Orari e aperture negozi: "serve una soluzione equilibrata"

Orari e aperture negozi: "serve una soluzione equilibrata"

Confcommercio Umbria invoca un accordo frutto del confronto tra le parti in causa e il rispetto delle competenze attribuite in materia alle Regioni. Amoni: "non è la liberalizzazione il vero problema".

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27 luglio 2011

Confcommercio Umbria interviene nel dibattito su quanto stabilito dal decreto per la stabilizzazione della finanza pubblica, che ha introdotto disposizioni "sperimentali" in materia di liberalizzazione delle aperture e degli orari di vendita degli esercizi commerciali nei comuni turistici e nelle città d'arte, consentendo l'apertura sempre, compresi superfestivi, e senza il limite massimo delle 13 ore. E lo fa invocando una soluzione equilibrata, frutto del confronto tra le parti in causa, e il rispetto delle competenze attribuite in materia alle Regioni. "Se da un lato condividiamo - spiega il presidente Aldo Amoni - l'opportunità di favorire al massimo in certe aree le aperture, sia in termini di giorni che di orari, dall'altro però riteniamo che questa possibilità debba essere consentita soltanto laddove ce ne sia davvero la necessità. Inoltre l'articolo 35 del decreto per la stabilizzazione fa riferimento ad una classificazione, quella appunto di città d'arte e comuni turistici, che non solo in Umbria, come in tante altre Regioni, non esiste, ma di cui non sono stabiliti neppure i criteri, e dunque è suscettibile di forzature e abusi". Molto più puntuale e rispondente alle effettive esigenze che la liberalizzazione intende soddisfare - secondo Confcommercio Umbria - è l'attuale classificazione adottata dalla Regione Umbria, che stabilisce la possibilità di deroga alle aperture per i centri storici/acropoli, per la aree a vocazione turistica e i borghi. "E' dunque a livello di competenza regionale - spiega ancora Amoni - che la questione va ricondotta, e in questa sede va attivato un tavolo di confronto in cui valutare l'opportunità di una piena liberalizzazione di aperture e orari in quelle realtà in cui fosse effettivamente motivata da esigenze di servizio alla clientela e di forte vocazione turistica del territorio". Confcommercio Umbria pone peraltro un'altra questione che ritiene prioritaria: "Dissentiamo completamente - spiega Amoni - da chi ritiene che la liberalizzazione degli orari e dei giorni di apertura per gli esercizi commerciali porterà automaticamente ad un incremento dei consumi e dell'occupazione: perché questo accada bisogna incidere sulla domanda, realizzare azioni per la promo-commercializzazione del territorio, rilanciare i flussi turistici. Il vero problema non è quello della liberalizzazione, ma di un aumento del potere d'acquisto e della capacità di attrazione commerciale e turistica dei nostri territori. Altrimenti avremo negozi aperti a tutte le ore, ma vuoti".

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