L'intervento del vice presidente di Confcommercio Giovanni Bort

L'intervento del vice presidente di Confcommercio Giovanni Bort

DateFormat

28 aprile 2011

"Oggi il ritorno alla crescita appare ancora incerto e lento. Le previsioni sul Pil - tanto per il 2011, quanto per il 2012 - si collocano, infatti, intorno ad un modesto 1%, o poco più. E anche i consumi restano ancora molto deboli. Già recuperare le pur non esaltanti posizioni di partenza non sarà, dunque, agevole e richiederà tempo. Ecco, quindi, la necessità di proseguire nelle azioni strutturali idonee alla rimozione dei nostri ritardi, così come l'urgenza di riformare il sistema fiscale e di ridurre la pressione fiscale. Non è certo un processo semplice, anzitutto per gli oggettivi vincoli di finanza pubblica, ma è importante che avanzi. Così come è necessario fare avanzare
tutto il cantiere delle riforme utili al rafforzamento della competitività complessiva del sistema-Paese. Emerge, quindi, chiaramente - a nostro avviso - che il di più di produttività e di crescita, di occupazione e di sviluppo, di coesione sociale e territoriale di cui il nostro Paese ha urgenza deve oggi fondarsi su una profonda condivisione di obiettivi e di impegni tanto delle parti sociali, quanto delle politiche pubbliche. Se si guarda agli interessi generali del Paese e ad un futuro dell'Italia giustamente più ambizioso, lavorare insieme, collaborare, cooperare è tanto necessario, quanto possibile. E in materia di lavoro condividiamo anzitutto l'esigenza di agire per il rafforzamento del tasso di occupazione, a partire da quello dei giovani e delle donne, soprattutto nel Mezzogiorno.
Per far questo, occorre realizzare un sistema di ammortizzatori sociali pienamente inclusivo e fortemente orientato al reinserimento occupazionale, anche attraverso efficienti processi di formazione continua. Ma non va dimenticato il concorso recato da una flessibilità regolata e contrattata alla costruzione di una società più attiva, in cui la sicurezza sociale sia anzitutto fondata sul lavoro, su più lavoro. Perchè sappiamo quanto sia importante e fondamentale, soprattutto in tempi difficili, mantenere stretta la relazione tra l'attività d'impresa ed i lavoratori,
per una ripartenza economica più forte e decisa. E' la filosofia di una società attiva, che, tanto alle imprese quanto ai lavoratori, chiede ed offre responsabilità e tutele moderne legate alla propria attività, capaci di colmare le lacune di un sistema pubblico oramai oberato e con risorse sempre più contingentate. Ed è in questo solco che si inserisce l'esperienza della bilateralità che è oggi una realtà matura per il Terziario e per il Turismo, così come per altri settori economici. Bilateralità intesa come momento di confronto e di concertazione tra le parti nella gestione delle problematiche collegate al mondo del lavoro. Infatti, agli Enti Bilaterali sono attribuite, prima dai contratti collettivi, ed ora anche, esplicitamente, dal legislatore, competenze in materia di politiche attive del lavoro, di formazione e qualificazione professionale, di tutela della salute e della sicurezza nel luogo di lavoro, di previdenza complementare e, in prospettiva, di sostegno al reddito. Proprio sul versante previdenziale da circa venti anni gli interventi normativi sono stati caratterizzati dalla tendenza al ridimensionamento della previdenza obbligatoria pubblica ed alla creazione di un secondo pilastro, seppur volontario, basato sulla previdenza complementare. Uno strumento prezioso per la costruzione di un welfare più moderno, per un welfare "attivo", per offrire, tramite prestazioni pensionistiche aggiuntive, un valido sistema di protezione sociale. Per assicurare ai lavoratori di oggi, soprattutto ai più giovani, quello che il regime previdenziale obbligatorio non è più in grado di garantire: un futuro pensionistico in linea con il tenore di vita raggiunto nel corso dell'attività lavorativa. Da qui, dunque, l'importanza dei fondi pensione, come Fon.Te. di cui quest'anno ricorre il decennale. Un fondo che oggi può già contare su un considerevole numero di iscritti ma che, rispetto al potenziale bacino di utenza, ha ancora ampi margini di sviluppo ed è destinato a crescere. Anche perché - e questo resta un nodo da sciogliere nel nostro Paese - non si è ancora del tutto affermata la cultura della previdenza complementare. Ad oggi la copertura del secondo pilastro coinvolge, infatti, una percentuale ancora inadeguata di lavoratori dipendenti.
Certo, anche in quest'ambito per le imprese non mancano fattori di criticità che, anche alla luce dell'attuale situazione economica, rischiano di acuirsi. Al nuovo modello previdenziale, basato sui due pilastri si deve, infatti, legare un'adeguata revisione degli oneri a carico delle imprese.
In ogni caso è chiaro che cambiamenti del welfare di questa portata, sebbene ancora pocopercepiti, dovrebbero essere sostenuti con misure idonee a favorire l'adesione ai fondi pensione. Ecco, dunque, che il tema di un'informazione capillare, puntuale ed imparziale diventa un requisito fondamentale per supportare con successo un processo che implica scelte consapevoli da parte dei lavoratori. Questi ultimi devono, infatti, essere in grado di valutare e determinare con cognizione di causa il proprio futuro pensionistico. In questo senso Confcommercio si è impegnata e continua a prodigarsi in modo attivo e propositivo per favorire sia l'effettivo decollo della previdenza complementare che la più ampia adesione possibile da parte dei lavoratori ai fondi pensione, e nello specifico a Fon.Te".

Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca