L'Europa chiude in negativo il 2021

L'Europa chiude in negativo il 2021

A dicembre le immatricolazioni sono diminuite del 22,8% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Il 2021 chiude a -2,4%, con 9,7 milioni di auto vendute.

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18 gennaio 2022

Il mercato europeo dell’auto chiude l’anno ancora in negativo. Nell’ultimo mese del 2021 le immatricolazioni di nuove autovetture sono diminuite del 22,8%, raggiungendo quota 795.295 unità. Lo ha rilevato Acea, l’Associazione dei costruttori automobilistici europei, segnalando il sesto mese consecutivo in calo.

La maggior parte dei mercati europei ha subito cali a doppia cifra: Italia (-27,5%), Germania (-26,9%), Spagna (-18,7%) e Francia (-15,1%). Nel complesso il 2021 chiude a -2,4% e circa 9,7 milioni di auto vendute. A pesare, secondo l’Acea, è stata la carenza di semiconduttori che ha condizionato negativamente tutta la produzione, in particolare nella seconda metà del 2021. Guardando l’intero anno, fra i quattro principali mercati dell’Ue l’Italia registra l’aumento più alto (+5,5%), seguita da Spagna (+1%) e Francia (+0,5%). In calo invece la Germania (-10%).

 

Unrae: “l’Italia resta l’unico Paese senza incentivi”

“Il 2021 è stato un vero anno nero per il mercato dell’auto in Europa”. Questo il commento dell’Unrae, l’Unione nazionale dei rappresentanti autoveicoli esteri, che sottolinea come l’Italia sia di nuovo il fanalino di coda, riportando il peggior risultato del mese con -27,5%. “Un anno chiuso con un drammatico -24% rispetto al 20219 – ha spiegato l’Unrae – e un apparente +5,5% rispetto al 2020, ma anche il confronto col 2020 rimane impietoso, registrando un calo del 10%, se si tiene conto dei 38 giorni lavorativi persi col lockdown”.

Secondo le previsioni dell’Unione, anche il nuovo anno si preannuncia non molto diverso dai precedenti, per la mancanza di incentivi. “L’Italia – ha spiegato il direttore generale Andrea Cardinali – resta l’unico fra i cinque Paesi a non aver finora previsto, per il 2022, sostegni alla domanda di veicoli a zero o bassissime emissioni”. Cardinali ha aggiunto anche che per aiutare l’ambiente, rinnovare il parco circolante e per sostenere consumatori e aziende nel passaggio alla nuova mobilità, “sono necessari incentivi almeno triennali, eventualmente con importi a scalare, per le vetture fino a 60 grammi per chilometro di CO2”.

L’Unione chiede un programma dettagliato per l’investimento dei fondi stanziati con il Pnrr. “Allo stesso tempo ormai non è più rinviabile – ha aggiunto Cardinali – una complessiva riforma fiscale sul settore, in particolare per le auto aziendali a bassissime emissioni, a sostegno delle imprese italiane oggi penalizzate rispetto agli altri Paesi europei. Riteniamo quindi necessario che il governo non presenti alla Commissione europea l’ennesima domanda di proroga per la deroga al diritto comunitario sulla detraibilità dell’Iva, visto l’approssimarsi della scadenza del 1° aprile”.

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