Piano per il Sud: a rischio 4 miliardi di fondi per la Campania

Piano per il Sud: a rischio 4 miliardi di fondi per la Campania

Federalberghi, Fiavet, Fipe e Faita regionali lanciano un appello al Governo affinché gli aggiustamenti previsti dal piano per il Mezzogiorno possano contenere provvedimenti a favore del rilancio dell'economia turistica campana.

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31 luglio 2009
“Un piano Marshall per il Sud che dimentica il turismo e le infrastrutture turistiche della Campania

“Un piano Marshall per il Sud che dimentica il turismo e le infrastrutture turistiche della Campania. Non c’è traccia di finanziamenti per la delocalizzazione del sistema aeroportuale di Napoli e del pacchetto di interventi previsti dal Fas per la regione Campania a sostegno delle attività turistiche, del miglioramento dei contesti urbani e

dell’occupazione nel settore”. Lo affermano i vertici delle categorie turistiche aderenti a Confcommercio Campania (Federalberghi; Fiavet; Fipe e Faita) che lanciano un appello al Governo affinché gli aggiustamenti previsti dal piano per il Mezzogiorno possano contenere provvedimenti a favore del rilancio dell’economia turistica regionale.

C’è il rischio che vengano tagliate le risorse per iniziative infrastrutturali per il turismo, mentre per la Sicilia c’è stato il totale finanziamento del piano attuativo regionale.  In Campania, infatti, sono in attesa di essere finanziati, tra gli altri, il sistema dei poli culturali e paesaggistici; gli interventi a supporto dell’accessibilità agli aeroporti

campani e i collegamenti stradali verso le località turistiche nelle are interne. Per una cifra totale che supera i 4 miliardi di euro. 

“Non si tratta di alimentare una guerra tra poveri – affermano i vertici delle categorie turistiche della Confcommercio regionale – ma di un evidente sottopotenziamento di misure a favore della Campania, anche se il Governo, sbloccando i fondi Fas, ha avviato una terapia d’urto per rianimare il Mezzogiorno. Nella cabina di regia per coordinare le iniziative, ci dovrà essere attenzione massima per il turismo e il terziario che rappresentano più dell’80 per cento del prodotto interno lordo delle regioni meridionali,

i cui problemi non si risolvono con le terapie ministeriali (aspirine), peraltro inefficaci, finora proposte”.

 

 

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