Un'estate all'insegna della cultura per la Lombardia

Un'estate all'insegna della cultura per la Lombardia

Secondo i dati dell'Osservatorio di Impresa Cultura Italia la spesa media lombarda è stata di 57 euro dall'inizio dell'anno. Presentato il Coordinamento di Cremona.

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1 giugno 2023

Si prospetta un'estate in crescita per i consumi culturali della Lombardia, che si conferma una regione con una grande partecipazione alle attività di cultura locale. È quanto emerge dall'approfondimento regionale sulla Lombardia dell'Osservatorio longitudinale di Impresa Cultura Italia, realizzato in collaborazione con Swg e presentato Palazzo Vidoni, sede di Confcommercio Provincia di Cremona, il 30 maggio scorso. Secondo i dati dell'indagine, sin dall'inizio dell'anno i consumi medi sono stati molto alti, con una media mensile di 56,9 euro, in un contesto generale in forte trasformazione e con fruizioni diverse a seconda delle generazioni.

Consumi culturali

Guardare programmi, film e telefilm in tv, ascoltare la radio e ascoltare musica sono state le attività preferite da oltre l’80% degli intervistati. Mentre, con l’avvicinarsi della stagione estiva, si prevede che nei prossimi tre mesi crescerà del 18% (il dato più alto) la ricerca di eventi e spettacoli all’aperto.

Mentre gli over 55 hanno preferito consumi più ridotti e circoscritti ai media tradizionali (il 90% preferisce guardare programmi, fil e telefilm in televisione), è la fascia 35-54 anni a trainare il settore degli eventi all’aperto e di socialità: in particolare, per i concerti dal vivo e per gli spettacoli all’aperto le preferenze sono rispettivamente del 39% e del 36%. Per quanto riguarda i contenuti televisivi siamo di fronte ad grande cambiamento generazionale nelle modalità di fruizione: il 97% degli over 55 continua a guardare i programmi tv attraverso i canali tradizionali, mentre il 91% dei giovani tra i 18 e i 34 anni preferiscono usare piattaforme web in abbonamento con una visione in streaming.

L'offerta culturale in città

Passando agli eventi, i concerti e le mostre sono quelli seguiti con maggiore frequenza: il 24% degli intervistati ha dichiarato di essere interessato a mostre temporanee mentre vi è un 22% che segue concerti di musica leggera. C’è però anche un’ampia quota di domanda che non riesce ad incontrare l’offerta. Oltre il 60% degli intervistati ha infatti denunciato un’insufficiente presenza di festival scientifici e letterari, rassegne cinematografiche e concerti di musica classica. Per oltre il 50% mancano festival teatrali o di eventi all’aperto, concerti di musica leggera, mentre più del 40% segnala l’assenza di spettacoli teatrali e di mostre temporanee di arte.

La scarsa presenza di un’offerta in linea con gli interessi ha limitato fortemente la partecipazione per un lombardo su tre: per il 19% è stato infatti difficile trovare iniziative di qualità (il 24% nei comuni oltre i 100 mila abitanti), mentre il ben 32% ha lamentato che all’interno della propria zona non ci siano iniziative culturali (il 40% nei comuni fino a 10 mila abitanti).Gli elevati costi hanno inoltre limitato ulteriormente la partecipazione agli eventi, come ha segnalato il 47% degli intervistati.

Weekend culturali

Oltre un lombardo su due è allettato da un fine settimana immersivo per visitare le bellezze culturali delle città della propria regione, un'idea che è apprezzata ancora di più come regalo da fare ad amici e parenti. I più interessati a ricevere in regalo un weekend culturale sono gli under 34, le donne e i residenti nei centri con fino a 10mila abitanti. La città preferita come destinazione dagli over 34 è Mantova, con il 33% delle preferenze della fascia 35-54 anni e il 42% degli over 55, mentre i più giovani preferiscono Milano, con il 35% delle preferenze.

Gli elementi principali che caratterizzano un fine settimana culturale sono:

  • visitare monumenti;
  • scoprire i segreti della città;
  • conoscere la vita, le abitudini e la cultura locale;
  • cenare in ristoranti tipici.

Bergamo e Brescia, le capitali italiane della Cultura

Con la nomina di Bergamo e Brescia come capitali italiane della Cultura 2023, il 54% degli intervistati si è detto interessato a visitare entrambe le città, mentre un lombardi su dieci ci è già stato nel corso di quest'anno. La vicinanza con le due città è sia un freno che un'opportunità di crescita per aumentare le loro visite: mentre il 35% potrebbe non visitare le capitali, perché le conosce già troppo bene, il restante 49%, nonostante ciò, avrebbe invece piacere a ritornarvi.

