La "fotografia" del Pil nelle regioni italiane

La "fotografia" del Pil nelle regioni italiane

Tredici regioni su venti hanno un Pil pro capite inferiore al valore del 2000. Le uniche regioni in crescita sono quelle che hanno subito cali demografici rilevanti come al Sud e in Liguria.

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6 ottobre 2011

A livello regionale, le regioni del Centro Italia - grazie anche ad una maggiore presenza di terziario di mercato - confermano il loro maggior dinamismo in termini di Pil con una quota di ricchezza prodotta, sul totale nazionale, che passa dal 21% del 1995 al 21,6% del 2007 e con una previsione al 2012 pari al 22%; le regioni del Nord, anche a causa di una maggiore presenza di imprese industriali medio-grandi orientate all'export sono quelle che, invece, nel biennio di crisi hanno risentito maggiormente degli effetti della recessione registrando i maggiori cali di ricchezza prodotta, in particolare nel 2009: -6,5% Lombardia, -6,4% Piemonte, -6,1% Veneto ed Emilia Romagna; per il Sud, solo l'Abruzzo ha fatto peggio con un -7%; in termini di Pil pro capite, è il Mezzogiorno a registrare le migliori performance, dal 2000 ad oggi, ma solo in virtù della minore crescita della popolazione di quest'area il cui divario con il resto del Paese rimane elevato e destinato, in assenza di interventi specifici, ad incrementarsi ulteriormente in futuro con una perdita progressiva di ricchezza prodotta: una proiezione di lungo periodo vede, infatti, ridursi l'apporto del Mezzogiorno in termini di Pil dal 24% del 1995 al 22,7% del 2017.

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