Salario minimo, dal Cnel il primo stop

Salario minimo, dal Cnel il primo stop

La Commissione dell’Informazione ha approvato, con il voto contrario della Cgil e l’astensione della Uil, un documento nel quale si legge che “la povertà lavorativa è il risultato di un processo che va ben oltre il salario”.

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5 ottobre 2023

Nella seduta del 4 ottobre scorso l’Assemblea del Cnel ha illustrato il documento sugli esiti della prima fase istruttoria tecnica sul lavoro povero e il salario minimo, già approvato dalla Commissione dell’Informazione, con il voto contrario della Cgil e l’astensione della Uil. 

Il documento, in nove punti, riporta anche alcuni dati statistici e indica, nella parte finale, "l'urgenza e l'utilità di un piano di azione nazionale, nei termini fatti propri della direttiva europea in materia di salari adeguati". I dati riportati, desunti dall'Istat, indicano che in Italia il salario medio orario è pari a 7,10 euro e quello mediano di 6.85 euro.

Nel testo si evidenzia – ed è il punto focale della questione - che la direttiva europea non impone il salario minimo e che "là dove esiste un robusto ed esteso sistema di contrattazione collettiva non richiede ulteriori verifiche o adempimenti. Da ciò si può evincere che il trattamento retributivo previsto da un contratto collettivo qualificato (cioè sottoscritto da soggetti realmente rappresentativi) sia adeguato". In ogni caso, “nel dibattito pubblico, la povertà lavorativa è spesso collegata a salari insufficienti mentre questa è il risultato di un processo che va ben oltre il salario e che riguarda i tempi di lavoro (ovvero quante ore si lavora abitualmente a settimana e quante settimane si è occupati nel corso di un anno), la composizione familiare (e in particolare quante persone percepiscono un reddito all’interno del nucleo) e l’azione redistributiva dello Stato”.

Salario minimo: Confcommercio, "nel nostro contratto trattamenti superiori a soglia 9 euro"

"Dopo i nostri ripetuti chiarimenti a mezzo comunicati stampa, farò omaggio al presidente Bonomi di una copia del testo del contratto per il Terziario sottoscritto da Confcommercio e dalle più rappresentative Organizzazioni sindacali. Il presidente Bonomi potrà così verificare che questo contratto, il contratto più applicato nel settore, prevede trattamenti economici complessivi superiori alla soglia dei nove euro ed un articolato sistema di tutele e di prestazioni in favore dei lavoratori, a partire dalla previdenza e dall’assistenza sanitaria integrative", così Donatella Prampolini, vicepresidente di Confcommercio con delega al lavoro e alla bilateralità, in risposta alle dichiarazioni del Presidente di Confindustria sul salario minimo nel commercio.

“Confermiamo che, a nostro avviso, la migliore risposta alla questione del salario minimo sta nella valorizzazione 'erga omnes' dei contratti di lavoro stipulati tra chi rappresenta realmente il mondo delle imprese ed il mondo del lavoro. Contratti che meriterebbero, inoltre, misure di detassazione a supporto dei loro rinnovi e del welfare aziendale".

"A proposito di potere d’acquisto dei lavoratori – ha concluso Prampolini - va poi ricordato l’impegno della distribuzione per il contenimento degli aumenti dei generi alimentari e dei beni di prima necessità. Noi stiamo facendo la nostra parte. E chiediamo che anche l’industria la faccia impegnandosi per il contenimento degli incrementi dei listini".

"D'accordo con proposta Bombardieri su Cnel come sede di confronto" 

Commentando la proposta del Segretario generale della UIL, Pierpaolo Bombardieri, di fare del Cnel il luogo di confronto tra le parti sociali sul salario minimo, Prampolini ha sottolineato che "anche per Confcommercio, il CNEL può certamente essere la sede per sviluppare il confronto su questi temi tra le parti sociali”. "C'è l’esigenza - ha detto Prampolini -di affrontare il tema del salario minimo tenendo conto di molte ed importanti questioni, - dalla dinamica della produttività all’incidenza del cuneo fiscale ed al contrasto del dumping contrattuale - e lavorando per la valorizzazione erga omnes della contrattazione di qualità realizzata da chi realmente rappresenta il mondo delle imprese e del lavoro". 

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