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21 luglio 2003
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Il Consiglio europeo di Salonicco

- 19 e 20 giugno 2003 -

 

“Per la prima volta nella storia dell’Europa, abbiamo un progetto di Costituzione” ha dichiarato il Presidente del Consiglio europeo, Costas Simitis, a conclusione del semestre di Presidenza greca che ha, inoltre, adottato una serie di decisioni in materia di immigrazione e di asilo politico, di sicurezza, nonché sulle principali priorità politiche alla base degli indirizzi di massima per le politiche economiche e degli orientamenti per l’occupazione.

 

Il PROGETTO DI TRATTATO COSTITUZIONALE, presentato dal Presidente della Convenzione Valéry Giscard d’Estaing, è stato accolto favorevolmente dal Consiglio europeo di Salonicco. Gratitudine è stata espressa al Presidente della Convenzione e ai suoi Vicepresidenti, Giuliano Amato e Jean Luc Dehaene, nonché ai membri e ai membri supplenti della Convenzione per il lavoro compiuto. Tuttavia, alcuni lavori di carattere tecnico, per quanto attiene alla formulazione della parte III, dovranno ancora essere conclusi entro il 15 luglio. Il Consiglio europeo ha deciso che tale progetto rappresenta un buona base su cui cominciare la Conferenza intergovernativa (CIG) ed ha chiesto alla prossima Presidenza italiana di avviare nel corso di luglio, la procedura prevista all’articolo 48 del trattato, affinché la CIG possa essere convocata nell’ottobre 2003. I lavori, a cui gli Stati aderenti parteciperanno pienamente in condizioni di parità rispetto agli attuali Stati membri, dovrebbero terminare il più presto possibile affinché il testo costituzionale sia approvato in tempo utile e sia conosciuto dai cittadini europei prima delle elezioni del Parlamento europeo del giugno 2004. La Costituzione sarà firmata dagli Stati membri dell’Unione allargata, in tempi brevi, successivamente al 1° maggio 2004. Bulgaria, Romania e Turchia parteciperanno in qualità di osservatore a tutte le riunioni della Conferenza.

 

 

IMMIGRAZIONE, FRONTIERE E ASILO

Visto il valore di assoluta priorità politica attribuito alla migrazione, il Consiglio europeo ha richiamato la marcata esigenza di una politica dell’Unione maggiormente strutturata che contempli l’intera gamma delle relazioni con i Paesi terzi, compresa la rapida conclusione di accordi di riammissione con principali paesi terzi d’origine, nonché la promozione di un’ulteriore cooperazione con questi ultimi da considerare come un processo a doppio senso al fine di combattere la migrazione clandestina e di sondare canali di migrazione legale in base a precise condizioni. I mezzi finanziari di cui dispone l’Unione, per il prossimo triennio 2004-2006, dovrebbero essere riesaminati e le prospettive finanziarie successive al 2006 dovrebbero rispecchiare tale priorità politica. I Capi di Stato e di Governo sono pertanto pervenuti alle seguenti conclusioni per quanto riguarda:

 

1.     L’elaborazione di una politica comune in materia di immigrazione clandestina, frontiere esterne, rimpatrio dei clandestini e cooperazione con i paesi terzi.

 

In materia di visti, il Consiglio europeo ha ritenuto necessario che, in seguito allo studio di fattibilità della Commissione europea relativo al Sistema d’Informazione Visti (VIS), siano elaborati quanto prima gli orientamenti riguardanti la pianificazione dello sviluppo del sistema, la base giuridica appropriata che consentirà la sua istituzione e l’impegno dei mezzi finanziari necessari, nel rispetto delle prospettive finanziarie.

