A giugno mercato dell'auto ancora positivo ma ordini in calo

A giugno mercato dell'auto ancora positivo ma ordini in calo

A giugno sono state immatricolate 138.927 autovetture a fronte delle 127.232 dello stesso mese dell'anno precedente, con un rialzo del 9,19%. 

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3 luglio 2023

A giugno sono state immatricolate 138.927 autovetture a fronte delle 127.232 dello stesso mese dell'anno precedente, con un rialzo del 9,19%. Secondo i dati del ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, nei primi sei mesi dell'anno sono state immatricolate 841.343 auto contro 684.262 dello stesso periodo del 2022. I trasferimenti di proprietà sono stati 417.251 a fronte di 370.840 passaggi registrati a giugno 2022, con un aumento del 12,52%. Il volume globale delle vendite mensili, pari a 556.178, ha interessato per il 24,98% vetture nuove e per il 75,02% vetture usate. 

 

Unrae: "Restiamo lontani dagli obiettivi della transizione energetica"

Secondo il presidente dell'Unrae, Michele Crisci, “siamo sempre lontani dagli obiettivi della transizione energetica, ma si può ancora recuperare il ritardo accumulato e accelerare il processo di decarbonizzazione intervenendo finalmente sul fronte aperto della fiscalità delle auto aziendali per uso promiscuo, sulle storture dello schema 2022-24 degli incentivi per le auto a basse emissioni, sull’intensificazione e massima diffusione delle infrastrutture di ricarica”. Va anche intensificata la diffusione delle infrastrutture di ricarica: “Ormai da troppo tempo si attende l’emanazione delle norme da parte del MIMIT per l’acquisto e l’installazione di colonnine di ricarica da parte di privati e condomini che auspichiamo arrivi a brevissimo, senza dimenticare la necessità di intervenire su una politica infrastrutturale ad ampio raggio e di orizzonte lungo anche per il rifornimento di idrogeno, in linea con la nuova direttiva AFIR”. Infine, Crisci auspica “una rapida convocazione dell’atteso Tavolo Automotive, che garantisca un confronto autentico, e non a posteriori, con tutti gli attori della filiera, non ultima l’UNRAE che rappresenta i due terzi del mercato domestico e una quota importante dell’export della componentistica italiana”. Proprio a questo riguardo, in merito alle dichiarazioni del Ministro Urso, il presidente aggiunge e conclude “la riconversione della filiera automotive italiana è fondamentale per salvaguardare PIL e occupazione, ma dobbiamo ricordare che il 60% della componentistica italiana viene esportato, quindi forse dovremmo partire da lì e ricordare il ruolo chiave che le Case Estere rivestono per la filiera italiana, a monte e a valle”.

 

 

Federauto: "Tendenza positiva ma occorre intervenire per rilanciare la filiera automotive"

Commentando i dati sulle vendite di giugno, Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto, ha sottolineato che "continua la tendenza positiva del mercato nel suo complesso grazie al confronto con i debolissimi risultati del 2022 ma assistiamo con una certa preoccupazione ad una raccolta ordini in discesa. Inoltre, la transizione verso la neutralità climatica, complice la persistente inflazione e l’aumento sostenuto del costo del denaro, procede con scarso dinamismo e cresce l’attesa per il piano nazionale dell’automotive preannunciato dal Ministro delle imprese e del Made in Italy".

"Rispetto ai mesi precedenti - continua De Stefani  - il panorama resta immutato sia sul fronte degli incentivi alla domanda che su quello degli investimenti in infrastrutture di carica per i veicoli elettrici di imprese e privati: con i primi che hanno una scarsa percentuale di assorbimento nelle fasce 0-20 e 21-60 g/Km di CO2 (rispettivamente del 21,5% e dell’8,4%) – oltre all’inutilizzo delle risorse avanzate nel 2022 – e i secondi ancora confinati sulla carta. Per l’elettrico restano 149 milioni di euro a fronte di uno stanziamento annuo di 190 milioni, mentre è ancora di 215,2 milioni il fondo per le ibride plug-in contro i 235 milioni iniziali. Nonostante tali contributi, è evidente che lo sviluppo di una più ampia ‘cultura’ per le auto alla spina ed esclusivamente elettriche richieda del tempo, maggiore facilità di accesso alle ricariche elettriche – soprattutto nelle strade di lunga percorrenza – e riduzione dei prezzi di acquisto. Per questo, al fine di coniugare transizione e rinnovo del parco circolante italiano, con circa 10 milioni di autovetture ante Euro 4, occorre rivedere il meccanismo dell’Ecobonus, supportando anche gli acquisti ricompresi nella fascia 61-135 g/Km di CO2, attuare le due misure già previste per le colonnine private e riavviare il bando di gara, finanziato dal PNRR, per gli impianti di ricarica elettrica sulle superstrade, andato a vuoto nella prima edizione scaduta a fine giugno".

Secondo De Stefani, "il rilancio e la competitività dell’intera filiera automotive italiana, con la tutela dei livelli produttivi ed occupazionali, restano temi centrali nel dibattito politico, evidenziando ancora una volta l’importanza economica del settore ma i piani concreti per colmare il divario in tema di elettrificazione rispetto agli altri Paesi del continente europeo così come le altre misure, in una logica di neutralità tecnologica, di sostegno alla sostituzione del parco circolante auto devono trovare una risposta veloce e una rapida operativa. Infine, rileviamo che nell’ambito dei lavori parlamentari sul disegno di legge delega per la riforma del sistema fiscale sono saltate tutte le misure proposte che andavano nella direzione di una defiscalizzazione dell’auto aziendale, sia in termini di detraibilità IVA che di deducibilità dei costi di acquisto e di utilizzo. Su questo ultimo tema strategico per la transizione attendiamo quindi di conoscere le decisioni del Governo". 

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