Per il 28% che non è interessato alle iniziative promosse in occasione della capitale italiana della cultura abbiamo un buon 30% che ha dichiarato di voler approfondire il programma di eventi. Il momento preferito in cui visitare le capitali sarà una breve visita a cavallo del periodo estivo: il 56% andrebbe nelle due città in giornata senza pernottare; il 47% preferirebbe recarvisi in giugno e il 53% a settembre. La stima di spesa individuale all’interno delle due città si aggira intorno ai 115 euro.

Cremona

La città di Cremona, nota soprattutto per le sue specialità gastronomiche, l'architettura e la liuteria, ha attirato ben quattro lombardi su cinque. I tre elementi che secondo gli intervistati rappresentano maggiormente la città sono: il torrone (per il 57%), il violino e la sua manifattura (dal 48%) e il Torrazzo (dal 43%). Cremona si è rivelata una meta potenzialmente interessante, ma le cui bellezze sono ancora tutte da scoprire.

Due su cinque hanno già visitato la città, ma altrettanti sono stati attratti dalla possibilità di scoprirne non solo gli aspetti storici e culinari, ma anche quelli legati alla liuteria e alla cultura musicale, in particolare per visitare il Museo del Violino. Interessante notare che per il 25% dei 18-34enni un motivo per visitare Cremona è stato rappresentato dalla possibilità di poter visitare la Fiera del libro di Primavera.

Nasce Confcommercio Impresa Cultura Cremona

Sempre il 30 maggio scorso, dopo la presentazione dell'Osservatorio, è stata annunciata la nascita di Confcommercio Impresa Cultura provincia di Cremona, coordinamento delle imprese aderenti a Confcommercio del settore creativo e culturale. Alla guida della nuova aggregazione sarà Roberto Codazzi.

Hanno presentato la nuova realtà, il presidente nazionale di Impresa Cultura Italia, Carlo Fontana, e il presidente di Confcommercio Provincia di Cremona, Andrea Badioni. Tra gli obiettivi del nuovo coordinamento quello di promuovere progetti, iniziative ed eventi trasversali in grado di coinvolgere con pari dignità tutti gli attori della filiera della cultura e valorizzarne l’azione e una maggiore sensibilizzazione verso il mondo delle imprese che operano nel settore culturale, attraverso programmi di formazione, organizzazione di convegni ed iniziative.

“Cremona – ha afferma Codazzi – è indubbiamente una città di musica, liuteria, arte, cultura e come tale è rinomata e ammirata nel mondo, con brand come Stradivari e Monteverdi conosciuti nei quattro angoli del pianeta. Tuttavia solo di questo blasone si è tradotta in una vera ricaduta sulla città e sul suo territorio, considerato che anche l'intera provincia vanta eccellenze assolute in campo artistico, da nord a sud. Per questo la nascita di Confcommercio Impresa Cultura provincia di Cremona va salutata con gioia, trattandosi di un organismo che si pone come una piattaforma per intraprendere azioni che favoriscano dialogo e collaborazione tra soggetti e istituzioni che a vario titolo producono cultura e realtà economiche che operano nel settore del commercio, del turismo, dell'accoglienza, della ricettività, con reciproco beneficio".

Per il presidente nazionale di Impresa Cultura Italia-Confcommercio, Carlo Fontana: "La cultura è
fondamentale per l’identità e la crescita del Paese ma anche per quella dei singoli territori: vale a
livello imprenditoriale, sociale e anche associativo. È quindi un’iniziativa di grande lungimiranza
la creazione all’interno di Confcommercio Cremona del secondo coordinamento locale di Impresa
Cultura Italia-Confcommercio, sulla scia di Milano. In una realtà che si contraddistingue per il
patrimonio artistico e culturale, la vocazione musicale e la liuteria, insuperabile e conosciuta in
tutto il mondo. Il coordinamento potrà contribuire a un modello di sviluppo per il territorio che metta al centro le imprese culturali e creative, in un momento in cui il rinnovato bisogno di cultura e di socialità si scontra con il calo di potere d’acquisto delle famiglie e impone interventi immediati. Da tempo, chiediamo di prevedere una forma di detraibilità dei consumi culturali, per incoraggiare ripresa e crescita del settore ed evitare di allargare ulteriormente la forbice tra chi può spendere e spende di più e chi, invece, non può".

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