Più crescita, meno debito: il Governo prepara la "campagna d'autunno"

Più crescita, meno debito: il Governo prepara la "campagna d'autunno"

L'obiettivo è quello di ridurre drasticamente il debito pubblico trovando nel contempo risorse fresche per rilanciare la crescita. Nel menu dismissioni e partecipazioni, mentre si limano le misure del terzo decreto sulla spending review.

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9 agosto 2012

Ridurre drasticamente il debito pubblico trovando allo stesso tempo risorse fresche per rilanciare la crescita o almeno per non deprimere ulteriormente le possibilità di ripresa. Dopo aver preso atto dei dati non confortanti che arrivano dall'economia (Pil -2,5% annuo, produzione -7%) il premier, Mario Monti, studia la 'campagna d'autunno' mettendo a punto i primi interventi da attuare già a settembre. Se ne potrebbe già parlare nel prossimo Cdm, in programma domani. Il menù è quasi completo: si ragiona sulle dismissioni e partecipazioni, mentre si limano le misure del terzo decreto sulla spending review, dopo i tagli già varati per Palazzo Chigi e Tesoro e il decreto convertito
in legge il 7 agosto. Un provvedimento che già contiene misure per facilitare le dismissioni anche
attraverso i fondi costituiti alla Cdp e al Demanio. I conti pubblici - ribadisce da mesi il Governo - sono in sicurezza con un sentiero già tracciato che porterà al pareggio di bilancio già l'anno prossimo. Crescerà anche l'avanzo primario (previsto al 5%) consentendo - nelle intenzioni del Governo - una riduzione automatica del debito. Ma dato il livello elevatissimo (in valore assoluto oltre 1960 miliardi; il 123,4% in rapporto al Pil con i contributi per i fondi salva-Stati e i prestiti ai Paesi in crisi) occorreranno anche misure straordinarie per arrivare almeno alla soglia psicologica del 100%. Anche perché gli accordi europei prevedono una discesa repentina. Fioriscono così le proposte per mettere mano al debito 'monstre'. Proposte alle quali - spiega il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini dopo un incontro con il premier - Mario Monti sta già intensamente lavorando. E anche il segretario del Pdl, Angelino Alfano, spiega dopo aver incontrato il Professore, che la riduzione del debito è la ''priorità dei prossimi mesi''. Serve dunque un'accelerazione anche perché scatteranno le regole europee: calo di un ventesimo l'anno per la parte che eccede il 60% nel rapporto con il Pil con sanzioni per chi sfora. Ultima proposta arrivata sul tavolo del premier e del ministro dell'Economia, Vittorio Grilli è quella messa a punto da Giuliano Amato e Franco Bassanini. Si tratta di un mix di interventi che otterrebbe un calo di 2,5 punti percentuali ogni dodici mesi del debito, e prevede la vendita di immobili, la valorizzazione delle concessioni, la cessione di
partecipazioni quotate (come Enel, Eni, Finmeccanica) e non quotate (a partire da Poste italiane), l'imposizione agli enti previdenziali dei professionisti di aumentare la quota di investimenti in titoli di Stato, la tassazione (una tantum del 25% e a regime del 20%) dei capitali illegalmente tenuti in
Svizzera, incentivi e disincentivi fiscali per allungare le scadenze e alla riduzione del costo medio del debito. Bocciata invece l'idea di una patrimoniale straordinaria: ''depressiva''. La nuova spending review sarebbe ormai pronta: gli ingredienti forti sarebbero il taglio ai finanziamenti dei partiti e dei sindacati, una nuova sforbiciata alla spesa pubblica con l'implementazione del piano Giarda-Patroni Griffi. Resta poi da 'riattivare' la delega fiscale che 'giace' alla Camera: obiettivo tagliare la giungla degli sconti fiscali. Poi la legge di Stabilità 'fotografera'' la situazione e 'certificherà' - si spera - il non aumento dell'Iva.

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