 

Nel delicato dossier della gestione delle frontiere esterne, il Consiglio europeo ha sottolineato l’importanza di assicurare la continuità e la coerenza dell’azione comunitaria in materia fissando priorità e definendo un quadro e metodi più strutturati. Il Consiglio ha innanzitutto riconosciuto i progressi compiuti verso la piena attivazione del ramo operativo del Comitato Strategico sull’Immigrazione, le Frontiere e l’Asilo (CSIFA), richiesta dal Consiglio europeo di Siviglia, e ha poi rilevato l’affidamento all’organo comune di esperti delle frontiere esterne dell’attuazione e del coordinamento operativi delle misure contenute nel piano per la gestione delle frontiere esterne, il che comprende il coordinamento ed il controllo dei centri e delle attività operative nonché la preparazione di decisioni strategiche, ai fini di una gestione più efficace ed integrata delle frontiere esterne degli Stati membri dell’Ue. I Capi di Stato e di Governo hanno pertanto invitato la Commissione ad esaminare, sulla base dell’esperienza tratta dalle attività dell’organo comune, la necessità di creare nuovi meccanismi istituzionali, compresa l’eventuale creazione di una struttura operativa della Comunità, al fine di rafforzare la cooperazione operativa per la gestione delle frontiere esterne. Il Consiglio ha inoltre sottolineato l’esigenza di accelerare i lavori concernenti l’adozione, entro la fine del 2003, dello strumento giuridico appropriato volto ad istituire formalmente la rete di collegamento sull’immigrazione nei paesi terzi. La Commissione è altresì invitata a presentare proposte sulla rielaborazione del Manuale comune, compresa l’apposizione di timbri su documenti di viaggio dei cittadini di paesi terzi.

 

Anche se l’attuazione di una politica comune di rimpatrio dei clandestini è di competenza degli Stati membri, il Consiglio europea ha invitato la Commissione europea ad esaminare tutti gli aspetti relativi alla creazione di uno strumento comunitario separato destinato a sostenere, in particolare, le priorità previste dal programma d’azione sul rimpatrio approvato dal Consiglio e a riferirgli in merito entro la fine del 2003.

 

In tema di partenariato con i Paesi terzi, le conclusioni della Presidenza ribadiscono che il dialogo e le azioni dell’Ue nei confronti dei paesi terzi nel settore della migrazione devono iscriversi in un approccio generale e globale, integrato ed equilibrato, che deve essere differenziato tenendo conto della situazione esistente nelle varie regioni ed in ogni singolo paese partner. Viene quindi riconosciuta l’importanza di elaborare un meccanismo di valutazione per controllare le relazioni con i paesi terzi che non collaborano con l’Unione nella lotta all’immigrazione clandestina e, inoltre, sono da considerare di primaria importanza i seguenti elementi:

 

ü     Partecipazione agli strumenti internazionali pertinenti alla materia in questione (es. Convenzioni sui diritti dell’uomo – Ginevra 1951 – sullo status dei rifugiati, modificata dal protocollo di New York nel 1967, ecc…)

ü     Cooperazione  dei  paesi  terzi  nell’ambito  della  riammissione/del  rimpatrio  dei  loro cittadini e di cittadini di paesi terzi,

ü     Sforzi per il controllo delle frontiere e l’intercettazione di clandestini,

ü     Lotta alla tratta di esseri umani, compresa l’adozione di misure legislative e di altro tipo,

ü     Cooperazione nel settore della politica dei visti ed eventuale adattamento dei loro regimi in materia di visti,

ü     Creazione  di  sistemi  di  asilo,  specie  per  quanto  riguarda  l’accesso  ad  una  protezione effettiva e

ü     Sforzi per il rilascio di nuovi documenti ai loro cittadini.

 

La Commissione dovrà riferire annualmente sui risultati del summenzionato controllo della cooperazione dei paesi terzi e a formulare le proposte o raccomandazioni che ritiene opportune.

