Le aziende del settore orticolo professionale investono in ricerca fino al 25% dei ricavi netti

Le aziende del settore orticolo professionale investono in ricerca fino al 25% dei ricavi netti

Nuova campagna di Assosementi, "Un seme, una pianta", contro la diffusione delle pratiche illegali di riproduzione vegetativa in orticoltura.

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20 luglio 2015

 Il settore delle sementi orticole per il mercato professionale è tra quelli con il più elevato tasso di investimenti in ricerca e sviluppo, con percentuali che possono arrivare fino al 25% dei ricavi netti. "L'attività di costituzione varietale, è di fondamentale importanza per garantire prodotti innovativi e sani, a tutto vantaggio anche della sostenibilità. Accanto alla moltiplicazione del seme non autorizzata di varietà tutelate  - ha dichiarato Marco Cantoni, coordinatore del gruppo Orto Wic di Assosementi - la crescente diffusione in campo orticolo di pratiche illegali quali la riproduzione vegetativa a mezzo talea o stub, purtroppo mette a rischio la capacità delle aziende di rientrare dagli investimenti e quindi la competitività dell'intera filiera". Lo sviluppo di una nuova varietà di pomodoro, ad esempio, può richiedere da 5 a 7 anni con un investimento medio di circa 500mila euro per ciascuna varietà. La riproduzione illegale compromette la tracciabilità e la trasparenza della filiera orticola, non consentendo di conoscere la provenienza del seme, il primo passaggio del ciclo produttivo che porta il prodotto alla tavola dei consumatori. Da qui l'invito a non utilizzare illegalmente talee o stubs di varietà protette e lo slogan stesso della nuova campagna del gruppo Orto wic, "Un seme, una pianta". Secondo le norme sulla proprietà intellettuale, infatti, aziende sementiere, vivaisti e agricoltori non possono produrre o riprodurre varietà tutelate, né confezionare, mettere in vendita, importare ed esportare prodotti derivanti dalla coltivazione di materiale tutelato, riprodotto senza autorizzazione. "È necessario far crescere la consapevolezza degli operatori rispetto ai danni provocati da questi comportamenti illegali. Per questo Assosementi prosegue nel suo lavoro di sensibilizzazione in stretto rapporto con AIB (Anti-Infringement Bureau for Intellectual Property Rights on Plant Material), che ha sede a Bruxelles, e Road to quality, il progetto di tracciabilità della filiera orticola professionale voluto da aziende sementiere e vivaisti" ha proseguito Cantoni. La campagna "Un seme una pianta", online sul sito di Assosementi pone al centro dell'attenzione degli operatori professionali il ruolo fondamentale svolto dalle aziende sementiere con la ricerca e le positive ricadute su tutta la filiera agroalimentare. "La costituzione varietale permette di selezionare piante e frutti con nuove caratteristiche, aggiunge Cantoni. Aumento delle rese produttive, resistenza agli attacchi di insetti e malattie, capacità di adattamento ai differenti ambienti fino al miglioramento in termini di gusto e di valore nutrizionale, sono innovazioni che vanno a beneficio di tutti, dal produttore al consumatore, importante quindi che siano adeguatamente tutelate".  

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