Primo Piano

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19 marzo 2004
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PRIMO PIANO

 

Programma legislativo e di lavoro della Commissione europea

- 2004 -

 

 

Adesione di dieci nuovi Stati all’Unione europea; Elezioni per il Parlamento europeo; nuovo Esecutivo europeo. Ecco gli avvenimenti significativi su cui la Commissione europea si è dovuta concentrare per delineare il suo Programma legislativo e di lavoro per il 2004. In tali circostanze, l’Esecutivo ha rivisto le iniziative fondamentali presentate, nel marzo 2003, nella sua Strategia politica annuale e le ha ridotte a quanto assolutamente necessario e fattibile per tale periodo.

 

 

Nel 2004, l’Unione europea dovrà raccogliere tre grandi sfide: Definire l’Unione del futuro - Sviluppare un quadro politico stabile - Realizzare lo sviluppo sostenibile.

 

 

In tema di allargamento, la Commissione europea ha individuato tre obiettivi principali. In primo luogo, essa vuole garantire un completamento felice del processo di adesione, compreso il soddisfacimento degli obblighi giuridici dell’Ue e dei nuovi Stati membri sul lato acquis comunitario dal primo giorno dell’adesione. Le priorità saranno pertanto l’attuazione della legislazione, l’estensione dei programmi, degli strumenti e delle procedure esistenti ai nuovi Stati, il consolidamento della capacità amministrativa e lo sviluppo di una strategia di convergenza economica. In secondo luogo, la Commissione proseguirà i negoziati con i rimanenti paesi candidati (Bulgaria e Romania), valuterà inoltre la possibile apertura di negoziati di adesione con la Turchia ed, infine, emetterà un parere sulla domanda di adesione della Croazia. In terzo luogo, l’Esecutivo europeo elaborerà gli orientamenti futuri per l’Unione allargata attraverso il seguito da dare alla Conferenza Intergovernativa sul Trattato costituzionale per l’Unione europea e  la preparazione delle prospettive finanziarie dell’Ue per il periodo successivo al 2006. Essa consoliderà altresì la riforma istituzionale e normativa aggiornando, codificando e semplificando l’acquis comunitario per migliorare la regolamentazione e garantire che siano effettuati tutti i preparativi per l’adesione.

 

 

In materia  di stabilità, due obiettivi sono stati definiti: il primo è la volontà di sviluppare un quadro stabile ed esaustivo con i paesi vicini (Europa orientale, Russia, Balcani e Paesi del Mediterraneo) al fine di creare uno spazio di pace, di stabilità e di prosperità e di evitare soprattutto nuove separazioni all’interno dell’Europa in seguito all’allargamento. La Commissione vuole poi ampliare le politiche interne dell’Ue capace di favorire la stabilità e la sicurezza, consolidando, in modo particolare, i progressi verso la creazione di uno spazio di libertà, di giustizia e di sicurezza (Agenda di Tampere) ed integrare efficacemente tali politiche in un’azione coerente dell’Ue. Sarà pertanto rivolta un’attenzione specifica alla gestione efficace delle frontiere comuni, introducendo un’azione severa contro l’immigrazione clandestina e misure di lotta contro la criminalità ed il terrorismo.

 

 

Per quanto attiene alla crescita sostenibile, priorità di ampio respiro (prosperità, convergenza economica, coesione sociale, protezione dell’ambiente, miglior qualità di vita), l’Esecutivo europeo si è fissato i seguenti obiettivi: appoggiare l’effettiva attuazione degli obiettivi strategici stabiliti per l’Unione allargata; mettere in evidenza un certo numero di azioni concrete che aiuteranno ad ottenere la crescita sostenibile e a migliorare la qualità della vita dei cittadini europei; migliorare il coordinamento delle politiche economiche e di bilancio degli Stati membri, al fine di garantire il corretto funzionamento dell’UEM; ed infine continuare la lotta alla povertà e la promozione della crescita sostenibile in tutto il mondo. In particolare, le iniziative fondamentali ruoteranno intorno a tre elementi principali:

 

 

1. Gli aspetti trasversali della crescita sostenibile

 

La Commissione europea si pone, innanzitutto,  l’obiettivo di accelerare i progressi verso il raggiungimento degli scopi fissati dalla strategia di Lisbona, rivolgendo un’attenzione particolare alla sua revisione e alle misure necessarie a stimolare la crescita, la concorrenzialità e l’occupazione, compreso l’investimento nelle reti e nella conoscenza, in un quadro sostenibile. L’esecutivo vuole, poi, preparare le prossime fasi della Strategia UE per lo sviluppo sostenibile, considerando altresì il riesame della dimensione politica interna ed esterna di tale Strategia (Goteborg 2001), il seguito del vertice mondiale di Johannesburg sullo sviluppo sostenibile, nonché l’attuazione delle iniziative europee sull’acqua e l’energia.

