Per il commercio reggiano secondo semestre in linea con il primo

Per il commercio reggiano secondo semestre in linea con il primo

Confcommercio Reggio Emilia ha presentato il settimo numero dell'Osservatorio del commercio e del turismo: vendite a -4,82 per cento contro il -4,85 del gennaio giugno 2008. In calo anche il turismo.

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1 luglio 2009
Per il commercio reggiano secondo semestre in linea con il primo

Confcommercio Reggio Emilia ha presentato il settimo numero dell’Osservatorio del commercio e del turismo reggiano. Con questo numero, che chiude il terzo anno di

rilevazioni, viene aperta una nuova finestra sull’economia provinciale, estendendo lo strumento al comparto alberghiero. Ma vediamo, in sintesi, i risultati dello studio.

Nel commercio al dettaglio, il secondo semestre 2008 si rivela sostanzialmente in linea con il primo. I dati permangono negativi ma si è scongiurato un ulteriore pesante peggioramento, anche se va considerato che il secondo semestre del 2007, col quale i dati si confrontano, era già in recessione. In particolare, la discesa verticale delle vendite che era passata dal +0,89% del primo semestre 2007, al -4,85% del primo semestre 2008, attraverso il -2,76% di fine 2007, si è momentaneamente fermata perché il dato del secondo semestre 2008 rileva un -4,82% rispetto al pari periodo dell’anno precedente, quindi sostanzialmente in linea con il primo.

Anche le presenze nei punti di vendita (scontrini) si mantengono in territorio negativo, ma sostanzialmente senza ulteriori peggioramenti del trend. Nel secondo semestre 2008 cinque macro settori su sette, tra i quali i settori più rappresentativi, denunciano un andamento negativo delle vendite. Si tratta di alimentari e bevande, abbigliamento e calzature, elettrodomestici ed elettronica, beni per la casa, profumi. Crescono, invece, i giocattoli, anche se molto meno che nei semestri precedenti, e i libri, unico settore a mantenere i progressi registrati nei primi sei mesi del 2008.

Pur nella negatività della situazione generale, sembrerebbe aprirsi un piccolo spiraglio di luce, considerando che nella media dei settori la percentuale delle aziende con variazioni

positive è in leggero aumento pur mantenendosi minoritaria.

Quanto al turismo, non sfugge al calo dei consumi: il 60% delle aziende alberghiere intervistate rileva, nel 2008, un calo di fatturato, una situazione si inserisce in un contesto di più lungo periodo. Il fatto che le singole strutture assistano a un calo nel numero di camere e presenze, mentre il sistema nel suo complesso registra una crescita di arrivi e pernottamenti, significa che l’offerta ricettiva del territorio cresce più che proporzionalmente rispetto alla domanda. La conferma viene dall’andamento dei prezzi: nonostante un esteso aumento dei costi generali rilevato da tre aziende su quattro, il 90% delle stesse non ha aumentato le tariffe. Le imprese alberghiere, infatti, sono esposte a una doppia pressione, l’aumento dell’offerta ricettiva del territorio da un lato, le ripercussioni della crisi economica e finanziaria sul turismo dall’altro. Ne deriva un impoverimento della redditività del comparto.

 

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