Le tappe e i temi del No Day

Le tappe e i temi del No Day

P:01 D:20-2-2003

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20 febbraio 2003
I TEMI DEL NO DAY

LE TAPPE E I TEMI DEL NO DAY

 

 

 

DATA

LOCALITA’

TEMA

24 febbraio

lunedì

PAVIA

“NO a chi vuole bloccare lo sviluppo dell’occupazione”

 

25 febbraio

martedì

ALESSANDRIA

“Un’emergenza chiamata occupazione”

 

26 febbraio

mercoledì

MODENA

“Economia e società: la riforma del mercato del lavoro”

 

27 febbraio

giovedì

VENEZIA

“Rischi e opportunità della riforma federalista”

 

28 febbraio

venerdì

ANCONA

“Il territorio come fattore di sviluppo”

 

1 marzo

sabato

CAMPOBASSO

“Non si può vivere solo di emergenza. E dopo?”

 

3 marzo

lunedì

FIRENZE

“Turismo, una ricchezza ignorata”

 

4 marzo

martedì

TERNI

“Piccoli comuni, una grande risorsa per l’economia”

 

5 marzo

mercoledì

LECCE

“Banche e imprese: un rapporto difficile”

 

6 marzo

giovedì

PALERMO

“Quali riforme per il rilancio del Mezzogiorno”

 

7 marzo

venerdì

NAPOLI

“Lo sviluppo del Mezzogiorno: legalità e infrastrutture”

 

9 marzo

domenica

BRESCIA

“Trasporti: il rischio è di restare ai margini dell’Europa”

 

11 marzo

martedì

MILANO

“Oltre la guerra: imprese e prospettive di sviluppo della nostra economia”

 

 

 

 

 

I TEMI DEL NO DAY

Pavia: “NO a chi vuole bloccare lo sviluppo dell’occupazione”

Nel 2002, più del 70% dei nuovi posti di lavoro è stato prodotto dalle imprese del terziario di mercato che, per crescere, hanno bisogno di operare in un quadro di maggiore flessibilità e mobilità. Per questo diciamo NO ad un referendum che bloccherebbe una delle più concrete possibilità di sviluppo dell’occupazione.

 

Alessandria: “Un’emergenza chiamata occupazione”

La crisi del sistema industriale rischia, in questa Regione, non solo di azzerare lo sviluppo, ma anche di ridurre sensibilmente i livelli occupazionali. Un motivo in più per dire NO ad un referendum che bloccherebbe lo sviluppo delle imprese del terziario di mercato, strumento oggi indispensabile per fronteggiare questa concreta, reale emergenza.

 

Modena: “Economia e società: la riforma del mercato del lavoro”

Il nostro sistema economico non potrà puntare allo sviluppo se non si doterà di strumenti, leve e supporti che gli consentano di migliorare non solo il suo assetto ma anche il suo livello di competitività sul mercato interno come su quello internazionale.

 

Venezia: “Rischi e opportunità della riforma federalista”

Non si potrà attuare questa riforma se non si scioglierà, in primo luogo, il nodo del federalismo fiscale. E poi i costi di questa riforma, in linea di principio sicuramente positiva, saranno compatibili con i vincoli di risanamento della finanza pubblica e con i programmi di sviluppo del sistema imprenditoriale?

 

Ancona “Il territorio come fattore di sviluppo”

L’economia non potrà ripartire se non verrà individuato un modello di sviluppo che consenta, nel territorio, un nuovo, diverso e più produttivo rapporto tra pubbliche istituzioni e imprese che operano sul mercato.

 

Campobasso: “Non si può vivere solo di emergenza. E dopo?”

Il dissesto ambientale, dovuto anche alla colpevole incuria delle amministrazioni, crea, sul territorio, sempre nuove emergenze a cui dover far fronte. Ma per il “dopo” cosa si sta facendo? Quali piani si intendono attuare per costruire un modello di protezione civile che consenta anche di prevenire fenomeni che bloccano ogni processo di sviluppo?

 

Firenze: “Turismo, una ricchezza ignorata”

Anche se ormai è diventato uno dei più importanti strumenti per lo sviluppo e per la produzione di ricchezza, il turismo continua paradossalmente ad essere una realtà ignorata da chi tiene le redini della politica economica del nostro Paese. E questo proprio nel momento in cui la concorrenza internazionale è più aspra ed agguerrita.

 

Terni: “Piccoli comuni, una grande risorsa per l’economia”

E’ indispensabile che l’uso delle infinite risorse culturali, ambientali e produttive di cui dispongono i nostri piccoli comuni sia organizzato in modo da diventare uno dei cardini del processo di sviluppo del nostro paese.

 

Lecce: “Banche e imprese: un rapporto difficile”

I nuovi parametri in materia di rating creditizio rischiano di accrescere le difficoltà di accesso delle PMI ai finanziamenti e di rendere ancora più pesante il costo del credito bancario.

Solo risolvendo questo problema sarà possibile rilanciare le PMI come struttura portante del nostro sistema produttivo.

 

Palermo: “Quali riforme per il rilancio del Mezzogiorno”

Non serve più riproporre vecchie formule di politica meridionalista. Occorre, invece, che il Mezzogiorno sia finalmente assunto come problema centrale per lo sviluppo dell’intero sistema paese.

 

Napoli: “Lo sviluppo del Mezzogiorno: legalità e infrastrutture”

Crisi della legalità – anche nelle forme dell’abusivismo e del sommerso – ed insufficienza della dotazione di infrastrutture sono le ragioni di fondo del ritardo di sviluppo del Mezzogiorno. Per questo occorre integrare le politiche per la sicurezza con quelle per lo sviluppo territoriale.

 

Brescia: “Trasporti: il rischio è di restare ai margini dell’Europa”

L’allargamento dell’Europa ai paese dell’Est pone ormai, come ineludibile e stringente, il problema di creare un sistema viario che consenta alle nostre imprese di sfruttare tutte le potenzialità offerte dai nuovi mercati. O si faranno invertenti che consentano, anche nel breve periodo, di raggiungere questo obiettivo o il rischio è quello di restare ai margini di questo processo di sviluppo.

 

Milano: “Oltre la guerra: imprese e prospettive di sviluppo della nostra economia”

Anche se è impossibile, per ora, prevedere la durata e le conseguenze anche di carattere economico che potrà produrre questo conflitto, una domanda va posta fin d’ora: quali programmi, quali risorse e quali modelli di sviluppo sarà necessario attivare per far ripartire il nostro sistema economico.

 

 

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