Sangalli: "Sbagliato colpire il contante. Rilanciamo gli investimenti"

Sangalli: "Sbagliato colpire il contante. Rilanciamo gli investimenti"

Intervista del presidente di Confcommercio sul Corriere della Sera. "II ricorso ai mezzi elettronici di pagamento si può incentivare col credito d'imposta in favore dei consumatori sugli acquisti di beni e servizi effettuati mediante carte, o introducendo detrazioni e deduzioni fiscali sui pagamenti tracciabili".

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23 settembre 2019

Presidente Sangalli, immagino che la richiesta prioritaria di Confcommercio al nuovo governo sia di bloccare l'aumento dell'Iva.

«Voglio sperare che non sia solo una nostra priorità. Cinquanta e più miliardi di euro di maggiore Iva tra il 2020 e il 2021 si tradurrebbero in effetti economicamente recessivi e fiscalmente regressivi. Perciò accogliamo in positivo la conferma da parte del ministro Gualtieri dell'impegno all'annullamento».

Che impressione le ha fatto il governo alle prime battute?

«ll discorso programmatico tenuto alla Camera dal Presidente Giuseppe Conte ha delineato i contenuti di un'agenda di lavoro ambiziosa, che tiene insieme riforme istituzionali e riforme economiche e sociali».

Ma?

«Ora bisogna però chiarire come, in concreto, verrà tradotto il principio del perseguimento di una politica economica espansiva senza che vengano posti a rischio gli equilibri di finanza pubblica».

Ci sarà presto occasione con la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza e poi con la Legge di bilancio.

«Si, prima si fa meglio è. Al "fermo macchine" dell'economia italiana e ai venti di recessione internazionale bisogna reagire perseguendo con determinazione, nel nostro Paese ed in Europa, riforme che rimettano in moto crescita ed occupazione».

Anche questa è una richiesta ormai consueta...

«Mai abbastanza se Mario Draghi, presidente della Banca Centrale europea (che ha fatto la propria parte) ha dovuto ricordare, ancora una volta, che la sola politica monetaria non è sufficiente e che i governi devono agire efficacemente e tempestivamente».

Quali misure immagina per ristabilire la coesione sociale e territoriale e garantire gli equilibri di finanza pubblica?

«Ora più che mai rilanciare il progetto europeo significa anzitutto ripensare a fondo l'impianto del patto di Stabilità. Ad esempio, scorporando gli investimenti strategici in innovazione, formazione ed infrastrutture dal computo del deficit rilevante ai fini del Patto: il green new deal passa anzitutto da qui. Ma occorre anche completare l'Unione bancaria con una garanzia europea sui depositi e va risolto il nodo di un'equa web tax».

Parliamo di Fisco. Va bene il taglio del cuneo fiscale?

«Certo, se ne gioveranno potere d'acquisto e domanda interna. Ma va affrontato, a vantaggio della competitività e dell'occupazione, anche il capitolo della riduzione delle componenti del cuneo che sono oneri per le imprese».

Rinunciamo ancora a una riforma complessiva dell'Irpef?

«Assolutamente no: il giusto il principio del "pagare tutti per pagare meno" è stato richiamato dal presidente Conte. Così pure resta confermata la necessità del rilancio degli investimenti pubblici e privati in innovazione ed infrastrutture, anche valorizzando le risorse del sistema delle Pmi e del nostro turismo».

È tornato il ministero per l'Innovazione.

«Servirà a cogliere le opportunità della sfida digitale: circa 35 miliardi di euro all'anno per risparmi e recupero di evasione e circa 20 miliardi perla maggiore produttività delle imprese. Purché il piano Impresa 4.o venga reso effettivamente accessibile alle Pmi e al sistema dei servizi».

Dove sono le risorse per questo "libro dei sogni"?

«Il percorso è obbligato: spending review, uso accorto di ogni margine di flessibilità di bilancio negoziato e/o conseguente al miglioramento dello spread ed al minor costo del servizio del debito pubblico, contrasto e recupero di evasione ed elusione».

La tassa sul contante va in questa direzione?

«Al netto delle buone ragioni che la ispirano, sarebbe un errore: colpirebbe i tantissimi che certo non sono evasori e che semplicemente fanno ricorso a moneta legale sotto forma di cartamoneta o di moneta metallica».

Cosa suggerisce?

«II ricorso ai mezzi elettronici di pagamento si può incentivare col credito d'imposta in favore dei consumatori sugli acquisti di beni e servizi effettuati mediante carte, o introducendo detrazioni e deduzioni fiscali sui pagamenti tracciabili. E poi si riducano le commissioni che gravano su consumatori ed imprese per l'utilizzo e l'accettazione delle carte. Anche qui col credito d'imposta. Andrebbero poi sgravati da commissioni i "micropagamenti", e ancora si potrebbero distribuire carte prepagate e Bancomat senza costi per gli ultra 65enni».

Palazzo Chigi ha riaperto il dialogo sociale, partendo con i maggiori sindacati. Lo aspettavate?

«Serviranno scelte impegnative. Proprio per questo, vediamo positivamente la riapertura tra governo e parti sociali di una fase di confronto intenso e strutturato».

Esiste un confronto già aperto sul salario minimo. Come pensa sia meglio risolverlo?

«Con una soluzione fondata sulla valorizzazione della contrattazione collettiva tra chi realmente rappresenta il mondo delle imprese e del lavoro».

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