Sangalli: "un patto per modernizzare economia e società"

Sangalli: "un patto per modernizzare economia e società"

Il presidente di Confcommercio ha chiuso i lavori del Forum di Venezia proponendo un'intesa "per la crescita, l'occupazione e lo sviluppo che contribuisca alla costruzione di un'Italia più ambiziosa e migliore". No alla fine della legislatura.

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18 settembre 2010
Serve “un patto per la crescita, l’occupazione e lo sviluppo” e c’è bisogno di “più convergenza e unità”

Serve “un patto per la crescita, l’occupazione e lo sviluppo” e c’è bisogno di “più convergenza e unità”. Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, lo ha detto chiudendo i lavori del Forum dei giovani imprenditori  che si è tenuto a Venezia.

“Un Patto - ha spiegato - che abbia come obiettivo fondamentale la modernizzazione dell’economia e della società italiane. Un progetto condiviso, che contribuisca alla costruzione di un’Italia più ambiziosa e migliore. Un’Italia, cioè, che cresca di più, che cresca meglio” e “con maggiore coesione sociale e territoriale”. Per questo, ha scandito Sangalli, “l’interruzione anticipata della legislatura non può essere che una soluzione di ultima istanza. Se si rinnoveranno intese programmatiche di maggioranza e se queste intese saranno soprattutto fondate sull’apertura di una fase di straordinario impegno per la maggiore e migliore crescita del Paese, si vada avanti”.

Secondo il presidente di Confcommercio, l’autunno che sta per arrivare sarà per l’economia e per i consumi “sostanzialmente in linea con un 2010 che appare come un anno di difficile transizione dalla recessione al ritorno alla crescita”. L’economia del nostro Paese “crescerà, a consuntivo del 2010, poco meno o poco più dell’1%. Il consuntivo dei consumi delle famiglie - ha sottolineato - potrebbe essere ancora più modesto. La situazione è nota: c’è un incoraggiante dinamismo dell’export manifatturiero, ma la domanda interna langue”. Problemi che, sommati alla disoccupazione, alla produttività stagnante, alla competitività difficile e alla crescita lenta, “sollecitano uno straordinario impegno del Governo, del Parlamento, delle istituzioni tutte, delle forze politiche e sociali”

Il 'patto', ha quindi insistito Sangalli, è necessario: “penso che partire dal riconoscimento di come è oggi effettivamente fatta l’economia reale del nostro Paese sia necessario per individuare soluzioni che consentano a tutte le imprese - piccole, medie e grandi ed in ogni settore - di meglio competere e di crescere” per “riassorbire disoccupazione e per costruire nuova occupazione. Di crescere - ha sostenuto ancora - attraverso robusti incrementi di produttività, anche per rafforzare il reddito dei lavoratori"” Per Sangalli “il patto sociale italiano del nostro tempo deve riconoscere la centralità crescente, il protagonismo crescente di quel 'popolo del fare impresa, che si esprime nell’esperienza di Rete Imprese Italia. E'’una nostra responsabilità, ma pensiamo che sia anche un’opportunità per il Paese”.

Il tempo a disposizione è poco: “c’è anzitutto da riaffermare - sulla base di una rigorosa tutela della legalità e della sicurezza - una salda etica pubblica. Senza di essa, infatti, non vi è crescita robusta, non vi è sviluppo duraturo. Vale per l’intero Paese. Vale particolarmente per il nostro Mezzogiorno. Un Mezzogiorno che, da otto anni consecutivi, cresce meno delle altre aree del Paese, in un’Italia che, tutta insieme, cresce davvero troppo poco”. Il 'patto', ha poi detto Sangalli, dovrà anche farsi carico della “questione generazionale. Della disoccupazione giovanile al 27%. Dei due milioni di giovani che non studiano e che non lavorano”.

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