Professioni Restart! La ripartenza fra opportunità e criticità

Professioni Restart! La ripartenza fra opportunità e criticità

A Roma, il 3 novembre, alle ore 10.00, si è tenuto il convegno di Confcommercio Professioni  "Professioni Restart - La ripartenza fra opportunità e criticità". Con l'occasione è stata presentata una ricerca dell'Ufficio Studi di Confcommercio sull’evoluzione delle professioni non ordinistiche.

Ad aprire i lavori il saluto del Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli.

Leggi l'intervento del Presidente Sangalli al Convegno "Professioni Restart: la ripartenza fra opportunità e criticità"


Gli interventi dell'evento

  • Mariano Bella, Direttore dell’Ufficio Studi Confcommercio;
  • Anna Rita Fioroni, Presidente di Confcommercio Professioni;
  • Gilberto Pichetto Fratin, Viceministro dello Sviluppo Economico;
  • Pasqualino Albi, professore ordinario di Diritto del Lavoro dell’università di Pisa e Consigliere giuridico del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali;
  • Carlo Altomonte, professore di Economia dell’integrazione europea, Università Bocconi e Consigliere economico del Ministro per la Pubblica Amministrazione;
  • Nicola Forte, Dottore Commercialista ed esperto in materia tributaria;
  • Claudio Rorato, Responsabile Scientifico Osservatorio Professionisti e Innovazione Digitale del Politecnico di Milano.

I lavori si chiudono con Andrea Orlando, Ministro del Lavoro e delle politiche sociali (in collegamento da remoto).

Segui l'evento su Twitter: #confcommercioprofessioni #professionirestart


Liberi professionisti: Una sintesi dell'indagine realizzata dall'Ufficio Studi

Non sono iscritti ad ordini professionali, lavorano per il 98,9% nei servizi di mercato, rappresentano il segmento più dinamico dell’occupazione ma anche il più fragile che ha risentito fortemente dell’effetto pandemia: è l’esercito dei 429.000 liberi professionisti che, dal 2008 al 2019, sono cresciuti dell’89%. Per apprezzare queste dinamiche conviene ricordare che nello stesso arco di tempo l'occupazione complessiva del sistema Italia è cresciuta del 1,2%. Un tasso di incremento straordinariamente elevato, confermato anche dal +10% del 2019 rispetto al 2018, a cui però il Covid ha messo sicuramente un freno considerando che, tra liberi professionisti ordinistici e non ordinistici - nel 2019 in totale rappresentavano oltre 1 milione e 400 mila lavoratori - se ne sono persi per strada almeno 40 mila.

Se non riprende questa componente, largamente la più colpita ovunque, come si vede, sarà difficile tornare ai livelli occupazionali pre-crisi: c’è, quindi una simmetria tra dimensione settoriale e per tipologia occupazionale della crisi: meno servizi, meno lavoro indipendente sono questioni da sanare.

Già queste poche evidenze quantitative testimoniano la vitalità di un profilo professionale in grado di creare sempre nuove opportunità di lavoro anche nelle fasi di ripiegamento del ciclo economico. Le professioni non ordinistiche costituiscono, insomma, uno dei principali driver di crescita dell’occupazione, pure in un contesto depresso dall’insufficiente dinamica della produttività totale dei fattori, fenomeno che affligge l’economia italiana da ormai più di due decenni.

Crescono, quindi, di numero ma non crescono i loro redditi: infatti, se il reddito complessivamente generato da queste professioni cresce di oltre il 40% nel periodo 2009-2019, quello pro capite diminuisce di oltre il 25% fermandosi a poco più di 15.900 euro.

Stiamo parlando di professionisti dei seguenti settori:

  • ambiente e sicurezza;
  • amministratori di condominio;
  • wedding planner;
  • professionisti dell’ICT;
  • designer;
  • consulenti aziendali;
  • formatori;
  • professionisti del wellness;
  • optometristi;
  • guide turistiche.