 

Il Consiglio europeo ha, in seguito allo sviluppo della reciproca fiducia tra gli Stati membri per la promozione dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia, sottolineato che il principio di solidarietà deve essere consolidato e reso più concreto, in particolare in termini di cooperazione operativa rafforzata. Il Consiglio ha pertanto ritenuto che le prospettive finanziarie successive al 2006 debbano riflettere questa priorità politica della Comunità. La Commissione dovrà esaminare, rispettando i principi che disciplinano l’utilizzo delle risorse di bilancio, la possibilità di prevedere appositi fondi per rispondere, durante il periodo 2004-2006, alle esigenze strutturali più pressanti in questo settore e dare una definizione più ampia al concetto di solidarietà che comprenderebbe il sostegno comunitario alla gestione delle frontiere esterne, all’attuazione del programma d’azione sul rimpatrio e allo sviluppo del Sistema d’informazione visti (VIS). Secondo la Commissione, le risorse necessarie ammontano a 140 milioni di €.

 

In materia di Asilo, i Capi di Stato e di Governo hanno ribadito la loro determinazione ad istituire un regime europeo comune, come già chiesto a Tampere e poi a Siviglia. In questo contesto è fondamentale che il Consiglio assicuri l’adozione, entro  la fine del 2003, della  legislazione di base ancora  in sospeso, vale a dire  la proposta di direttiva  del  Consiglio  recante  norme  minime  sull’attribuzione,  a  cittadini  di  paesi  terzi  ed apolidi,  della  qualifica  di  rifugiato  o  di  persona  altrimenti  bisognosa  di  protezione internazionale, nonché norme minime sul contenuto dello status di protezione e la proposta di direttiva del Consiglio recante norme minime per le procedure applicate negli Stati membri al fine del riconoscimento e della revoca dello status di rifugiato. Il  Consiglio  europeo  ha inoltre ribadito  l’importanza  di  creare  all’interno  dell’UE  un  regime  più efficiente  in materia  di  asilo  che  consenta  di  individuare  rapidamente  tutte  le  persone  che necessitano  di  protezione,  nell’ambito  di  movimenti  migratori  di  più  ampia  portata,  e  di sviluppare opportuni programmi dell’UE.

 

2. Lo sviluppo, a livello Ue, di una politica di integrazione dei cittadini di paesi terzi che soggiornano legalmente nel suo territorio

 

Le conclusioni delle Presidenza sottolineano la necessità di elaborare una  politica  globale e pluridimensionale per l'integrazione dei cittadini di paesi terzi che soggiornano legalmente, ed ai  quali dovrebbero essere garantiti diritti e obblighi analoghi a quelli dei cittadini dell'UE. In considerazione del fatto che un'effettiva integrazione contribuisce alla coesione sociale e al benessere economico, tale politica dovrebbe abbracciare fattori quali l'occupazione, la partecipazione economica, l'istruzione e la formazione linguistica, la sanità e i servizi sociali, l'alloggio e le problematiche urbane nonché la cultura e la partecipazione alla vita sociale. Un tale politica di integrazione dovrebbe  contribuire, secondo il Consiglio europeo, nel modo più efficace possibile ad affrontare le nuove sfide demografiche  ed  economiche  che  incombono attualmente sull'UE, tenendo conto delle peculiarità dei vari gruppi bersaglio tra i cittadini di paesi  terzi,  quali  donne,  bambini  e  anziani,  rifugiati  e  persone  che  godono  di  protezione internazionale, per quanto riguarda in particolare la durata, la persistenza e la stabilità del loro soggiorno. Viene pertanto sottolineata l'esigenza  di  ricercare mezzi legali  per  l'ingresso  di  cittadini  di  paesi  terzi  nell'Ue,  in  considerazione  delle  capacità ricettive degli Stati membri, nell'ambito di una cooperazione rafforzata con i paesi di origine che si dimostrerà benefica per ambedue le parti. L'integrazione di cittadini di paesi terzi che soggiornano legalmente è un processo complesso che richiede lo scambio di esperienze, il Consiglio europeo ha messo in risalto  l'importanza  della  cooperazione  e  dello  scambio  di  informazioni  nell'ambito  del  gruppo  di punti  di contatto nazionali in materia di integrazione  recentemente istituito. La Commissione presenterà una relazione annuale sulla migrazione e l'integrazione in Europa, al fine di rilevare dati sulla migrazione a livello di UE e tracciare politiche e prassi in materia. In tale contesto, il  Consiglio  europeo  si  è compiaciuto  dell'istituzione  di  una  rete  europea  in materia di migrazione e esaminerà la possibilità di istituire in futuro una struttura permanente. Il  successo  di  tale  politica  di  integrazione  dipende  dal  coinvolgimento  efficace  di  tutti  gli attori  possibili: gli  organi  competenti  dell'Ue,  le  autorità  nazionali  e  locali,  i sindacati,  le  associazioni  dei  datori  di  lavoro,  le  organizzazioni  non  governative,  le organizzazioni  di  migranti  e  le  organizzazioni  che  perseguono  scopi  culturali,  sociali  e sportivi. 

