Si ferma la crescita del mercato dell'auto

Si ferma la crescita del mercato dell'auto

A marzo  sono state immatricolate 162.083 vetture nuove, il 3,7% in meno dello stesso mese del 2023. A pesare sulle immatricolazioni è l'effetto attesa degli incentivi.

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5 aprile 2024

Dopo quasi un anno e mezzo, il mercato italiano dell'auto fa segnare un dato negativo.  A marzo, secondo il ministero dei Trasporti, sono state immatricolate 162.083 vetture nuove, il 3,7% in meno dello stesso mese del 2023. Da inizio anno sono state vendute in tutto 451.261 auto, con un incremento del 5,7% sul primo trimestre dell'anno scorso, ma una flessione del 16,1% rispetto al 2019. Brusca frenata per le auto elettriche che calano del 34,4% a marzo e del 18,5% nel trimestre. A pesare sulle immatricolazioni è l'effetto attesa degli incentivi fino a 13.500 euro per un ammontare complessivo di 950 milioni. Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha dato il via libera ma manca ancora il passaggio a Palazzo Chigi. Poi ci saranno le verifiche della Corte dei Conti che avrà al massimo un mese di tempo per i suoi controlli.

Il commento del presidente Unrae, Michele Crisci

“È d’obbligo per noi continuare a sottolineare l’importanza e l’urgenza di rendere presto operativo il nuovo schema incentivi: considerando i tempi tecnici di tutti i prossimi passaggi della normativa ancora necessari, rischiamo di arrivare a perdere metà dell'anno e avere un impatto degli incentivi estremamente limitato sul 2024”.

“Da noi dopo due anni di incentivi, peraltro abbastanza timidi in termini di importi unitari, nel 2022 gli stessi sono stati in sostanza vanificati perché sono state escluse le aziende, vero motore della transizione energetica. Per questo in due anni sono stati accumulati circa 600 milioni di fondi stanziati ma non spesi”. “Un ulteriore fattore abilitante per favorire il percorso verso la transizione energetica è la revisione del trattamento fiscale delle auto aziendali in uso promiscuo, agendo su detraibilità IVA e deducibilità dei costi in funzione delle emissioni di CO2 e riducendo il periodo di ammortamento a 3 anni, attraverso i decreti attuativi della Delega Fiscale, al fine di rilanciare la competitività delle nostre imprese e valorizzare il contributo che le stesse, con il veloce ricambio dei veicoli aziendali, possono fornire per accelerare il rinnovo del parco circolante”.

L'analisi del presidente di Federauto, Massimo Artusi

"Il rallentamento del mercato continua ed è tale da apparire incoerente rispetto agli obiettivi di decarbonizzazione che si è imposta l’Europa". "A marzo si conferma, infatti, quanto già emerso nei mesi precedenti ovvero che in Italia la spinta verso l’elettrificazione su larga scala è ancora tutta da costruire e, per rilanciare gli acquisti di auto a basse emissioni inquinanti, soprattutto quelli legati alle alimentazioni elettriche e plug-in, occorre un’accelerazione sul fronte del DPCM Ecobonus 2024, atteso da mesi, ora al vaglio contabile della Corte dei Conti e i cui tempi di attivazione della piattaforma di prenotazione curata da Invitalia sono ancora difficili da prevedere. Come era stato previsto da molti operatori del comparto, la disarmonia normativa e le tensioni sui prezzi dei veicoli green si traducono in comportamenti di acquisto estremamente prudenti da parte della clientela, con una difficoltà permanente nella domanda di veicoli compresi nelle fasce di emissione 0-20 e 21-60 g/km di CO2". 

"In tale contesto, il rinnovato Ecobonus 2024 contribuirà a fornire un indirizzo piuttosto chiaro in termini di gradimento del mercato verso le diverse alimentazioni e ricavarne elementi utili per preparare i futuri passi da compiere sull’accidentata strada della decarbonizzazione. Sono convinto che il meccanismo degli incentivi rappresenti un supporto importante per il mercato in generale e in particolare per i veicoli elettrificati, ma da solo e in una logica di contingenza normativa e di continua sperimentazione, risulta poco funzionale al sentiment della domanda» prosegue Artusi «rallentando il passaggio a modelli più puliti ed ecologici che, invece, potrebbe essere favorito anche dall’adozione di una riforma fiscale davvero innovativa sul fronte dei veicoli nuovi".

 

L’opinione del presidente di Federmotorizzazione, Simonpaolo Buongiardino

“L’automobile è sempre stata considerata uno strumento al servizio dell’utente, ma l’auto elettrica ha cambiato il paradigma, sentendosi di fatto l’utente al servizio dell’auto. Occorre infatti, sulle lunghe percorrenze, programmare il viaggio organizzando le necessarie soste per la ricarica che, oltre a costituire un vincolo, allunga i tempi del viaggio stesso. L’auto, fin dalla sua origine, ha costituito il simbolo della libertà di movimento, l’elettrica limita molto questa libertà”.

 

 

“Dobbiamo trovare una via italiana alla transizione verso la decarbonizzazione. Mettendo da parte ideologie che da noi non hanno presa e sfruttando altre tecnologie a partire dalle prossime vetture Euro 7, i cui protocolli sono stati recentemente semplificati, ed i nuovi carburanti che eliminano l’impronta carbonica, pur utilizzando veicoli endotermici”.

 

“Auspichiamo che il Governo stanzi maggiori fondi per le auto ibride ed endotermiche di ultimissima generazione così da poter rinnovare un parco auto vetusto e al tempo stesso migliorare la qualità dell’aria: puntare sull’elettrico sta ritardando il processo di rinnovamento del circolante. Si inizia a parlare di incentivi alla rottamazione anche in assenza di acquisto o di sostituzione con auto usata meno inquinante. Peraltro, il vento sta cambiando: anche la Germania, che pure è stata determinante in Europa nella scelta dell’elettrico e che ha stanziato generosi contributi agli utenti per incentivare l’acquisto di vetture elettriche, ha già deciso la fine di queste incentivazioni ed altri Paesi stanno operando scelte analoghe”.

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