Nel turismo l'occupazione è donna

Nel turismo l'occupazione è donna

L'Ente Bilaterale Nazionale del Turismo ha presentato i risultati dell'Osservatorio Permanente per le Pari Opportunità: l'occupazione è 'al femminile' per il 60%, ma a ricoprire ruoli da quadro e dirigente è solo il 36,7% e il 33,8% delle donne.

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8 luglio 2013

L'occupazione femminile non è certo il fiore all'occhiello del nostro Paese: in calo in tutta Italia, seppure con significative differenza tra nord e sud, inferiore a quella maschile e con redditi e "posizioni" generalmente più bassi. Eppure sul lavoro delle donne si può puntare come acceleratore della ripresa economica, soprattutto se tutelato e promosso con interventi concreti in abbinamento a quelli  in vigore dal 28 giugno scorso per rilanciare l'occupazione giovanile con finanziamenti, sgravi fiscali ed incentivi, anche in vista di Expo 2015. In assoluta controtendenza il turismo, l'unico settore dove le donne trovano maggiore spazio, che sembra tra i più promettenti anche per il futuro e che può dunque rappresentare un punto di partenza per un esame attento sulla discriminazione di genere nel mondo del lavoro. E' in questa ottica che si inquadra il primo Osservatorio Permanente per le Pari Opportunità, presentato a Roma da Ebnt, l'Ente Bilaterale Nazionale del Turismo. "Questa iniziativa - ha affermato il presidente Ebnt, Alfredo Zini - deve essere considerata un cantiere aperto in cui coinvolgere anche altre categorie. Il ruolo del turismo va riposizionato nel piano programmatico per il rilancio dell'economia, affidando alle donne cariche ed incarichi più qualificati". Secondo l'Osservatorio, la componente lavorativa femminile nel turismo è del 60%, anche se con importanti differenze - circa il 20% - tra nord e sud. Positivo anche il fronte della contrattualizzazione, soprattutto nelle grandi imprese, dove le donne risultano assunte a tempo indeterminato per l'88,8% contro il 78,5% degli uomini, anche se per le prime si ricorre molto più spesso a contratti a tempo parziale e alla collaborazione coordinata e continuativa. I valori, tuttavia, cambiano salendo di livello: a ricoprire ruoli quadro e dirigenziali sono infatti soltanto il 36,7% e il 33,8% delle donne, con picchi al ribasso nel Mezzogiorno e nella grandi imprese in genere. Un dato che tuttavia non dovrebbe stupire se messo a confronto con quello relativo alle richieste, da parte delle aziende, di personale in possesso di titoli di studi superiori: oltre il 40% per gli uomini, meno del 25% per le donne, a dispetto, peraltro, dell'importante contributo qualitativo, oltre che quantitativo, che queste apportano al settore. Alle donne, quindi, si offrono ancora oggi posti di lavoro di livello inferiore. "Bisogna riorganizzare la società e capire come impostarla. Si deve puntare  - ha spiegato da parte sua la vicepresidente Ebnt, Lucia Anile - su un discorso di contrattazione integrativa che rimuova le disuguaglianze e le discriminazioni di genere. Una maggiore partecipazione delle donne al mondo del lavoro comporta una maggiore crescita economica ed un miglioramento dei rendimenti aziendali".

L'occupazione femminile non è certo il fiore all'occhiello del nostro Paese: in calo in tutta Italia, seppure con significative differenza tra nord e sud, inferiore a quella maschile e con redditi e "posizioni" generalmente più bassi. Eppure sul lavoro delle donne si può puntare come acceleratore della ripresa economica, soprattutto se tutelato e promosso con interventi concreti in abbinamento a quelli  in vigore dal 28 giugno scorso per rilanciare l'occupazione giovanile con finanziamenti, sgravi fiscali ed incentivi, anche in vista di Expo 2015. In assoluta controtendenza il turismo, l'unico settore dove le donne trovano maggiore spazio, che sembra tra i più promettenti anche per il futuro e che può dunque rappresentare un punto di partenza per un esame attento sulla discriminazione di genere nel mondo del lavoro. E' in questa ottica che si inquadra il primo Osservatorio Permanente per le Pari Opportunità, presentato a Roma da Ebnt, l'Ente Bilaterale Nazionale del Turismo.

  

"Questa iniziativa - afferma il presidente Ebnt Alfredo Zini - dev'essere considerato un cantiere aperto in cui coinvolgere anche altre categorie. Il ruolo del Turismo va riposizionato nel piano programmatico per il rilancio dell'economia, affidando alle donne cariche ed incarichi più qualificati per evitare quello schiacciamento delle carriere che emerge dalla ricerca."

  

Secondo l'Osservatorio, la componente lavorativa femminile nel Turismo è del 60%, anche se con importanti differenze - circa il 20% - tra nord e sud. Positivo anche il fronte della contrattualizzazione, soprattutto nelle grandi imprese, dove le donne risultano assunte a tempo indeterminato per l'88,8% contro il 78,5% degli uomini, anche se per le prime si ricorre molto più spesso a contratti a tempo parziale e alla collaborazione coordinata e continuativa.

I valori tuttavia cambiano salendo di livello: a ricoprire ruoli quadro e dirigenziali sono infatti soltanto il 36,7% e il 33,8% delle donne, con picchi al ribasso nel Mezzogiorno e nella grandi imprese in genere. Tale dato non dovrebbe tuttavia stupire se messo a confronto con quello relativo alle richieste, da parte delle aziende, di personale in possesso di titoli di studi superiori: oltre il 40% per gli uomini, meno del 25% per le donne, a dispetto, peraltro, dell'importante contributo qualitativo, oltre che quantitativo, che queste apportano al settore. Alle donne, quindi, si offrono ancora oggi posti di lavoro di livello inferiore.

"Bisogna riorganizzare la società e capire come impostarla  - spiega la vice presidente Ebnt Lucia Anile - Si deve puntare su un discorso di contrattazione integrativa che rimuova le disuguaglianze e le discriminazioni di genere. Una maggiore partecipazione delle donne al mondo del lavoro comporta una maggiore crescita economica ed un miglioramento dei rendimenti aziendali

La ricerca basata su dati dell'Isfol, l'Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori, e dell'Osservatorio Permanente del Mercato del Lavoro presso Enbt, analizzata ed illustrata dal professor Andrea Ceccarelli dell'Università degli Studi di Teramo, è stata promossa con l'obiettivo di sollecitare interventi concreti per una migliore e più giusta collocazione della donna nel mondo del lavoro.

 

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