Il commercio estero resta "leva di sviluppo"
Il commercio estero resta "leva di sviluppo"
"Il commercio internazionale è ancora una leva di sviluppo". Lo ha affermato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, nel suo intervento all'Assemblea pubblica di Aice sottolineando che l'Associazione italiana commercio estero) "aiuta la Confederazione a capire i cambiamenti dati dalla globalizzazione, a guardare fuori e a capire cosa siamo e cosa vogliamo essere. Ci obbliga e essere una realtà confederale sempre in movimento, che si rigenera". "Dal 2010 a oggi, Aice ha raddoppiato le aziende associate e il 30% trova in Confcommercio un punto di riferimento per il commercio estero. L'Europa – ha aggiunto Sangalli - è il nostro ineludibile termine di confronto economico, culturale e politico: la strada da percorrere è quella del confronto costruttivo". Per questo, il governo italiano "deve fare chiarezza su come un deficit maggiore possa portare più investimenti e come più spesa sociale porti a più occupazione giovanile, perché più investimenti e più occupazione portano una maggiore crescita e sostenibilità del debito pubblico; deve fare chiarezza sulla giusta scelta di bloccare gli aumenti dell'Iva per il 2019, preparandosi a disinnescare quelli previsti per il 2020 e il 2021; deve fare chiarezza sull'esordio della Flat Tax e su come si sostengono investimenti, innovazione e digitalizzazione, perché investimenti, innovazione e digitalizzazione fanno rima con internazionalizzazione che, quando fatta bene, implica più investimenti, più innovazione e più digitalizzazione, un circolo virtuoso in cui Aice è l'anello forte e Confcommercio la sostiene. Insieme continueremo ad andare lontanissimo", assicura Sangalli. "Questo è un momento storico delicato per il futuro dell'Europa, anche in vista delle elezioni europee del prossimo anno", ha quindi affermato Claudio Rotti, presidente di Aice, ricordando che nuovi accordi di libero scambio siglati dall'UE con Paesi terzi contengono parti dedicate allo sviluppo sostenibile, alla tutela dell'ambiente e dei lavoratori, al commercio equo e solidale, alle pmi e alla lotta alla corruzione. In particolare, Riotti auspica che l'accordo con il Giappone possa entrare in vigore a metà del 2019: le imprese europee che esportano risparmieranno 1 miliardo di euro all'anno grazie alla drastica riduzione dei dazi doganali previsti dall'accordo. Per quanto riguarda l'Italia, secondo i dati diffusi da Aice, l'interscambio del nostro Paese con il resto del mondo, nel 2017, ha toccato quota 850 miliardi di euro, con un saldo positivo di 46 miliardi di euro circa e l'export italiano ha registrato un +7,5%. Il 2018, però, ha visto l'inizio della cosiddetta "guerra dei dazi", a cui si aggiungono le incognite della Brexit e del risultato delle elezioni europee. Riotti ha ribadito che Aice è a favore di una "globalizzazione governata attraverso la regolamentazione dei mercati internazionali", che significa commercio libero ma regolamentato in modo chiaro e trasparente, senza cadere nel protezionismo.