 

 

ALLARGAMENTO

La firma del trattato di adesione ad Atene il 16 aprile scorso ed i risultati positivi dei referendum svoltisi a Malta, in Slovenia, in Ungheria, in Lituania, nella Repubblica slovacca, in Polonia e nella Repubblica ceca hanno dato ulteriore impulso al processo di ratifica che deve essere completato in tempo utile per consentire l’adesione dei dieci nuovi Stati membri all’Unione il 1° maggio 2004. Gli Stati aderenti sono invitati a perseverare negli sforzi al fine di trovarsi ben preparati ad assumersi gli obblighi dell’acquis comunitario. Vale altresì per Bulgaria e Romania che saranno accolti in qualità di membri nel 2007. Per quanto attiene alla Turchia, il Consiglio si è finora soddisfatto dell’impegno assunto dalla Turchia nel portare avanti il processo di riforme, in particolare nel completare i lavori legislativi ancora in corso entro il fine del 2003. Sforzi significativi dovranno ancora essere compiuti e per sostenere la Turchia, il Consiglio ha di recente adottato un partenariato per l’adesione riveduto in cui sono definite le priorità che essa dovrebbe perseguire, con l’ausilio di un’assistenza finanziaria di preadesione sostanzialmente incrementata. Tale partenariato costituisce la pietra angolare delle relazioni UE-Turchia, in particolare nella prospettiva della decisione che dovrà essere assunta dal Consiglio europeo del dicembre 2004. Per quanto riguarda Cipro, l’Unione sostiene con decisione la prosecuzione della missione di buoni uffici del Segretario Generale dell’ONU (Risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite). Il Consiglio europeo ha rivolto un pressante invito, a tutte le parti interessate, in particolare alla Turchia  ed ai responsabili turco-ciprioti, a sostenere attivamente gli sforzi del Segretario Generale delle Nazioni Unite esortando a riprendere prontamente i colloqui sulla scorta delle sue proposte. I Capi di Stato e di Governo hanno accolto con favore la disponibilità della Commissione ad offrire assistenza per una rapida soluzione nel quadro dell’acquis. Per i Balcani occidentali, il Consiglio europeo ha ribadito la sua determinazione ad appoggiare appieno ed efficacemente la prospettiva europea di tali paesi che diverranno parte integrante dell’Ue una volta soddisfatti i criteri stabiliti.

 

 

SEGUITO DEL CONSIGLIO EUROPEO DELLA PRIMAVERA 2003

Dopo avere richiamato l’attenzione sulle principali politiche alla base degli indirizzi di massima per le politiche economiche e degli orientamenti in materia di occupazione riveduti, ossia:

 

ü     creare  le  migliori  condizioni  economiche  per  promuovere  la  crescita,  in  primo  luogo, fornendo  un  quadro  macroeconomico  orientato  alla  stabilità  che  possa  costituire  una piattaforma  per  l'aumento  della domanda  interna  e  la  creazione  di  posti  di  lavoro  e,  in secondo luogo, intensificando la competitività e il dinamismo mediante investimenti nel capitale umano e fisico e nella R&S, migliorando l'applicazione delle tecnologie all'intera economia  e  lo  sfruttamento  della  ricerca,  realizzando  l'obiettivo  di  mercati  finanziari completamente  integrati  a  livello  di  Unione  europea,  stimolando  l'imprenditorialità  e migliorando il quadro in cui opera l'industria;

