Prodotti alimentari: a Padova seminario sull'articolo 62

Prodotti alimentari: a Padova seminario sull'articolo 62

All'incontro organizzato dall'Ascom ha partecipato circa un centinaio di operatori commerciali, preoccupati per le nuove incombenze e le multe esorbitanti.

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12 dicembre 2012

Preoccupati è dir poco. Non solo per le multe esorbitanti (da 516 a 20mila euro), ma soprattutto per l'aggravio burocratico che la nuova norma introduce e che si risolverà, giocoforza, in costi aggiuntivi. Così il seminario organizzato dall'Ascom Confcommercio Padova sull'articolo 62 (la norma che determina le nuove regole per i pagamenti dei prodotti alimentari), ha visto la partecipazione di circa un centinaio di operatori del commercio. Tutti, indistintamente, obbligati a fare i conti con un provvedimento che, seppur nato dalle migliori intenzioni di mettere al riparo la filiera agroalimentare dai pagamenti "sine die", sta rivelandosi una spada di Damocle soprattutto nei confronti delle piccole attività."In un momento in cui la recessione continua a picchiare duro e si registrano ancora forti difficoltà per l'accesso al credito bancario - ha fatto presente Otello Vendramin, segretario generale dell'Ascom Confcommercio di Padova - costringere queste imprese al pagamento entro 30 giorni per le merci deperibili e 60 giorni per tutte le altre, senza possibilità di deroga contrattuale, avrà pesanti e inevitabili conseguenze incidendo sul loro equilibrio finanziario a causa del venir meno di importanti flussi di liquidità e determinando, di fatto, un sostanziale blocco degli investimenti in nuovi punti vendita". Tante le questioni aperte, sulle quali ha cercato di offrire certezze l'avvocato Walter Caizzone, esperto del settore legislazione d'impresa della Confcommercio nazionale. Massima attenzione, da parte dei presenti, si è registrata nei confronti dell'emissione della fattura che presenta non poche "asperità", a cominciare dalla tempistica per cui - caso limite ma concreto - una cesta natalizia, viste le diverse scadenze dei prodotti che la compongono, richiederebbe l'emissione di ben quattro fatture. "Il problema - ha detto Caizzone - è che l'articolo 62 colpisce un po' tutte le tipologie di negozi: dalle fiorerie alla farmacie che vendono latte in polvere e integratori alimentari, ma anche semplicemente chi vende bottigliette di acqua o chi commercia sementi e carni". Non solo dunque gli alimentari e i supermercati, ma anche il negozietto di souvenir che magari vende la bottiglietta di minerale".


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