Intervista di Sangalli su La Stampa: "Milano pronta a sopportare la quarantena"

Intervista di Sangalli su La Stampa: "Milano pronta a sopportare la quarantena"

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24 febbraio 2020

Nel weekend più duro della storia recente della capitale economica Carlo Sangalli, 82 anni, presidente di Confcommercio nazionale e della Camera di Commercio di Milano, non abbandona la città. «La fuga dalle proprie responsabilità non è nel Dna degli uomini e delle donne milanesi - sancisce -. Soprattutto in una situazione di emergenza come quella che viviamo». Presidente, cosa comportano i contagi nella parte motore del Paese? «Si tratta di un'eventualità prevedibile, ma ciò non toglie che preoccupi. Abbiamo però fiducia nel nostro sistema sanitario. È evidente che le ripercussioni economiche possono aggravare una situazione già difficile, ma non dimentichiamo di avere forti anticorpi». Cosa dicono gli imprenditori in questi giorni? «Nessuno ricorda un'emergenza di questo genere e di simili dimensioni per cui è molto difficile pianificare il futuro. In prima linea ci sono le imprese interessate dalla quarantena. La crisi si fa sentire più pesantemente nei settori legati a turismo, accoglienza, ristorazione e trasporti». L'incertezza è la preoccupazione principale? «Sì, assieme al perdurare dell' emergenza. Dal piccolo esercizio che chiude per quarantena alla grande catena alberghiera che registra un crollo delle presenze il problema centrale è la lunghezza della crisi». Le aziende quali provvedimenti stanno prendendo per i dipendenti? «In primo luogo vanno rispettate tassativamente le disposizioni che in queste ore stanno dando le autorità sanitarie e le istituzioni dei territori coinvolti. Per alcuni settori il telelavoro pub essere una soluzione percorribile». Secondo lei quanto peserà il coronavirus sui bilanci? «I danni erano già rilevanti poco prima della diffusione dell'epidemia. Per esempio, negli alberghi milanesi in quei giorni si è registrato un calo dell'occupazione fra il 15 e il 10 per cento, con una diminuzione del fatturato stimabile nel 15 per cento solo per il rallentamento della clientela fieristica. Dopo il 28 gennaio, su un campione di 1.500 camere, le prenotazioni di ospiti cinesi sono scese dell'80 per cento. Flessioni destinate a aumentare». Il primo trimestre del 2020 è compromesso? «L'incertezza non aiuta, ma dipende dal prolungarsi della crisi. È fondamentale non cedere al panico e adottare i comportamenti ormai chiari a tutti». Il premier Conte ha promesso un sostegno alle imprese, cosa pub fare il governo? «La disponibilità tempestiva a sostenere le imprese è apprezzabile. Di fronte a questo problema grave e globale è necessario trovare un'unità operosa e responsabile. Lasciando in sospeso la normale conflittualità politica». Voi avete delle proposte? «Chiediamo con urgenza che ai tavoli istituzionali costituiti per gestire la crisi, come quello organizzato dal sindaco di Milano Sala, partecipino i rappresentanti delle imprese. Abbiamo già chiesto al governo che le aziende penalizzate, come già fatto per quelle colpite da calamità naturali, possano sospendere i pagamenti relativi alle prossime scadenze fiscali e contributive. Inoltre sarebbe importante estendere la cassa integrazione prevista dal Fondo integrativo salariale alle piccole e micro imprese coinvolte. Per farlo basterebbe un decreto legge». Da conoscitore del sistema economico lombardo, lei pensa che Milano sia isolabile? «Per quanto reso noto fino ad ora dalle autorità sanitarie sarebbe prematuro. Tuttavia, la quarantena pare la soluzione più efficace per contenere un'epidemia ed è una soluzione temporanea che potrebbe sostenere pure Milano. Non dimentichiamo che siamo un grande Paese, con forti risorse anche umane, e che ha attraversato nella Storia situazioni drammatiche. Supereremo anche questa».

tratto da La Stampa di F.Rig.

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