confcommercio su dati Istat. Nel dettaglio, l'aumento dei prezzi nel canale bar è stato dello 0,3% su base congiunturale e del 4,8% tendenziale, con incrementi sopra la media per i prodotti di pasticceria e gelateria (+6,2%) e gli snack (+5,4%). Per quanto riguarda i ristoranti, in quelli tradizionali e nelle pizzerie a gli aumenti sono stati rispettivamente dello 0,3% e dello 0,1% mensile e del +5,5% e +6,5% annuo. Da segnalare l'aumento tendenziale dei prezzi nel delivery (+11,3%).

Nella ristorazione collettiva, infine, l'aumento annuo dei prezzi per la quota a carico delle famiglie è stato dello 0,5%. Variazione negativa, invece, per le mense scolastiche (-0,3%) che hanno così frenato la crescita dei prezzi relativa all'intero comparto.

 

Altre notizie e approfondimenti sono disponibili nel nostro focus dedicato ai dati Istat. Trovi la pagina a questo link: Focus Istat di Confcommercio.

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