 

2. I contributi settoriali alla crescita sostenibile

 

L’Esecutivo europeo mira innanzitutto all’investimento nelle reti e nella conoscenza. Per tale contributo, sono necessari: lo sviluppo delle reti di trasporti, dell’energia e delle altre infrastrutture a livello europeo – l’attuazione del piano d’azione per aumentare gli investimenti nella ricerca e nello sviluppo (obiettivo del 3% del PIL) – il supporto alle tecnologie innovative sostenibili e a risparmio energetico – il proseguimento dei preparativi per Galileo che permetterà di gestire al meglio il traffico e di monitorare le infrastrutture energetiche – ed, infine, la revisione dell’iniziativa eEurope 2005 per promuovere lo sviluppo e l’utilizzo di un’infrastruttura a banda larga protetta e migliorare la gestione internazionale di Internet. In secondo luogo, la Commissione vuole integrare delle considerazioni relative alla sostenibilità nelle politiche dell’Ue attraverso: la presentazione di una comunicazione sull’uso degli strumenti economici per proteggere l’ambiente – la presentazione di strategie tematiche in materia ambientale (gestione dei suoli, pesticidi, prevenzione dei rifiuti e riciclaggio) nell’ambito del VI Programma per l’ambiente, della strategia comunitaria sul cambiamento climatico e del piano d’azione sull’ambiente e la salute (2004 - 2010) – l’attuazione della seconda parte dell’Agenda per la politica sociale modificata lo scorso giugno 2003.

 

3. La dimensione esterna della crescita sostenibile

 

Oltre all’evidente partecipazione ai negoziati in sede dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, la Commissione vuole iniziare o proseguire le trattative regionali o bilaterali sul commercio con il Mercosur, il Canada, i paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo e i paesi ACP nell’ambito dei negoziati sull’Accordo di partenariato economico regionale. Infine, l’Esecutivo preparerà la revisione intermedia dell’Accordo di Cotonu e  inizierà una riflessione su una sua modifica. Esso preparerà, inoltre, il follow up da dare al nono Fondo europeo di sviluppo.

 

Il 2004 rappresenterà il primo anno di piena attuazione della nuova procedura di valutazione d’impatto. L’obiettivo di tale procedura è quello di migliorare la qualità e la coerenza del processo di elaborazione delle politiche e aumentare la trasparenza e la comunicazione verso i cittadini europei quanto all’impatto previsto della legislazione e delle iniziative in senso ampio adottate dall’Europa. Su base di una valutazione d’impatto preliminare la Commissione decide, nella sua Strategia politica annuale o al più tardi, nel suo Programma legislativo e di lavoro annuale, quali proposte debbano essere sottoposte ad una valutazione d’impatto estesa. Tale valutazione si concentra sulle conseguenze economiche, sociali, ambientali e normative di una proposta. Tale processo comporta inoltre un’analisi della sussidiarietà e delle proporzionalità, nonché la consultazione di soggetti interessati e di esperti del settore secondo le norme fissate dalla Commissione in materia di consultazione. La Commissione europea precisa poi che, per motivi di trasparenza, le valutazioni d’impatto sulle principali proposte nuove saranno rese pubbliche in seguito all’adozione del presente Programma legislativo e di lavoro, mentre le relazioni sulle valutazioni d’impatto estese saranno rese disponibili alle altre istituzioni e al grande pubblico una volta che la Commissione avrà adottato le relative proposte.

 

 

Il 2004 sarà un anno di svolta per un’Unione europea che rappresenterà al 1° maggio 453 milioni di cittadini ai quali essa dovrà garantire buone prospettive di stabilità e di crescita sostenibile.

 

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