Pmi virtuose ma sempre più "tartassate"

Pmi virtuose ma sempre più "tartassate"

Secondo l'Ufficio Studi di Mediobanca, le medie imprese italiane hanno tenuto di fronte alla crisi ma sono state le più tassate.

DateFormat

9 agosto 2010
Medie imprese più virtuose, che hanno retto meglio la crisi economica, ma che soffrono di una maggiore pressione fiscale

Medie imprese più virtuose, che hanno retto meglio la crisi economica, ma che soffrono di una maggiore pressione fiscale. Questo il risultato che emerge dall’edizione 2010 di “Dati cumulativi di 2025 società italiane” curata dall'Ufficio Studi di Mediobanca. In termini di ricavi, le medie imprese (vale a dire quelle con meno di 330 milioni di euro di fatturato e meno di 500 dipendenti) hanno registrato nel 2009 una flessione leggermente inferiore alla media (-16,3% contro il -16,5% del campione totale dello studio e il -17,2% del manifatturiero). Meglio hanno fatto anche in termini occupazionali: nel 2009 hanno tagliato 1.713 dipendenti, per un calo percentuale inferiore di un punto (-1,7%) rispetto al -2,7% medio, e nel triennio 2007-2009 hanno ridotto il personale dell'1,1%, meno del -2,9% del totale delle 2025 imprese. Anche gli investimenti hanno tenuto: il calo percentuale è stato del 7,8%, a fronte del 20% medio, uniche a non essere scese ai minimi del decennio, con i disinvestimenti pari al 33% in percentuale sui nuovi investimenti. Le medie imprese sono state infine le sole ad avere ridotto i loro debiti complessivi, principalmente per effetto di un progressivo disinvestimento del sistema bancario. La flessione del credito alle società di media dimensione, secondo i dati analizzati nello studio, ha riguardato soprattutto le scadenze a un anno, con un marginale accesso alle risorse a medio-lunga scadenza (rispettivamente 882 milioni di rimborsi a fronte di 81 milioni di nuove erogazioni). I saldi a fine 2009 vedono prevalere i debiti a breve per le medie imprese (64% del totale) e una situazione opposta per le grandi (42% per l'insieme delle private e 19% per le pubbliche). Se a fine 2008 i debiti delle medie imprese verso il sistema bancario costituivano oltre il 98% del debito totale, nel 2009 la percentuale si è ridotta all’89,3%. Sul fronte della tassazione, mentre l'aliquota fiscale media minima risulta essere quella emersa dai bilanci delle società quotate, pari al 25,7%, le medie imprese sono quelle che soffrono di più: nonostante nel 2009 la pressione tributaria sia scesa di 1,2 punti percentuali, il 'tax rate' resta per loro il più alto, pari al 34,8%. La loro penalizzazione è riconducibile essenzialmente al maggior peso dell’Irap (imposta regionale sulle attività produttive), che costituisce un importo pari al 41% dell'Ires (imposta sul reddito delle società) contro un'incidenza del 32% circa registrata dai gruppi maggiori. E la spiegazione risiede nella maggiore quota di valore aggiunto assorbita dai costi di lavoro: è il 63% per le medie imprese, che hanno generalmente lavorazioni più impegnative o altamente qualificate, mentre pesa solo per il 43% sui gruppi maggiori.

Banner grande colonna destra interna

Aggregatore Risorse

ScriptAnalytics

Cerca