Meno latte fresco più birra e caffè, ecco il Paese visto dal supermercato
Meno latte fresco più birra e caffè, ecco il Paese visto dal supermercato
La questione meridionale finisce nel carrello della spesa. Dopo anni di flessione, le famiglie che vivono al Centro e soprattutto al Nord tornano a spendere, mentre al Sud non si arresta la caduta dei consumi. A restituire la fotografia di un'Italia spaccata a tavola e nei sacchetti degli acquisti, tra caffè in capsule e latte, vini Doc e marmellate, sono gli ultimi dati dei fatturati della grande distribuzione elaborati da Nielsen. In Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Liguria e basse Marche è arrivata, dove più, dove meno, una leggera ripresa. In Toscana, Lazio, Umbria, Abruzzo e Calabria il calo delle vendite rimane, ma si va attenuando. In Campania, Basilicata, Puglia e Sicilia il quadro resta negativo. Se i segnali di risveglio dell'economia avevano fatto sperare in un futuro di dispense piene e supermercati affollati, in realtà nei primi mesi dell'anno in tante province non è stata registrata nessuna crescita… Ma quali sono i prodotti che a livello nazionale affossano o, viceversa, fanno da traino alla ripresa? Restano sugli scaffali i prodotti legati alla prima colazione: biscotti (-3,7 per cento), latte fresco (-7 per cento) e a lunga conservazione (-7,4 per cento), zucchero (-6,2 per cento), confetture di frutta (-3,2 per cento), merendine (-4 per cento ). E poi preparati da brodo (-5,6 per cento), pelati e pomodorini (-13,5 per cento) . Vanno forte la birra ( 4,3 per cento), l'acqua non gassata ( 5,9 per cento), lo yogurt magro ( 9,9 per cento), la frutta secca senza guscio ( 16 per cento), il salmone affumicato ( 12,8 per cento), gli affettati nelle vaschette preconfezionate ( 9,6 per cento). E poi gli snack salati come pizzette, focacce e tramezzini, che registrano un aumento del 36 per cento, con un picco che supera il 100 per cento al Sud.
Tratto da Republbica del 29 aprile 2016