Sangalli: "un comparto di particolare importanza per l'economia nazionale"

Sangalli: "un comparto di particolare importanza per l'economia nazionale"

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20 novembre 2012

Pubblichiamo qui di seguito l'intervento del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, agli "Stati Generali del Vending"

Cari amici,
è con grande piacere che intervengo a questo importante incontro, cogliendo l'occasione per esprimere stima e riconoscimento per la preziosa attività che Confida, la sua dirigenza, il presidente Pinetti, che ringrazio per il forte senso di appartenenza al nostro sistema, svolgono al servizio degli associati. A testimonianza di una storia che mette in risalto l'importanza del vostro ruolo, quello di essere una componente rilevante e significativa della nostra famiglia.
L'appuntamento di oggi, gli Stati Generali del Vending, è di stimolo per le sfide che ancora ci attendono. Per proseguire in un cammino che richiede, soprattutto, capacità di guardare al futuro con fiducia, di innovare, di rispondere con tempestività ed efficacia alle esigenze e ai bisogni crescenti della società.
In questi anni il settore della distribuzione automatica di alimenti e bevande più di altri è stato capace di offrire soluzioni ai cambiamenti dettati dai nuovi stili di vita, dall'organizzazione del lavoro, dal trascorrere fuori casa molto più tempo rispetto al passato.
Un comparto, dunque, di particolare importanza e rilievo per l'economia nazionale, che in un periodo di crisi profonda del Paese sente il bisogno di ripensare il proprio ruolo, le proprie strategie, la propria crescita.
Bisogno di ripensare il futuro del Vending, puntando sull'innovazione, sulla qualità dei prodotti, sul valore del servizio, su nuove formule distributive.
E tutto ciò racchiude il senso di questa giornata di lavori.
Oggi il ritorno alla crescita appare ancora molto lontano, le previsioni del nostro Ufficio Studi su Pil e consumi fortemente negative per il 2012 (rispettivamente -2,3% e -3,3%) confermano un calo significativo anche per il 2013 (rispettivamente -0,8% e -0,9%).
Il rischio di avvitarci nella spirale tra disciplina fiscale e recessione, che si è fatto più concreto, sta portando al collasso famiglie e imprese.
Occorre, dunque, con la precisione e la profondità di una vera e propria chirurgia ricostruttiva della spesa pubblica, tagliare inefficienze, improduttività e sprechi; avanzare nei processi di dismissione del patrimonio pubblico; ridurre la "tassa della burocrazia"; e naturalmente proseguire nell'azione di contrasto e recupero di evasione ed elusione. Tutto questo perché una pressione fiscale giunta ormai al livello record del 55% circa è un'insostenibile zavorra a carico di investimenti e consumi.
Del resto, gli ultimi dati di settembre sull'andamento negativo anche dell'export la dicono tutta su una crisi che ormai non risparmia nessuna area geografica e nessun settore produttivo del Paese.
Chiediamo, quindi, al Governo un realistico calendario per avviare un processo di riduzione delle tasse. E a questo proposito basterebbe l'attivazione del fondo "taglia-tasse", alimentato dai proventi del recupero di evasione e elusione, come era previsto anche dal disegno di legge delega in materia fiscale, che si trova in avanzata fase di discussione parlamentare. E' questa, infatti, la condizione indispensabile per stimolare e far ripartire la domanda interna che rappresenta l'80% del Pil e che è e rimane il vero tallone d'Achille della nostra economia.
In questo scenario è, inoltre, evidente che la possibilità che dal luglio del 2013 scatti l'aumento dell'aliquota Iva ordinaria dal 21% al 22% sarebbe una doccia gelata che smorzerebbe le già deboli prospettive di ripartenza dell'economia. Infatti, l'ulteriore aggravio dell'aliquota ordinaria - peraltro già aumentata, a settembre del 2011, dal 20% al 21% - colpirebbe, con un ulteriore onere fiscale complessivamente ben superiore ai 4 miliardi di euro, una larghissima fascia di prodotti e servizi, a partire dai carburanti.
Su questo punto non ci riteniamo ancora sconfitti e continueremo a batterci con tutte le nostre forze perché altrimenti crediamo che non ci potrà essere né crescita, né rilancio dei consumi. E' necessario, pertanto, mettere le imprese del terziario, e tutte le imprese, in condizione di essere più competitive e produttive.
Certamente la creazione di opportunità di crescita e di sviluppo per i nostri settori, così come per il Paese, è un compito difficile, ma possibile. In questo senso, migliorare l'efficienza del nostro sistema imprenditoriale e contribuire a restituire competitività all'Italia dipende anche dalle azioni che, come associazioni di categoria, riusciremo a mettere in campo insieme all'Esecutivo, alle Istituzioni, alle Parti sociali e a tutti i soggetti interessati.

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