Le reazioni delle categorie interessate

Le reazioni delle categorie interessate

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26 gennaio 2012

Figisc-Anisa - "Nelle pieghe del decreto delle liberalizzazioni, al di fuori del contesto delle misure per il settore, è emerso un fatto estremamente negativo" dichiarano Luca Squeri, presidente nazionale della Figisc, la federazione che riunisce i benzinai della rete ordinaria, e Stefano Cantarelli, presidente nazionale di Anisa, che associa i gestori delle aree di servizio autostradali. "Infatti - sottolineano - il sistema bancario ha ottenuto, all'ultimo momento, la complicità del Governo nello scippo della gratuità delle carte di pagamento per consumatori ed operatori, azzerando così una norma importantissima che l'allora Ministro Romani inserì nella legge 183/2011, che è entrata in vigore dal 1° gennaio 2012 e che pure era stata confermata nel decreto 'Salva l'Italia'." "Sui contenuti del decreto sulle liberalizzazioni che riguardano il settore carburanti è prevalso alla fine il buon senso di evitare quelle misure che avrebbero ottenuto, senza alcun positivo riflesso sui prezzi al consumo, solo il risultato di far espellere i Gestori dalla rete alla scadenza dei contratti, anche se rimangono punti di forte criticità, come, ad esempio, quello riguardante il funzionamento del self prepay senza assistenza del Gestore al di fuori dei centri abitati". Figisc ed Anisa hanno dunque deciso, per il momento, di sospendere lo sciopero nazionale su tutta la rete stradale ed autostradale che era già stato proclamato lo scorso 16 gennaio in relazione alle prime indiscrezioni sui contenuti del decreto liberalizzazioni. Ma sulla questione della gratuità delle carte di pagamento, le due Federazioni hanno deciso di promuovere forme alternative di mobilitazione: "Si apre una vertenza diversa da quella iniziale che poniamo immediatamente all'attenzione del Governo affinché ripristini la norma originaria sulla gratuità delle carte di credito. In relazione agli immediati sviluppi della vertenza i Gestori daranno attuazione a forme di agitazione alternative alla chiusura degli impianti, con modalità di attuazione che verranno prossimamente individuate." "Permane, pertanto, lo stato di mobilitazione della Categoria" conclude Squeri " l'immediata priorità è ora dare attuazione alla revisione dei contratti tra proprietari della rete e Categoria, in modo da assicurare quelle condizioni di equità e non discriminazione che erano già previste dalla legge 111/2011 e che il decreto Monti riconferma in tutta la loro validità di legge".


Assopetroli - "Il Dl liberalizzazioni che contiene norme in materia di carburante ha un suo punto qualificante nella liberta' di rifornimento ma il punto centrale è che tale libertaà da parte dei gestori/proprietari impatta su 3.500 impianti (dato desunto dai data base delle Regioni) e non su 500 come erroneamente riportato da alcuni quotidiani". Lo afferma in una nota Franco Ferrari Aggradi, presidente di Assopetroli Assoenergia, l'associazione che ha dato vita al fenomeno degli impianti 'no logo'. "Ciò consente in linea teorica di portare le pompe 'no logo' ad oltre 5.000 (considerando le 1.600 gia' esistenti) pari ad oltre il 20% del totale degli impianti esistenti in Italia. Numero che già rappresenta il limite oltre il quale l'effetto di contenimento dei prezzi del carburante, prodotto dal fenomeno delle 'no logo', rischia di arretrare rispetto al massimo del vantaggio. Cioè - spiega Ferrari Aggradi - aumentando i punti 'no logo' si riduce il numero degli impianti limitrofi da cui catturare vendite e quindi l'erogato medio della singola 'no logo', che e' l'elemento che sostiene una politica di prezzo aggressiva a vantaggio del consumatore finale. La pompa 'bianca' non ha dei costi globali di gestione dell'impianto diversi da quelli di un impianto tradizionale 'a marchio' né ha canali di acquisto diversi, quindi ciò che fa la differenza è la quantita' di carburante venduto su cui
spalmare i costi di gestione ed il margine di guadagno" "Dunque - conclude Ferrari Aggradi - l'equilibrio è precario e richiede molta attenzione perché se tutta la rete applicasse la politica prezzi oggi applicata dagli impianti 'no logo' ed il loro numero rimanesse immutato, i prezzi ritornerebbero, gioco forza, ad essere non dissimili da quelli attuali della rete 'a marchio'".

TAIIS - Le Associazioni rappresentative delle imprese di servizi, che si coordinano nel TAIIS, il Tavolo Interassociativo Imprese di Servizi, esprimono apprezzamento per le misure adottate con il decreto legge n. 1/2012 volte a contenere i ritardi di pagamento da parte delle Pubbliche Amministrazioni, considerandole un primo, importante, segnale. "Apprezziamo soprattutto che il Governo abbia inserito il ritardo nei pagamenti tra le sue priorità", sottolineano i rappresentanti del TAIIS, e che ora stia iniziando a concretizzare le promesse. "Attendiamo però provvedimenti organici ed efficaci per risolvere il problema nella sua interezza, le cui misure sono ben oltre i 6 miliardi scarsi messi a disposizione". "Le imprese registrano difficoltà crescenti, soprattutto quelle labour intensive, sia nell'accesso al credito che per procedere ai pagamenti dovuti" denunciano i rappresentanti del TAIIS, rilevando come i servizi meritino specifica attenzione, trattandosi di attività che, se adeguatamente sostenute, potrebbero dare un contributo determinante sia all'occupazione che alla crescita del Paese. "Occorre fare presto, dando attuazione alle norme comunitarie, snellendo le procedure di trasferimento delle dotazioni finanziarie, intervenendo su leggi assurde che inibiscono le azioni esecutive nelle aree territoriali commissariate, ridisegnando taluni aspetti della finanza locale e delle responsabilità contabili", concludono i rappresentanti del TAIIS.

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