Ruote d’Italia: “le inefficienze burocratiche non ritardino la spendibilità del ferro bonus”
Ruote d’Italia: “le inefficienze burocratiche non ritardino la spendibilità del ferro bonus”
Siamo veramente al paradosso. L’Unione europea, grazie alle pressioni che il Governo italiano su spinta delle federazioni dell’autotrasporto ha effettuato in sede comunitaria, ha riconosciuto la compatibilità degli incentivi pubblici per stimolare il ricorso all’utilizzo del trasporto combinato. Eppure nulla si muove!
La Fai/Conftrasporto in particolare ha riconosciuto questo risultato alla determinazione del ministro dei trasporti. Ora i provvedimenti vanno attuati. Così come non va dimenticato che i bonus sono incentivi previsti (sia per il combinato marittimo che ferroviario) per l’operatore dell’autotrasporto.
Non vorremmo che la mancata emanazione dei decreti attuativi fosse il tentativo di un’azione tendente ad introdurre concetti diversi sui destinatari dell’intervento. Questo tema è stato più volte oggetto del serrato confronto in sede ministeriale da parte delle federazioni componenti l’Unatras. Nessun mutamento potrà, dunque realizzarsi. Sarebbe venir meno ad impegni precisi assunti.
In questo momento storico, in cui i temi ambientali sono all’ordine del giorno e l’intermodalità viene presentata come lo strumento principale per l’abbattimento delle emissioni del trasporto, è davvero difficile comprendere le ragioni di un simile ritardo. È vero, occorre riconoscere che la dotazione del personale burocratico è purtroppo numericamente troppo esigua (questo non aiuta) ma le associazioni interessate hanno più volte dichiarato la propria disponibilità a supportare chi per istituto deve predisporre gli atti esecutivi. L’importante è fare in fretta.
L’insufficienza del personale addetto è un problema di vecchia data che ha un preciso responsabile. Basta riavvolgere il nastro e risalire a chi ha gestito politicamente l’incarico di responsabile dei trasporti per individuare il sostenitore di teorie che hanno prodotto la destrutturazione del personale tecnico del dicastero. È bene coltivare il ricordo anche per non incorrere nell’errore di attribuire responsabilità a chi non ne ha.
Domandiamoci da quanto tempo le federazioni responsabili dell’autotrasporto stanno insistendo sul fronte dell’organizzazione degli uffici territoriali delle motorizzazioni, sulla questione del Brennero e non da ultimo sul tema delle regole per la sicurezza stradale e sociale (tanto per citare qualche esempio). È vero che abbiamo vissuto dei momenti drammatici dovuti alla pandemia prima e alla crisi energetica poi, ma è altrettanto vero che non si può continuare a registrare incidenti gravi sulle strade che vedono coinvolti mezzi pesanti e nel contempo apprendere di iniziative della magistratura o della Guardia di Finanza nei confronti di realtà che attuano (così sembrerebbe ma occorre in ogni caso attendere le risultanze delle indagini) comportamenti di sfruttamento che, oltre a danneggiare le entrate dello Stato, inducono i conducenti a comportamenti non in linea con le norme di sicurezza.
Non dimentichiamoci mai che le regole esistono e vanno applicate. Giusti i cambiamenti ma se si prosegue nella emanazione di normative più stringenti senza prevedere controlli adeguati, i risultati attesi rischiano di non esserci. Fai/Conftrasporto da sempre si batte per il rispetto delle regole e rafforzerà ancor più questa linea nel prossimo futuro. Questi sono alcuni temi su cui vorremmo confrontarci con l’Esecutivo.
Paolo Uggè