Clima di fiducia e aspettative delle famiglie italiane 2022 (Sintesi per la stampa Outlook Italia Censis)

Clima di fiducia e aspettative delle famiglie italiane 2022 (Sintesi per la stampa Outlook Italia Censis)

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27 aprile 2022

Dopo lo shock del 2020 e l’inizio di un ritorno alla normalità registrato nel 2021, il clima di fiducia e le attese delle famiglie sul futuro si sta ristabilendo anche se solo parzialmente: infatti il 26% delle famiglie si aspetta una riduzione del proprio reddito, il 24% prevede di ridurre i consumi e il 47,6% ridurrà i risparmi. Quest’ultimo dato, molto elevato e non compensato da una percentuale altrettanto alta di famiglie che prevede di aumentare i consumi, è un chiaro indicatore che la situazione rimane ancora problematica.

Tra le cause che limitano i consumi delle famiglie, al di là dei livelli di reddito, il 54,8% delle famiglie indica alcuni fattori di contesto, in particolare: l’aumento del costo dell’energia, la paura di dover sopportare imminenti spese impreviste, l’incertezza sul futuro causata dai grandi eventi internazionali, come una possibile recrudescenza della pandemia e la guerra in corso in Ucraina.

Nelle intenzioni di spesa per il 2022, tuttavia, le famiglie prevedono di effettuare l’acquisto di alcuni beni durevoli grazie anche agli incentivi statali, in particolare: ristrutturazione abitazione (29,3%), mobili e arredamento (21,8%), autovetture (16,9%), biciclette (13%), abitazione (7,6%), moto o scooter (6,4%).

Sul versante occupazione, la maggior parte delle famiglie non teme particolari rischi (51,9%), c’è però un 15,8% che si ritiene seriamente preoccupato, quota che risulta più che raddoppiata arrivando fino al 39,4% per le classi di reddito più basse.

Tra le principali preoccupazioni sul futuro a breve, il 33,4% delle famiglie indica la crisi energetica con il connesso aumento di bollette e carburanti, il 26% il surriscaldamento globale e quasi il 21% l’aumento dell’inflazione.

Ulteriori preoccupazioni, infine, vengono dal conflitto in corso in Ucraina: il 27% delle famiglie teme un coinvolgimento di altre nazioni, il 26,6% ritiene che possa trasformarsi in una guerra mondiale anche con l’uso di armi nucleari, il 23,4% è preoccupato per le ripercussioni economiche sull’economia del nostro Paese, il 16,9% teme il taglio delle forniture di gas da parte della Russia con le conseguenti difficoltà nei settori produttivi, il 6,1% infine si dichiara preoccupato per l’impatto economico dell’emergenza umanitaria determinata da milioni di profughi ucraini in arrivo in Europa.

 

Questi, in sintesi, i principali risultati che emergono dal rapporto “Outlook Italia - Clima di fiducia e aspettative delle famiglie italiane 2022” realizzato da Confcommercio in collaborazione con il Censis (qui il testo integrale).

I dati che seguono si riferiscono allo scenario che le famiglie prefigurano a partire dalla drammatica condizione di incertezza, quando non di concreta difficoltà, che stanno sperimentando nella fase attuale (primi mesi del 2022). Le previsioni sull’andamento dei redditi, consumi e risparmi nel corso del 2022 ne sono la cartina di tornasole (fig. 1).

Circa 2/3 delle famiglie prevedono che i redditi non varieranno mentre poco meno della metà che saranno i consumi (47,9%) o i risparmi (43,3%) a rimanere uguali all’anno precedente. Per ciò che concerne invece le famiglie che prevedono cambiamenti, si segnalano le seguenti tendenze:

  • innanzitutto il 26% delle famiglie ritiene che il loro reddito peggiorerà e solo il 9,6% ne prevede un aumento;
  • in maniera opposta si muovono invece le percentuali relative alle previsioni di consumo: aumenterà per il 28,1% delle famiglie e diminuirà per il 24%;
  • a corollario di ciò, risulta decisamente elevata la quota di famiglie che prevede di interrompere o ridimensionare la dinamica del risparmio (47,6%).


Fig. 1 - Previsioni sull'andamento di redditi, consumi e risparmi delle famiglie nella seconda parte del 2022 (val. %)

grafico 1Fonte: Outlook Italia Confcommercio-Censis, 2022


Il clima di fiducia delle famiglie verso il proprio futuro immediato si sta, almeno parzialmente, ristabilendo dopo lo shock rilevato nel 2020 e l’inizio di ritorno alla normalità registrato nel 2021.

Però, l’alta quota di famiglie che prevede di diminuire i risparmi, non compensata da una quota altrettanto alta di famiglie che prevede di aumentare i consumi, sono i chiari indicatori di una situazione che rimane ancora problematica.

Per quanto concerne le previsioni di acquisto per la seconda metà dell’anno in corso, due sono i fenomeni che meritano attenzione (fig. 2): da un lato, si registra un significativo recupero di intenzionalità che, per molte tipologie di beni, uguaglia quella manifestata nell’anno pre-pandemico (2019). Dall’altro c’è un aumento significativo nelle previsioni di spesa per ristrutturazioni edilizie, di acquisto di seconda casa e di acquisto di auto e moto. Non è certamente casuale che sia per le ristrutturazioni che per il settore auto siano attivi o comunque previsti dei forti incentivi attraverso il Superbonus 110%, il bonus ristrutturazione, il bonus mobili, il bonus verde e gli incentivi di acquisto di auto e moto elettriche o basso emissive.