Più della metà della categoria svolge attività scientifiche e tecniche ad elevata specializzazione che tra il 2008 e il 2019 sono cresciute del 71,6%. Tuttavia, a registrare i più forti incrementi nello stesso periodo sono le attività complementari dei servizi alla persona, dall’istruzione +237,7% all’assistenza sociale +139%, al tempo libero +119%.
 

Trade Talk: #ProfessioniRestart, fra opportunità e criticità

Il Trade Talk dedicato all'evento #ProfessioniRestart presenta una panoramica del settore che coinvolge i liberi professionisti non iscritti ad ordini, riportando in sintesi i dati della ricerca realizzata dall'Ufficio Studi Confcommercio.


 


Le proposte di Confcommercio Professioni

Per i professionisti sopra menzionati Confcommercio Professioni chiede, in via prioritaria, l’equo compenso per le prestazioni professionali e, per uscire dall’emergenza della pandemia, la rateizzazione straordinaria del complessivo debito fiscale accumulato, politiche attive mirate per la riqualificazione professionale, un welfare su misura che permetta anche una maggiore conciliazione dei tempi vita-lavoro.

Anna Rita Fioroni, presidente di Confcommercio Professioni commenta:

"Per ripartire dopo la pandemia occorrono innanzitutto politiche su misura per i professionisti che con le loro competenze sono protagonisti dell’attuazione del Pnrr. In particolare, va introdotto l’equo compenso per le prestazioni professionali anche per le professioni non ordinistiche e soprattutto nei confronti della Pubblica amministrazione, vanno previste più consistenti agevolazioni per la transizione 4.0.

Nel breve termine occorre un intervento per la rateizzazione straordinaria del complessivo debito fiscale risultante alla data del 31 dicembre 2021. La pandemia, poi, ha dimostrato che sono necessari ammortizzatori sociali in via strutturale per i lavoratori autonomi professionali con riferimento soprattutto agli iscritti alla gestione separata Inps, e va valutata l’opportunità di rendere meno onerosa l’ISCRO introdotta in via sperimentale.

Inoltre, le politiche attive per la formazione e riqualificazione professionale devono essere rivolte anche al lavoro autonomo professionale. Alla luce del post emergenza è poi fondamentale facilitare l’accesso e la garanzia al credito mentre per il welfare vanno promosse le coperture previdenziali e sanitarie integrative rispetto a quelle offerte dal sistema pubblico e misure per la conciliazione vita-lavoro.


Di seguito i principali risultati che emergono dall’indagine dell'Ufficio Studi di Confcommercio realizzata per Confcommercio Professioni e diffusa stamattina nell’ambito del convegno  "Professioni Restart: la ripartenza fra opportunità e criticità". 

  2008 2019 2019 su 2008
  livello quota % livello quota % var. ass. var. %
occupati totali 23.090 100,0 23.360 100,0 270 1,2
- liberi professionisti 1.156 5,0 1.436 6,1 279 24,2
- - ordinistici 929 4,0 1.007 4,3 78 8,4
- - non ordinistici 227 1,0 429 1,8 202 88,8

Il perimetro di riferimento per i non ordinistici è rappresentato dal numero di soggetti che esercitano abitualmente un’arte o una professione ex art. 50 TUIR, più i «quadri LM» per il regime agevolato, tutti iscritti alla Gestione Separata dell’INPS.

Nei servizi di mercato opera il 98,9% delle professioni non ordinistiche

  2019 var. ass.
su 2018
quota %
2019
2019 su 2008
var. ass. var. %
J: servizi di informazione e comunicazione 26.768 1.843 6,2 4.153 18,4
L: attività immobiliari 12.770 142 3,0 3.350 35,6
M: attività professionali e tecniche 213.574 17.429 49,8 89.138 71,6
N: noleggio, agenzie viaggio, servizi di supporto imprese 22.648 3.618 5,3 10.016 79,3
P: istruzione 25.629 3.229 6,0 18.039 237,7
Q: sanità e assistenza sociale 69.511 4.444 16,2 40.450 139,2
R: attività artistiche, sportive, intrattenimento e divertimento 27.051 3.225 6,3 14.705 119,1
Altre attività dei servizi (K e S) 26.040 3.445 6,1 18.248 234,2
Altre attività (da B a I; non servizi di mercato) 4.795 1.541 1,1 3.540 282,1
totale 428.786 38.916 100,0 201.639 88,8

questi sommano a quasi 398mila, cui aggiungere circa 26mila di altre attività dei servizi per un totale di circa 424mila, che su quasi 429mila fornisce una quota del 98,9%.