ü      riforme che creino posti di lavoro più numerosi e di migliore qualità per promuovere la piena  occupazione,  rendendo  i mercati  del  lavoro  più  efficienti,  adattabili  e  capaci  di integrare  gli  esclusi,  adeguando  il  sistema  fiscale  e  previdenziale  per  rendere conveniente  lavorare,  aumentando  la  partecipazione  al  mercato  del  lavoro conformemente  agli  obiettivi  di  Lisbona,  promuovendo  un  nuovo  equilibrio  tra flessibilità  e  sicurezza,  agevolando  la  mobilità  dei  lavoratori  e  migliorando  e aggiornando le competenze per ottenere una produttività più elevata e posti di lavoro di qualità migliore;

ü     rafforzare  la  sostenibilità delle  finanze  pubbliche  in particolare  riducendo  ulteriormente gli  indici  di  indebitamento pubblici,  riformando  subito  i  sistemi pensionistici e  sanitari, finché è ancora aperta la "finestra di opportunità" a livello demografico, per non lasciare in eredità alle generazioni future un onere gravoso, e aumentando i tassi di occupazione,

 

il Consiglio europeo ha approvato il progetto di indirizzi di massima per le politiche economiche e gli orientamenti in materia di occupazione.

 

Sul fronte della Banca Centrale Europea (BCE), i Capi di Stato e di Governo hanno deciso in merito alla candidtatura di Jean-Claude Trichet alla presidenza della BCE.

 

Sullo stato di attuazione dei vari mandati conferiti dal Consiglio di primavera 2003 in materia dei progressi compiuti dall’agenda di riforma di Lisbona, il Consiglio europeo ha riconosciuto che resta ancora da fare. Esso ha comunque salutato con favore: l'adozione  finale del pacchetto  fiscale e del pacchetto  energia  del  mercato  interno; gli  accordi  raggiunti  sul  miglioramento  della regolamentazione  nella  forma  di  un  accordo  interistituzionale  stipulato  fra  Parlamento europeo, Consiglio e Commissione nonché sul secondo pacchetto ferroviario e sulla decisione che  autorizza  la  Commissione  ad  avviare  negoziati  con  gli  USA  nel  campo  del  trasporto aereo;  sul  riutilizzo  dei  documenti  del  settore  pubblico  e  sulla  costituzione  di  un'Agenzia europea per la sicurezza delle reti e dell'informazione; sui programmi Erasmus Mundus e e-Learning;  sul  programma  "Energia  intelligente  per  l'Europa"  nonché  sulla  decisione  relativa alle RTE nel settore dell'energia; e sulla direttiva sulla responsabilità ambientale; l'accordo sulla limitazione del trasporto di olio combustibile pesante in petroliere monoscafo e  sull'accelerazione  del  calendario  per  il  ritiro  di  dette  petroliere. Il Consiglio  europeo ha espresso  altresì  compiacimento  per  i  progressi  compiuti  nell'attuazione del piano d'azione sui servizi finanziari (fondi pensionistici, prospetti e servizi d'investimento) e  sull'ammodernamento  del  regolamento  n. 1408/71  che  migliora  la  circolazione transfrontaliera dei cittadini UE. Il  Consiglio  europeo, infine, ha preso atto  dell'intenzione  della  Commissione  di  avviare un'iniziativa,  in cooperazione con  la Banca  europea  per  gli  investimenti (BEI), atta a  sostenere  la crescita e l'integrazione, aumentando gli investimenti  globali e il coinvolgimento del  settore privato  nelle  RTE  e  nei  principali  progetti  di  R&S;  in  tale  contesto  ha invitato  la  Presidenza italiana a proseguire i lavori al riguardo.

