Ruote d’Italia: “Si ricomincia e già ripartono i guai”

Ruote d’Italia: “Si ricomincia e già ripartono i guai”

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30 agosto 2023

Non è certo mia intenzione mettervi di malumore, ma la pausa estiva è ormai agli sgoccioli. Ci avviamo dunque a ripristinare la piena operatività, sebbene in queste settimane, grazie all’impegno di nostri collaboratori, la luce negli uffici di FAI-Conftrasporto non si sia mai spenta. La federazione è stata infatti in grado di rispondere a chiunque si sia trovato ad affrontare delle problematiche, viste le numerose criticità che caratterizzano il periodo che stiamo attraversando.

La soluzione ad alcuni problemi, che ci eravamo impegnati a trovare, sono arrivate e taluni interventi economici, non di nostra competenza diretta, sono stati effettuati. Non voglio certo intonare un peana ai collaboratori della nostra struttura, che non hanno fatto mancare mai il loro impegno, ma evidenziare come questa attitudine al lavoro sia la concreta dimostrazione di un senso di appartenenza evidente. Sarebbe importante che questo valore si estendesse a tutte le componenti della federazione.

Intanto la ripresa ci ha reso evidente quanto il tema della permeabilità dell’arco alpino, della funzionalità del sistema portuale e ferroviario sia per il nostro Paese decisivo. Dobbiamo ahimè dire che ancora una volta avevamo visto lungo?  Non servirebbe a molto. L’unica azione da fare è sensibilizzare la gente e la politica su quanto le scelte sbagliate siano prodromo di conseguenze negative.

Riprendo il ritornello che ho avviato già mesi addietro. L’anno prossimo si terranno le elezioni europee e per noi è doveroso coinvolgere e sensibilizzare il più possibile la nostra gente, ribadendo il valore della partecipazione. Non intendo certo attribuire dei meriti alla FAI-Conftrasporto, ma desidero rammentare le forti prese di posizione che, sui temi ambientali, la nostra realtà ha assunto. Intanto un risultato importante - ma non intendo ascriverlo a nostro merito - sono le dimissioni del commissario che è stato ispiratore e nume tutelare della politica ambientalista esasperata di questi anni. L’ambiente va tutelato e difeso ma non a danno di chi ha tanto operato per dare prospettiva alla propria attività.

In questo quadro naturalmente rientrano anche le posizioni assunte sul tema dell’attraversamento delle Alpi. Qui il riferimento ai rapporti con l’Austria è abbastanza evidente. Se qualcuno volesse togliersi la curiosità per avere conferme potrebbe sfogliare i libri del passato per rendersene conto. Si potrà osservare come ed in quale misura la nostra Federazione, su tale aspetto, si sia dedicata a tutelare gli interessi della libertà della circolazione, valore fondante dell’atto costituivo europeo.

Per i più desiderosi di informarsi voglio ricordare come l’inizio della battaglia, derubricata da altri come atto di politica politicante, iniziò quando il governo Amato ed il ministro Bersani accettarono la Convenzione delle Alpi ed in particolare il Protocollo trasporti. Allora, qualcuno ci tacciava di voler fare della politica; era invece la consapevolezza di cosa si sarebbe innescato. Il rischio di ridurre la competitività delle nostre merci, impendendo loro di arrivare sui mercati europei. Oggi, sia per l’atteggiamento inconcludente dei ministri dei trasporti nazionali sia per il disinteresse delle Autorità comunitarie, siamo arrivati al dunque. Purtroppo, nel peggiore dei modi ed in una situazione drammatica, ma il tutto era prevedibile e noi lo avevamo detto.

Dopo tanti ministri chiacchieroni ed inconcludenti, oggi grazie all’impegno dell’attuale ministro Salvini (che ha dato una svolta alla vicenda, coinvolgendo il ministro tedesco) la posizione dell’Austria sarà oggetto di una verifica di compatibilità (non lo è assolutamente) da parte della Commissione europea, che dovrebbe aprire procedura di infrazione contro il governo austriaco. Staremo a vedere con grande attenzione. Oggi ancor di più per il troppo evidente motivo che, per altre ragioni di sicurezza e manutenzione, le merci trasformate o prodotte in Italia faticano a raggiungere i mercati europei.

Questa è una battaglia decisiva per la nostra economia e per le attività di trasporto. Statene certi che non sarà la Fai a fare passi indietro. Ma abbiamo la necessità di sentirci un corpo unico per essere decisivi.

Mi fermo qui perché altri temi, sebbene importanti, verranno affrontati prossimamente.

Intanto auguro un buon rientro a tutti ricordandovi che la “FAI È QUELLA CHE FA”. Noi ci siamo! Buon lavoro.   

 

Paolo Uggè

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