Prampolini: "quattro milioni senza il rinnovo. Contratto bloccato dai sindacati, pensano solo a fare scioperi politici"

Prampolini: "quattro milioni senza il rinnovo. Contratto bloccato dai sindacati, pensano solo a fare scioperi politici"

La vicepresidente di Confcommercio alla Stampa: "tante riunioni inutili, noi siamo andati incontro sulla parte economica, loro non discutono quella normativa. Respingono le nostre proposte senza conoscerle, visto che non siamo mai entrati nel merito”.

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30 novembre 2023

«Non siamo che non vogliamo fare il contratto, se non si firma è per l'indisponibilità dei sindacati. Tra l'altro hanno rotto tutti i tavoli contrattuali tra fine ottobre e inizio novembre e poi hanno collocato lo sciopero alla fine di dicembre perdendo due mesi. Se uno vuole davvero chiudere non spreca tutto questo tempo», attacca Donatella Prampolini, vicepresidente di Confcommercio con delega al lavoro. Con lei facciamo il punto sul più importante dei contratti oggi in sospeso.

Quanti lavoratori interessa il vostro contratto?

«Circa 2 milioni e mezzo».

 E per quasi 4 anni li avete lasciati senza rinnovo?

«Non esattamente. Il primo anno avevamo già attivato la commissione per il contratto e poi però è scoppiato il Covid, l'anno seguente c'erano ancora delle difficoltà. Poi nel 2022 a dicembre, proprio perché i tempi si allungavano, abbiamo definito la parte economica arrivando a coprire sino a fine anno. Si è data un'una tantum di 350 euro e si è stabilito un anticipo sui futuri aumenti contrattuali che poi sono partiti ad aprile di quest'anno quando gli addetti hanno iniziato a percepire un aumento di 30 euro».

 E la parte normativa?

«Questa sì che è scaduta. Ma è la parte del contratto su cui sindacati hanno dimostrato di non voler parlare, cosa impensabile per noi. Eravamo stati chiarissimi: al momento di stabilire l'accordo ponte, per andare incontro ai problemi delle famiglie, avevamo detto chiaramente che sarebbe stata la prima ed ultima volta che siglavamo un rinnovo senza toccare la parte normativa, che a nostro parere ha tanti punti da sistemare».

Perché questa richiesta?

 «Se il nostro contratto è applicato in maniera così ampia, interessa quasi il 90% delle aziende e il 90% degli addetti, è perché ha saputo stare al passo coi tempi».

Ma voi, in particolare, cosa volete?

«Non posso entrare nei dettagli, perché oggi qualsiasi cosa diciamo potrebbe essere strumentalizzata. Però ci sono alcuni istituti che non hanno più senso d'esistere, poi c'è il tema dei picchi di attività e della flessibilità, e quello della classificazione, perché ci sono figure professionali che non esistono più che sono ancora previste dal contratto e tante altre nuove che sono fuori e che oggi non sappiamo come inquadrare. Detto questo noi oggi siamo disposti a ragionare su aumenti anche importanti legati all'indice Ipca come chiedono i sindacati, ma non ci può essere una preclusione a discutere su temi che a noi stanno cari».

I sindacati sostengono che volete togliere su quattordicesime, permessi retribuiti, scatti di anzianità...

«Falso, perché non si è mai entrati nel merito. Per cui anche queste ricostruzioni che stanno facendo sono strumentali: loro non sanno cosa vogliamo, perché non ne abbiamo ancora parlato».

Perché secondo lei questo atteggiamento?

«Penso che dietro, mi pare evidente, ci sia una battaglia politica a livello di confederazioni, Cgil e Uil in particolare, che sta condizionando i tavoli. Perché non si possono rompere tutti i tavoli del commercio e del terziario utilizzando motivazioni diverse una dall'altra».

I sindacati che richiesta economica vi avevano fatto?

«Neanche su questo si è entrati nel dettaglio: la trattativa non è mai entrata nel vivo, ci sono stati tanti incontri inutili, in cui ognuno ha ribadito le sue richieste: noi di rivedere la parte normativa, loro negando di volerlo fare. È stato un dialogo tra sordi, ma non da parte nostra. Noi siamo disposti anche oggi a chiuderci in una stanza e fare il rinnovo, se non si firma è perché i sindacati non sono disponibili».

 

 

Paolo Baroni

Dalla Stampa del 30 novembre 2023

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