 

 

RELAZIONI ESTERNE, PESC E PESD

Nell’ambito della strategia per la sicurezza dell’Ue, il Consiglio europeo ha approvato le raccomandazioni formulate dal Segretario generale/Alto rappresentante Javier Solana per una strategia globale nel campo della politica estera e di sicurezza che viene inoltre incaricato di portare avanti i lavori al riguardo, di esaminare ulteriormente le nostre sfide in materia di sicurezza, in stretta cooperazione con gli Stati membri e la Commissione, al fine di sottoporre una strategia per la sicurezza dell’Ue al Consiglio “Affari generali e relazioni esterne” affinché sia adottata dal Consiglio europeo di dicembre.

 

Il Consiglio europea si è compiaciuto dei progressi effettuati nell’ambito della Politica europea in materia di sicurezza e di difesa (PESD), esso ha approvato una dichiarazione sulla non proliferazione delle armi di distruzione di massa ed ha incaricato gli organi competenti del Consiglio di avviare le necessarie azioni per creare, nel corso del 2004, un’agenzia intergovernativa nel settore dello sviluppo della capacità di difesa, della ricerca, dell’acquisizione e degli armamenti.

 

Nel voler rafforzare il suo partenariato con il mondo arabo, l’Ue intende promuovere un dialogo politico più stretto, il pluralismo e le riforme democratiche, lo sviluppo economico e sociale, il dialogo tra le culture, le religioni e le civiltà. Il Consiglio europeo ha riconosciuto che l’adozione dei principi guida tra culture e civiltà agevolerebbe l’istituzione di una fondazione euromediterranea.

 

Sullo stato delle relazioni Ue-Usa, il Consiglio europeo ha espresso il suo convincimento che lo sviluppo delle relazioni transatlantiche su base di parità resta di fondamentale importanza in ogni settore, non solo per ambedue le parti ma anche per la comunità internazionale.

 

Il Consiglio europea ha ribadito l’impegno per l’integrazione dell’ambiente nelle relazioni esterne grazie alla promozione di una diplomazia europea in materia di ambiente e di sviluppo sostenibile e si è rallegrato dell’istituzione di una rete di esperti, sotto l’egida della Presidenza, sull’integrazione ambientale nelle politiche esterne di competenza del Consiglio “Affari generali”.

 

Sul dossier Medio Oriente, il Capi di Stato e di Governo si sono rallegrati della decisione di Israele e dell’Autorità palestinese di accettare la tabella di marcia elaborata dal Quartetto, con la piena partecipazione dell’Ue. Il Consiglio europeo è determinato a far sì che non si perda questa opportunità di pace. Inoltre, l’Unione ha condannato inequivocabilmente il terrorismo e contribuirà alle iniziative volte a tagliare il sostegno ai gruppi terroristici, anche per quanto riguarda le armi e il funzionamento. Sul fronte Iraq, il Consiglio europeo ha confermato che la caduta del Governo di Saddam Hussein ha spianato la via ad un futuro pacifico, sicuro e prospero per il popolo dell’Iraq e si è compiaciuto dell’adozione della risoluzione 1483 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU che mette in evidenza un nuovo spirito di cooperazione nell’ambito della comunità internazionale e attraverso la quale l’Ue è pronta a partecipare alla ricostruzione del paese. Gli sviluppi delle relazioni con l’Iran sono stati oggetto di discussione e il Consiglio europeo si aspetta che l’Iran rispetti il suo impegno in ambito nucleare e ha sottolineato l’esigenza di significativi sviluppi positivi in materia di diritti dell’uomo, incluso il trattamento riservato alle recenti manifestazioni, di terrorismo e di processo di pace in Medio Oriente.

 

Infine, i Capi di Stato e di Governo hanno invitato la Corea del Nord ad astenersi da qualsiasi azione che aggravi le inquietudini per il programma nucleare. Essi hanno, inoltre, sottolineato la loro preoccupazione sulla situazione in Birmania e sulla violazione delle libertà fondamentale a Cuba.

 

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