Il reddito in termini pro capite (Euro)

  livello 2019 var. % 2019 su 2008
Retribuzioni dei dipendenti 29.205 7,7
Redditi dei professionisti
non regolamentati
15.961 - 25,6
Inflazione di periodo   11,2

 

Leggi la nota sulle professioni non ordinistiche dell'Ufficio Studi nel documento in pdf


Le proposte di Confcommercio Professioni


Politiche attive e sostegno nelle transizioni occupazionali

  • considerata l’esigenza di tutela del reddito per la riduzione-sospensione delle attività lavorative per gli iscritti alla gestione separata Inps, va monitorata la fase sperimentale dell’Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa (ISCRO) al fine di puntare a ridurre la percentuale dell’aliquota di contribuzione aggiuntiva prevista nel passaggio ad una riforma strutturale degli ammortizzatori sociali anche per queste categorie;
  • coinvolgere le associazioni di rappresentanza delle professioni nella definizione dei percorsi di formazione per la parte dell’ISCRO relativa alla riqualificazione professionale;
  • creare nuovi paradigmi per la formazione e l’aggiornamento professionale, anche a distanza, e l’affermazione delle professioni nei percorsi educativi e formativi con gli strumenti dell’alternanza scuola-lavoro, tirocini e apprendistato;
  • garantire la riconoscibilità delle competenze del lavoratore autonomo sul mercato con strumenti idonei e anche attraverso la certificazione di conformità a norma tecniche UNI per le figure professionali;
  • dare attuazione allo sportello del lavoro autonomo professionale, con un ruolo per le Associazioni a livello territoriale, secondo quanto previsto dalla legge 81/2017.

Competenze per competere

  • nell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) dare protagonismo ai professionisti fornendo strumenti idonei per sfruttare le possibilità della tecnologia e del digitale nel nuovo scenario; puntare sulle nuove professioni dei settori emergenti, a partire dalle professioni del digitale fino ai cosiddetti green jobs;
  • monitorare la procedura di iscrizione al portale del reclutamento per la PA a cui possono accedere anche i professionisti per dare competenze fondamentali alla PA nell’attuazione del PNRR, al fine di assicurare trasparenza e aggiornamento costante;
  • investire sul capitale umano attraverso il rafforzamento del sistema scolastico e universitario, post laurea e della formazione continua e manageriale;
  • precisare con un intervento legislativo le modalità di una co-esistenza di certificazioni delle competenze su base volontaria e certificazione pubblica;
  • dare continuità agli investimenti in piattaforme digitali per la formazione a distanza e l’aggiornamento professionale (con attenzione al coinvolgimento delle associazioni).

Consentire ai professionisti di creare “reti”

  • dare attuazione alle “reti pure” tra professionisti;
  • almeno per i professionisti non ordinistici, prevedere una forma di iscrizione che non sia onerosa alle Camere di Commercio, dando rilevanza alle informazioni contenute nelle attestazioni rilasciate dalle associazioni professionali, a garanzia della professionalità nel mercato.

Rafforzare la transizione 4.0 delle professioni

  • rafforzare l’intensità agevolativa del credito d’imposta per le spese in beni strumentali materiali e beni immateriali che hanno determinati requisiti tecnologici necessari per innalzare il livello digitale dei servizi offerti dalle professioni;
  • includere i professionisti tra i beneficiari del credito d’imposta per la formazione 4.0;
  • rifinanziare il voucher per la digitalizzazione delle pmi come la previsione di un sostegno a lavoratori autonomi e PMI per l’acquisto di servizi di consulenza e formazione per la competitività e la ripresa.

