PRIMO PIANO

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15 novembre 2002
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PRIMO PIANO

 

 

Lo stato del mercato interno per i servizi

 

Globalizzazione, allargamento, terziarizzazione dell’economia sono le sfide che deve fronteggiare oggi l’economia europea. Il Consiglio europeo di Lisbona ha adottato nel 2000 un programma di riforme economiche che mira a fare dell’Unione europea “l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo” entro il 2010. Un elemento chiave di tale programma è la realizzazione di un mercato interno dei servizi. Infatti, a dieci anni dalla presunta attuazione del Mercato interno, sussistono ancora numerosi problemi per la prestazione dei servizi nel Mercato interno e nuovi ne sono stati creati. Le frontiere, percepite come un serio condizionamento alla prestazione e all’uso dei servizi, sono in questo settore molto più numerose del previsto e agiscono da freno sull’economia europea e sulle sue potenzialità di crescita, competitività e creazione di occupazione. La Commissione ha quindi messo a punto una “Strategia per il mercato interno dei servizi” che si articola in due fasi. Una prima fase di identificazione delle barriere alla libera prestazione dei servizi che si è conclusa con la presentazione di una Relazione e una seconda fase in cui, basandosi su quanto emerso dalla relazione, la Commissione dovrebbe presentare delle proposte concrete volte ad eliminare gli ostacoli alla libera prestazione dei servizi a livello transnazionale nei vari Stati membri.

 

I servizi svolgono un ruolo chiave nell’economia e nella vita di ogni cittadino: essi rappresentano il 70% del PNL e dell’occupazione nella maggior parte degli Stati membri e sono alla base delle crescita economica. Le frontiere del mercato interno dei servizi incidono, quindi, non soltanto sulla competitività dei prestatori dei servizi, ma privano, allo stesso tempo, i destinatari dei servizi, vale a dire le imprese e i consumatori dell’UE, dell’accesso a una più ampia gamma di servizi di migliore qualità, più innovativi e meno costosi.

 

 

STRATEGIA PER IL MERCATO INTERNO DEI SERVIZI

(Com – 2000 - 888 definitivo)

 

La strategia per il mercato interno dei servizi riprende i quattro obiettivi principali della Strategia per il Mercato interno europeo:

 

1.      migliorare la qualità della vita dei cittadini;

2.      crescere l’efficienza dei mercati dei prodotti  e dei capitali della Comunità;

3.      migliorare il contesto in cui operano le imprese; e

4.      mettere a frutto le realizzazioni del mercato interno in un mondo in evoluzione.

 

Inoltre la strategia sui servizi si basa su cinque principi cardine:

 

a.   essere comprensiva;

b.   mettere le attività transfrontaliere sullo stesso piano di quelle svolte a livello nazionale;

c.   assicurare sia alle imprese che ai cittadini benefici dalle nuove opportunità offerte;

d.   fare fronte ai cambiamenti,

e.   essere coerente con le altre politiche comunitarie.

 

La strategia prevedeva due fasi di attuazione:

 

-        prima fase: nel 2001 si doveva realizzare uno studio volto ad identificare gli ostacoli alla realizzazione del mercato interno dei servizi;

-        seconda fase: nel 2002 la Commissione avrebbe dovuto presentare proposte legislative concrete per l’eliminazione di queste barriere.

 

In pratica la fase consultiva si è protratta anche nella prima metà del 2002 e quindi la seconda fase è slittata al 2003.

 

 

Pareri delle altre istituzioni sulla “Strategia per il mercato interno dei servizi”

 

Parlamento Europeo

La risoluzione dell’On. Maria Berger (PSE, Austria), approvata in seduta Plenaria del 4 ottobre 2001 dal Parlamento europeo, ritiene che la Commissione europea debba utilizzare il più possibile il principio del mutuo riconoscimento e il principio del paese di origine nell’implementazione del Mercato interno per i servizi soprattutto in prospettiva di un ulteriore sviluppo del servizi on-line, mentre l’armonizzazione delle legislazioni nazionali dovrebbe essere limitata ai casi strettamente necessari.

 

Comitato Economico e Sociale

Il Comitato economico e sociale, nel parere elaborato dal Signor Vever e votato nella Seduta plenaria del novembre 2001, appoggia l’idea della Commissione di proporre l’adozione di un nuovo strumento giuridico orizzontale nella implementazione del mercato interno dei servizi, nonché la conseguente semplificazione della legislazione in materia e l’applicazione del principio del mutuo riconoscimento. Il Comitato, inoltre, sottolinea gli innumerevoli ritardi nel recepimento della normativa comunitaria a livello nazionale e le loro conseguenze negative.

