Manovra: province, Iva e pensioni nel piano di Berlusconi

Manovra: province, Iva e pensioni nel piano di Berlusconi

Il premier prende in mano la riscrittura del decreto: taglio di tutte e 110 le province, aumento di un punto dell'Iva, stretta sulle pensioni d'anzianità e contributo di solidarietà solo sui redditi oltre i 200mila euro.

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25 agosto 2011

Taglio di tutte e 110 le province, aumento di un punto dell'Iva, stretta sulle pensioni d'anzianità e contributo di solidarietà solo sui redditi oltre i 200mila euro. E in cambio niente super Irpef per gli altri redditi e una forte sforbiciata ai tagli previsti agli enti locali. Eccola, la contromanovra alla quale sta lavorando il premier Silvio Berlusconi. Per ora lascia sfogare tutti, dai leghisti ai
cosiddetti "frondisti" del Pdl, ai "piccoli" della coalizione che chiedono un "vertice di maggioranza". Ha incaricato il neosegretario Angelino Alfano di sondare le varie componenti del partito in modo da evitare troppe frammentazioni e di contattare la Lega. E ieri a via dell'Umiltà c'è stato un faccia a faccia con Calderoli. Ma stavolta il premier vuole fare a modo suo, evitando di sottomettersi ai diktat di Tremonti e di Bossi. Le modifiche dovrebbero essere annunciate tra sabato e domenica, prima dell'incontro di lunedì mattina con i vertici della Lega, ai quali Berlusconi consentirebbe al massimo qualche limatura in tempo per presentare gli emendamenti il cui termine scade lunedì alle 20. Il piano del premier prevede che la manovra che uscirà dalla commissione sarà quella
definitiva, inemendabile sia in aula al Senato sia alla Camera durante la seconda lettura.
Ma vediamo la situazione capitolo per capitolo.
PROVINCE - Berlusconi si è convinto che tagliare solo quelle fino a 300mila abitanti come previsto nel decreto del governo è un non senso. O servono e vanno mantenute o non servono e vanno abrogate tutte. Anche dal Quirinale sarebbero venute pressioni in tal senso. La Lega è contraria e Calderoli ancora ieri ha detto no. Ma nel programma di governo questo punto Bossi lo
aveva sottoscritto e Berlusconi vuole metterlo alle strette.
IVA - Invariata l'aliquota del 4% sui generi di prima necessità, si pensa a un aumento di un punto di quelle del 10 e del 20%.
PREVIDENZA- La strada è stata indicata ieri dai senatori di "Popolo e territorio" (gli ex Responsabili) e di Io Sud-Forza del Sud e illustrata dal capogruppo Silvano Moffa: allungare i tempi per le pensioni d'anzianità rispolverando il cosiddetto "scalone" realizzato da Maroni quando era ministro del Welfare e poi cancellato dal governo Prodi e anticipando l'adeguamento della pensione a 65 per le lavoratrici dipendenti private come già avviene per le statali. Si tratterebbe di una riforma strutturale gradita dai mercati e che consentirebbe forti risparmi da subito.CONTRIBUTO SOLIDARIETA' - Niente più prelievo del 5% sui redditi oltre i 90mila euro e del 10% oltre i 150. Il contributo diventerebbe del 5% sui redditi oltre i 200mila euro. Colpirebbe solo 72 mila contribuenti "paperoni", appena lo 0,17 del totale, ma accontenterebbe "frondisti", ciellini e aprirebbe un canale con l'Udc.
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE - I "frondisti" hanno messo a punto un emendamento che propone un taglio del 25% degli organici degli uffici pubblici a cominciare da mMnisteri e enti statali. Anche questo darebbe un bel risparmio e potrebbe piacere alla Lega.

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