Facilitare l’accesso al credito

  • prevedere una proroga della moratoria a prestiti e finanziamenti alla luce del post emergenza;
  • facilitare l’accesso e la garanzia al credito per supportare le esigenze di liquidità di tutti i professionisti lavoratori autonomi con partita IVA, non soltanto dei professionisti ordinistici o associativi.

Previdenza complementare, welfare e qualità della vita

  • prevedere per i lavoratori professionisti iscritti alla Gestione separata INPS una deducibilità dei contributi versati alle forme di sanità integrativa;
  • ricorrere, laddove possibile, agli strumenti bilaterali già esistenti per assicurare ai lavoratori autonomi coperture previdenziali e sanitarie integrative a quelle offerte dal sistema pubblico;
  • riconoscere il diritto alla contribuzione figurativa per i professionisti lavoratori autonomi iscritti alla Gestione separata Inps, in coincidenza di malattie di particolare gravità che comportano lunghe interruzioni dell’attività lavorativa;
  • rafforzare la tutela in caso di maternità delle professioniste lavoratrici autonome, tenendo in considerazione anche la sospensione e la riduzione delle attività economiche a causa della pandemia;
  • includere i lavoratori autonomi in ogni azione di sostegno alla genitorialità (interventi in tema di maternità, asili nido, dopo-scuola, ludoteche, baby-sitting), e con la promozione di misure di welfare e per la conciliazione vita-lavoro;
  • riconoscere la possibilità di sospendere la decorrenza di termini relativi ad adempimenti a carico del professionista in via generale in caso di malattia e infortunio, in quanto essa rappresenta, soprattutto, una forma di garanzia per il cliente nei confronti della Pubblica Amministrazione.

Equo compenso per tutti i professionisti

  • dare piena applicazione al principio dell’equo compenso nei confronti della PA;
  • individuare anche per i professionisti non organizzati in ordini o collegi dei parametri specifici, valorizzando la funzione delle associazioni di rappresentanza e la loro reale qualità rappresentativa, quali imprescindibili strumenti per i professionisti per dare riconoscibilità nel mercato anche alle prestazioni qualificate che essi rendono.

Un fisco per favorire la ripresa dei professionisti

  • attivare una procedura speciale per estendere il periodo di rateizzazione dei tributi sospesi sulla base del corpo di norme emanate per fronteggiare la crisi economica e sanitaria, oltre al complessivo debito fiscale risultante alla data del 31 dicembre 2021, in un arco temporale adeguato;
  • prevedere per i redditi da lavoro (indipendente e dipendente) la riduzione delle attuali aliquote medie ed effettive dell’IRPEF, in particolare per le classi di reddito medio-bassi (ceto medio), anche con l’obiettivo di incentivare l’offerta di lavoro;
  • introdurre un Codice Tributario Unico in modo da rendere il nostro sistema fiscale più semplice, chiaro e trasparente e garantire una maggiore certezza del diritto;
  • risolvere tramite il superamento dell’IRAP l’annosa questione per i lavoratori autonomi della definizione di “autonoma organizzazione”;
  • evitare in ogni caso che gli interventi di riordino delle aliquote IVA previsti dalla Legge Delega di riforma si traducano in inasprimenti della tassazione sui consumi;
  • ripensare il regime forfettario al fine di sostenere la crescita e l’aggregazione dei professionisti;
  • ridurre per chi opta per il regime forfettario il coefficiente di redditività, perché i professionisti sopportano costi maggiori, soprattutto quelli di formazione, rispetto a quelli riconosciuti dal legislatore;
  • nell’ambito della riforma del Catasto, evitare che la procedura finalizzata ad integrare le informazioni sui fabbricati attualmente presenti nel Catasto conduca a determinare nuove rendite catastali e nuovi valori immobiliari con conseguenti inasprimenti della tassazione immobiliare;
  • avviare una riforma dei codici ATECO per garantire che ogni professionista abbia un codice ATECO realmente corrispondente all’attività in concreto svolta.

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