 

 

LA RELAZIONE: LO STATO DEL MERCATO INTERNO DEI SERVIZI

(Com -2002- 441 definitivo)

 

La Relazione costituisce una prima analisi comprensiva delle barriere esistenti nel mercato interno dei servizi a partire dalla presentazione dei “Programmi generali” per la soppressione delle restrizioni alla libertà di stabilimento e la libera prestazione dei servizi nel 1962.

La relazione, data l’interdipendenza delle attività dei diversi servizi, ha carattere orizzontale, piuttosto che settoriale e, di conseguenza, cerca di individuare i problemi che può incontrare un prestatore di servizi in qualunque fase della sua attività transfrontaliera:

 

§       lo stabilimento in un altro Stato membro (fase 1);

§       il trasferimento di personale o l’utilizzo delle proprie attrezzature (fase 2);

§       la promozione dei servizi (fase 3);

§       la distribuzione dei servizi (fase 4);

§       la vendita dei servizi (fase 5);

§       la fase post-vendita (fase 6). 

 

Infatti, ostacoli ad ogni livello possono rendere l’intera attività transfrontaliera meno attrattiva.

 

Barriere per il mercato interno dei servizi

Due categorie generali di problemi sono state identificate:

1.   barriere legali

2.   barriere non legali.

 

In particolare, le barriere legali sono ostacoli derivanti direttamente o indirettamente da requisiti di carattere legislativo, amministrativo o procedurale. Molte delle barriere legislative individuate sono comuni a diversi settori, hanno una natura mutevole e un carattere orizzontale, nonché un’origine comune per diversi settori. In particolare, tre tipologie di problemi a carattere orizzontale possono essere individuati:

 

-        l’applicazione di un unico sistema alla localizzazione e alla fornitura di servizi, quando il Paese di destinazione considera che il fornitore di servizi sia residente sul proprio territorio e sia completamente assoggettato al suo sistema legale attraverso le procedure di stabilimento, autorizzazioni;

-        incertezza legale sulla libertà di stabilimento e la libera prestazione di servizi. La discrezionalità delle autorità locali nella concessione delle licenze è molto elevata;

-        applicazione dello stesso tipo di richieste in diversi ambiti. Alcuni tipi di restrizioni sono comuni ad un vasto numero di settori o attività di servizi, indipendentemente dal servizio fornito. Questo è particolarmente evidente per obbligazioni, quali le autorizzazioni, le dichiarazioni, la registrazione dei lavoratori dipendenti, i divieti o i limiti imposti alle comunicazioni commerciali.

 

Fattori comuni agli ostacoli

Tre fattori possono spiegare l’origine degli ostacoli:

-        la mancanza di fiducia reciproca tra gli Stati membri;

-        la resistenza da parte delle autorità nazionali alla modernizzazione dei propri sistemi legali nazionali;

-        la difesa di interessi economici nazionali.

 

Le barriere non legislative sono legate:

-        alle difficoltà d’accesso all’informazione;

-        alla mancanza di conoscenza della legislazione vigente nello Stato membro e nella mancanza di conoscenza dei proprio diritti da parte delle imprese e dei consumatori riguardo la libera prestazione dei servizi;

-        alle differenze culturali e linguistiche tra gli Stati membri, in particolare per le PMI.

 

L’impatto degli ostacoli

Gli ostacoli alla libera prestazione dei servizi:

 

1.   riducono le potenzialità dei servizi transfrontalieri, generando così costi economici aggiuntivi all’economia;

2.   consistono in costi di stabilimento e/o di natura organizzativa;

3.   determinano una mancanza di crescita e sviluppo dell’economia europea in quanto le risorse finanziarie sono ridotte;

4.   potrebbero determinare una debole credibilità del mercato interno per i servizi. La moltiplicazione delle barriere legali può portare i cittadini e le imprese a ritenere il mercato interno, un’area pericolosa, quindi, per coloro che vogliono operare all’estero, ma non hanno sufficienti mezzi, ci sono solo due soluzioni possibili:

–      trovare una soluzione con le autorità nazionali o con il partner locale anche quando gli ostacoli sono ingiustificati;ù

–      iniziare a pensare in termini di mercato nero o di economia parallela.

 

Le vittime del sistema

Le vittime principali del sistema sono:

-        le PMI che, nonostante la loro dinamicità e la loro capacità innovativa, hanno una dimensione limitata che le espone al gioco delle grandi multinazionali;

-        gli utilizzatori dei servizi che si vedono privati di servizi più efficienti ed a prezzi più competitivi;

-        l’occupazione che non approfitta appieno del potenziale bacino di creazione di posti di lavoro offerto dal settore dei servizi.

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