Lavoro: dalla Camera via libera alla riforma

Lavoro: dalla Camera via libera alla riforma

Il provvedimento è stato votato con 393 sì, 74 no e 46 astenuti. Significativa la posizione del Pdl: 87 deputati su 209 hanno infatti fatto mancare il loro sostegno al governo. Il ministro Fornero: "Il governo è disposto a fare cambiamenti".

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28 giugno 2012

La riforma del mercato del lavoro e' legge: la Camera ha infatti approvato definitivamente il provvedimento prima del Vertice Europeo, come aveva chiesto il premier Mario Monti, il quale si presenta a Bruxelles con una carta in piu' da spendere nelle trattative. Ma il Governo non puo' gioire pienamente, in primo luogo perche' quasi la meta' dei deputati del Pdl (87 tra assenti e asenuti su 209) non ha partecipato al voto e poi perche' su Elsa Fornero si e' scatenata una nuova bufera, a causa di una sua intervista al Wall Street Journal in cui ha spiegato che il 'Posto fisso non e' un diritto'. Una dichiarazione, poi rettificata, che ha scatenato un dura polemica polemica politica. Con Mario Monti che da Bruxelles le ha confermato al fiducia anche se la Conferenza dei capigruppo della camera ha calendarizzato per il 4 luglio la mozione di sfiducia verso il ministro presentata dalla Lega e firmata anche dall'Idv: Mozione individuale che potrebbe tentare anche qualche deputato della maggioranza, specie nel Pdl. Intanto, la Camera ha oggi votato le due fiducie sugli ultimi due articoli del testo della riforma, approvandola definitivamente con soli 393 si', 74 no E 46 astenuti. Molti deputati del Pdl, che avevano votato le fiducie (447 e 438 i si') hanno infatti poi fatto mancare il loro appoggio sul voto finale. E d'altra parte a marcare le distanze ci ha pensato, oltre alla dichiarazione finale del capogruppo Fabrizio Cicchitto, lo stesso Silvio Berlusconi che non si e' presentato al voto. Ma in ogni caso Monti potra' spendere sul tavolo di Bruxelles l'approvazione di questa riforma che era una di quelle richieste lo scorso agosto nella famosa lettera della Bce all'Italia. Ed e' una risposta anche alla Cancelliera Merkel che anche oggi ha insistito nel pretendere ''riforme strutturali'' come condizione per il suo si' a strumenti finanziari di contrasto della crisi degli spread. Fornero aveva difeso la riforma in una intervista al Wjs che alcune settimane fa aveva criticato il provvedimento. Il ministro aveva voluto sfatare quello che si pensa tra gli investitori Oltreoceano, e cioe' che le nuove misure sono troppo blande a causa delle pressioni dei sindacati a cui il governo avrebbe ceduto. Forse anche a causa di una non precisa
traduzione di un passaggio dell'intervista, si e' creata una nuova bufera sulla frase ''il posto di lavoro non e' un diritto, deve essere guadagnato, anche attraverso sacrifici''. Inutile la sua successiva precisazione che ''il diritto al lavoro non e' mai stato messo in discussione'', bensi' lo e' quello ''del singolo posto di lavoro'', mentre rimane la tutela del lavoratore. Un fuoco di fila si e' aperto sul ministro dal sindacato, dalle forze di opposizione dentro e fuori il Parlamento.

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