Per i saldi partenza più che positiva

Per i saldi partenza più che positiva

Prime stime di Federmoda sull'andamento delle vendite di fine stagione: crescita media del 5 per cento rispetto allo scorso anno. Borghi: "un po' di ossigeno per i nostri associati dopo un periodo di crisi dei consumi molto forte".

DateFormat

18 gennaio 2010
Inizio saldi più che positivo in tutta Italia: si va dal 3% di Torino, Napoli e Foggia al 7% di Milano, al 10% di Venezia e Ro

Inizio saldi più che positivo in tutta Italia: si va dal 3% di Torino, Napoli e Foggia al 7% di Milano, al 10% di Venezia e Roma per arrivare ad un +20% di Bologna, in media un 5% in più dello scorso anno: sono le prime stime sull’andamento delle vendite di fine stagione effettuate da Federmoda-Confcommercio su un campione di negozi di abbigliamento associati in tutta Italia.

Capispalla, maglioni, camicie, ma anche tanti accessori stanno finendo negli armadi degli italiani che hanno approfittato dei saldi per molti acquisti di abbigliamento, come spiega il presidente diFedermoda-Confcommercio, Renato Borghi: “sicuramente questa partenza dei saldi è molto positiva e speriamo sia portatrice di un po’ di ossigeno per i nostri associati considerato che veniamo da un periodo di crisi dei consumi molto forte in generale, ma che ha prevalentemente penalizzato il nostro settore già in crisi da tempo.

Infatti l’acquisto di moda non è più un acquisto di necessità, ma un acquisto che gratifica la persona e quindi deferibile nel tempo. Sono cambiate anche le abitudini del consumatore che magari non rinuncia ad una breve vacanza,  ma rimanda l’acquisto del capo di abbigliamento avendo gli armadi pieni”. Quanto alla data di effettuazione delle vendite, Borghi ha le idee chiare: “una cosa è certa: io penso che la soluzione per garantire vendite tutto anno sia liberalizzare le vendite promozionali, ma riportare i saldi sicuramente dopo  il 20 gennaio, perché  non è possibile fare i saldi di fine stagione all’inizio della stagione”.

Federmoda sottolinea inoltre come sia arrivato il momento di far sedere intorno ad un tavolo tutti i soggetti della filiera del Sistema Moda Italia per ridiscutere sia sulla politica dei prezzi che sui quantitativi minimi imposti dalle aziende produttrici che, come dice Borghi “ci obbligano ad acquistare intere linee produttive anche se al negoziante ne interessa una sola con il rischio di riempire il magazzino di merce invenduta”.

 

 

 

 

 

 

 

 

Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca