La paura affonda i mercati, banche in picchiata

La paura affonda i mercati, banche in picchiata

Un rapporto dell'agenzia Moody's scatena il panico: gli istituti di credito italiani rischiano il "contagio" della Grecia. Replica di Bankitalia: "il sistema è robusto". Piazza Affari perde oltre il 4 per cento.

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7 maggio 2010
La paura della crisi greca fa tremare i mercati e dopo la Spagna e il Portogallo, colpite nei giorni scorsi, ieri toccato all’

La paura della crisi greca fa tremare i mercati e dopo la Spagna e il Portogallo, colpite nei giorni scorsi, ieri toccato all’Italia. Piazza Affari ha chiuso in calo del 4,2% mentre la forbice dei rendimenti tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi si e' ulteriormente allargata. L’euro è sceso a 1,25 dollari. Una reazione dei mercati che fonti della Banca d’Italia, in serata, hanno definito “ingiustificata”, sottolineando come sia frutto del “clima di incertezza” che precede il vertice europeo di oggi a Bruxelles e come “il sistema bancario italiano disponga di una quantità di titoli stanziabili sufficiente a fronteggiare eventuali tensioni, anche di notevole intensità, sui mercati interbancario e della provvista all’ingrosso”. L’attacco è partito dopo un report di Moody’s che ha allineato le banche del nostro Paese a quelle spagnole, portoghesi, irlandesi e della Gran Bretagna: tutte considerate a rischio di contagio se, scrive l’agenzia di rating, “le pressioni dei mercati sui rating sovrani (il giudizio sulla sostenibilità del debito degli Stati) aumenterà”. Piazza Affari, dove il peso dei titoli bancari e' preponderante, ha chiuso con un crollo dell'indice Ftse Mib del 4,2% piombando ai minimi degli ultimi dieci mesi in una seduta che ha richiamato alla mente i collassi che hanno accompagnato il fallimento di Lehman Brothers. Colossi bancari come Intesa Sanpaolo e Unicredit hanno chiuso con ribassi superiori al 7% dopo aver toccato minimi dell'11%. Le vendite non hanno risparmiato nessuno: Telecom e' crollata del 6,2%, Generali del 5,3%, l'Eni del 3,4%. Ma sotto pressione sono finiti anche i titoli di stato italiani per i quali si continua ad allargare il differenziale di rendimento (spread) rispetto alle obbligazioni tedesche. Quello tra il Btp decennale e il Bund è salito oltre i 150 punti base, ai massimi dall'inizio del 2009. Ancora più ampia la forchetta sulle scadenze a due e cinque anni che non ricordavano spread così elevati da prima dell'introduzione dell'euro. I timori di contagio allineano ormai le oscillazioni giornaliere del rendimento dei titoli di stato italiani a quelli agli altri Pigs (Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna). Il differenziale Bund-Btp decennale e' aumentato oggi di circa 30 punti base, in linea con i movimenti di Irlanda e Spagna e un po' meno dei 40 del Portogallo. In generale è tutta l'area euro che resta in balia della speculazione. Come dimostra la caduta libera della moneta unica, che e' piombata sotto la soglia di 1,26 sul dollaro, ai minimi dal 10 marzo 2009. E come dimostra l'andamento delle altre borse, tutte ancora una volta in deciso calo, con la singolare eccezione di Atene. Nelle ultime tre sedute, mentre la paura da contagio si diffondeva, i listini azionari hanno bruciato quasi 260 miliardi di euro di capitalizzazione. E se Milano ha perso il 4%, gli altri mercati non hanno avuto di che gioire: Parigi ha perso il 2,2%, Londra l'1,5%, Madrid quasi il 3%, Lisbona il 2,1%, Dublino il 2,4%. Solo Francoforte (-0,8%), al cui governo tutti guardano per arginare la crisi, e' riuscita a contenere la furia della speculazione.

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