Pensioni: la Ue conferma i 65 anni per le donne

Pensioni: la Ue conferma i 65 anni per le donne

La vicepresidente della Commissione europea, Viviane Reding, conferma al ministro Sacconi che non cambia la posizione dell'Unione sul processo di equiparazione dell'età pensionabile tra uomini e donne del pubblico impiego.

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7 giugno 2010
Non è cambiata la posizione dell’Unione europea sul processo di equiparazione dell’età pensionabile tra uomini e donne del pub

Non è cambiata la posizione dell’Unione europea sul processo di equiparazione dell’età pensionabile tra uomini e donne del pubblico impiego: le donne devono lasciare il lavoro a 65 anni, come i colleghi uomini, nel 2012. Lo ha ribadito la vicepresidente della Commissione europea, Viviane Reding, al ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, con cui ha avuto un incontro in Lussemburgo a margine del Consiglio dei ministri Ue del Welfare.

“Il cambiamento nella legislazione italiana - ha spiegato il portavoce della commissaria Ue - potrebbe essere combinato con le misure di consolidamento di bilancio. La commissaria Reding nel corso dell’incontro ha insistito su un periodo di transizione molto breve, con la nuova legge che dovrà essere applicata entro il 2012. La commissaria comprende che l’Italia ha delle difficoltà, ma deve rispettare la sentenza della Corte.

Le norme messe a punto dal governo italiano e rigettate dalla Commissione europea prevedevano di portare l’età pensionabile delle dipendenti pubbliche da 60 a 65 anni entro il 2018. In questi ultimi giorni si stava lavorando ad un compromesso che riduceva il periodo di transizione portandolo al 2015.

 

 

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