Ocse: "in Italia disoccupazione giovani al top e sussidi bassi"

Ocse: "in Italia disoccupazione giovani al top e sussidi bassi"

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15 settembre 2011

Un mercato del lavoro sempre più duale, che penalizza soprattutto i giovani e un sistema che protegge lavoratori e famiglie meno che negli altri Paesi davanti alle perdita di reddito da lavoro.
E' quello che accade in Italia, come emerge dal Rapporto Ocse sull'Occupazione. La crisi ha avuto un impatto nell'insieme moderato sul mercato del lavoro italiano (2,5 punti percentuali di disoccupazione in piu' da metà 2007 fino al massimo dell'8,5% di inizio 2010), ma ha colpito
duramente i giovani. Al 27,6% nello scorso luglio, il tasso di disoccupazione della fascia di età 15-25 anni è il quarto peggiore nei paesi Ocse dopo Spagna, Grecia e Slovacchia (e si confronta con il 20,3% del 2007). Inoltre il calo rispetto al massimo del 28,9% del 2010 appare dovuto alla
creazione di posti di lavoro con contratti a termine o atipici, mentre i contratti a tempo indeterminato tendono a contrarsi. Questo suggerisce che il mercato del lavoro italiano sta diventando sempre più segmentato - sottolinea l'Ocse - con lavoratori in età matura in impieghi stabili e protetti e molti giovani senz'altro sbocco immediato che posti precari (il 46,7% di quelli occupati nel 2010, secondo i dati Ocse). Il Rapporto suggerisce inoltre che la legislazione restrittiva sui contratti a tempo indeterminato, pur avendo aiutato il Paese a contenere l'impatto della recessione, ora potrebbe scoraggiare le assunzioni, mettendo a rischio la ripresa. Di conseguenza - consiglia l'Ocse - per promuovere una più rapida creazione di posti di lavoro e ridurre il dualismo, si dovrebbe varare un'ampia riforma dei contratti di lavoro. Lo studio mette in
evidenza anche come rispetto ad altri Paesi, in Italia il sistema di trasferimenti svolga un ruolo minore nel proteggere le famiglie dalle conseguenze di una grande contrazione del reddito dal lavoro, a causa del limitato assorbimento degli shock da parte degli ammortizzatori sociali. Ad esempio, se il reddito individuale si contrae del 20% o più su base annuale, in Italia il 68% della riduzione si riflette nella compressione del reddito disponibile della famiglia, contro il 47% della media Ocse. I sussidi di disoccupazione italiani sono in effetti tra i meno generosi dei Paesi Ocse: il tasso di rimpiazzo medio è del 10,6% calcolato su cinque anni (46,7% nel primo anno e poi scende
all'1,6%) ed è il terzultimo tra i 34 Paesi. Solo Turchia e Corea sono più avare e la media Ocse è del 29,9%. Tra l'altro, nel 2007-2008 solo un terzo circa del totale dei disoccupati italiani ha ricevuto sussidi, una delle percentuali più basse dell'Ocse. L'Organizzazione raccomanda
quindi "uno sforzo addizionale" per assicurare un sussidio adeguato a tutti i disoccupati, "anche se condizionato in maniera rigorosa alla disponibilità a lavorare e accompagnato da un adeguato pacchetto di attivazione, nonché implementato in modo da assicurare l'equilibrio di bilancio".

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