Si ridimensiona, invece, l’interesse per i prodotti tecnologici (27,7%) dopo l’aumento significativo dovuto al ricorso emergenziale della Didattica a Distanza e dello Smartworking che hanno nel 2021 ha portato le famiglie italiane a dotarsi di molti nuovi strumenti informatici.


Fig. 2 - Previsioni familiari di acquisto di determinati beni durevoli nel corso dell’anno (confronto dati 2019-2022 ) (val. %)

grafico 2Fonte: Outlook Italia Confcommercio-Censis, 2019, 2020, 2021, 2022


Sempre sul fronte delle attese e delle previsioni, il 15,8% delle famiglie denuncia un rischio-occupazione grave dei principali percettori di reddito (nella rilevazione del 2021 questo dato si attestava al 12,4%), dato che, analizzato per condizione socio-economica, sale al 17,4% per le famiglie di status medio-basso e addirittura al 39,4% per quelle di status basso (fig. 3).


Fig. 3 - Opinioni sul rischio-occupazione del principale percettore di reddito della famiglia (val. %)

grafico 3Fonte: Outlook Italia Confcommercio-Censis, 2022


Guardando sempre al futuro sono vari i fattori che preoccupano le famiglie italiane (fig. 4): al primo posto, per oltre un terzo delle famiglie, c’è la crisi energetica con il conseguente aumento delle bollette e dei carburanti che nel breve e medio termine ha effetti molto consistenti sulla capacità di spesa e di risparmio; segue (25,9%) il riscaldamento globale e i suoi effetti planetari, un problema che sta diventando sempre più cogente e che, anche se con impatti sul medio e lungo termine, denota come la consapevolezza dell’importanza delle tematiche ambientali si stia diffondendo tra la popolazione; la terza preoccupazione indicata dalle famiglie italiane (20,6%) è strettamente collegata alla prima e in generale alla situazione di incertezza generale ed è l’inflazione che è tornata a crescere significativamente dopo molti anni con valori vicini allo zero. Circa una famiglia su cinque ha infatti paura che la crescita dell’inflazione riesca ad erodere il potere di acquisto anche vista la tendenza generale di mancata crescita delle retribuzioni.


Fig. 4 – Principale preoccupazione per il futuro familiare e personale (val. %)

grafico 4Fonte: Outlook Italia Confcommercio-Censis, 2022


Per poco meno della metà delle famiglie (45,2%) i consumi sono influenzati direttamente soltanto dalla situazione reddituale attuale (fig. 5). Per la restante quota (54,8%), però, vi sono dei fattori di contesto generale che stanno determinando una maggiore moderazione dei consumi familiari: l’elemento principale è sicuramente l’aumento del costo dell’energia che è indicato dal 20,5% delle famiglie. Subito dopo (15,2%) la paura di dover sopportare imminenti spese impreviste a far diminuire la propensione al consumo e a far aumentare quella al risparmio, mentre il 12,6% delle famiglie indica la costante incertezza sul futuro causata dai grandi eventi internazionali (come una possibile recrudescenza della pandemia e la guerra in corso in Ucraina). Infine, come ultimo fattore (6,5%), la paura di perdere o ridurre le fonti di reddito familiare.


Fig. 5 – Presenza di elementi di contesto generale che stanno determinando una maggiore moderazione dei consumi familiari (val. %)

grafico 5Fonte: Outlook Italia Confcommercio-Censis, 2022


Volgendo lo sguardo verso il conflitto in corso in Ucraina, poco più di un quarto delle famiglie (27%) teme un’ulteriore escalation del conflitto con il coinvolgimento attivo di altre nazioni oltre Russia e Ucraina (fig. 6). Una percentuale simile (26,6%) ha paura che l’espansione del conflitto, coinvolgendo direttamente uno dei paesi della NATO, possa trasformarsi in una guerra mondiale in cui possano essere utilizzate persino le armi nucleari.

Di poco inferiore la porzione di famiglie che indicano come principale preoccupazione le ripercussioni economiche che il conflitto avrà sull’economia del nostro Paese (23,4%).

Uno degli effetti possibili e temuti è il taglio delle forniture di gas da parte della Russia come risposta alle crescenti sanzioni e al supporto delle nazioni europee allo sforzo bellico ucraino. Per il 16,9% delle famiglie questo è il principale problema. Un taglio netto delle forniture di gas metterebbe in difficoltà tutti i settori produttivi imponendo razionamenti e chiusure.

L’impatto economico che avrà l’emergenza umanitaria determinata da milioni di profughi ucraini in arrivo in Europa è indicata da una quota esigua (6,1%).


Fig. 6 – Principale preoccupazione riguardo il conflitto in corso in Ucraina (val. %)

grafico 6Fonte: Outlook Italia Confcommercio-Censis, 2022

 

Nota metodologica: L’indagine è stata effettuata su un campione di 1.000 famiglie stratificate per macro-area di residenza, per ampiezza demografica del comune di residenza, per età del capofamiglia e tipologia familiare. Le interviste sono state dal 23 al 31 marzo 2022 attraverso la somministrazione di un questionario a risposte chiuse con tecnica mista CATI (75%) e CAWI (25%).

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