Niente Tari per i magazzini delle imprese

Niente Tari per i magazzini delle imprese

Il dipartimento Finanze interviene sul tentativo dei Comuni di assoggettare alla tassa spazi per i quali le aziende pagano già per lo smaltimento. Niente Tari per i magazzini delle imprese I municipi possono solo ampliare i criteri di esclusione Esclusa l'applicazione anche per le area collegate all'attività produttiva.

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21 novembre 2014

 

I comuni non possono applicare la Tari ai magazzini e alle aree che sono «funzionalmente ed esclusivamente collegate all'attività produttiva» e, più in generale, nei loro regolamenti, possono solo ampliare i criteri di esclusione di spazi aziendali dalla tassazione, mentre non possono proporre criteri che fmiscono per ridurre le aree escluse dal tributo. A dirlo è il dipartimento Finanze, che risponde in questo modo a una richiesta di chiarimenti presentata da un'azienda bergamasca. La risposta ministeriale è stata prontamente inoltrata da Confindustria Bergamo e Confindustria Brescia alle centinaia di Comuni delle due Province, dove appare destinata a rimettere in discussione parecchi regolamenti locali sulla Tari. Ma il problema, ovviamente,è nazionale, e nasce dalla estrema variabilità delle decisioni comunali su un tema, quello dei confini della Tari nelle aree produttive, regolato da norme controverse è oggetto di un braccio di ferro ricorrente fra imprese da un lato e aziende di igiene urbana ed enti locali dall'altro. II principio generale vieta di applicare la Tari alle aree che producono rifiuti speciali, che le imprese devono smaltire in proprio certificando poi di aver provveduto. La sua applicazione, però, è complicata dalla possibilità che i Comuni hanno di "assimilare" alcuni rifiuti speciali a quelli urbani, portandoli quindi nel raggio di applicazione del tributo. Perla legge (comma649 dell'ultimaleggedi stabi1 ità,1a t47/aot3),questa assi milazione si deve fermare all'esterno delle aree «produttive di rifiuti speciali in vi continuativa o prevalente» ed è proprio questo criterio a scatenare continue battaglie interpretative fra aziende e amministrazioni locali. II documento con le istruzioni del dipartimento Finanze interviene a risolvere uno di questi casi ma detta indicazioni chiare e destinate ad avere effetti su moltissime situazioni locali. L'azienda in questione si era vista infatti chiedere la Tari sull'intera area dell'impianto, con l'unica eccezione di quella destinata ai macchinari. II ministero non si limita abocciare questa linea ma fissa un principio che esclude dal tributo tutte le aree "asservite" al ciclo produttivo, nelle quali si generano in via continuativa e prevalente rifiuti speciali. NienteTari, quindi, nei «magazzini intermedi di produzione», ma nemmeno in quelli utilizzati per «lo stoccaggio di prodotti finiti», e nemmeno nelle aree scoperte che hanno le stesse caratteristiche. 

 

tratto da "Il Sole 24 Ore" di Gianni Trovati

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