Sanità: Angem e Anseb contro la delibera della Regione Lazio

Sanità: Angem e Anseb contro la delibera della Regione Lazio

Il provvedimento già operativo emanato dalla Giunta regionale concede alla sanità con morosità nei confronti dei loro fornitori di contrattare una decurtazione del 5 per cento sui pagamenti delle fatture per saldare in tempi certi quanto dovuto.

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7 ottobre 2011

La delibera della Regione Lazio pone a rischio chiusura molte società che operano nel settore della ristorazione collettiva e del servizio sostitutivo della mensa. Il provvedimento già operativo emanato dalla Giunta regionale concede alla sanità con morosità (spesso di oltre un anno) nei confronti dei loro fornitori di contrattare una decurtazione del 5% sui pagamenti delle fatture per saldare in tempi certi quanto dovuto. Immediate le proteste di Angem (gestori mense) e di Anseb (emettitori buoni pasto). Le due associazioni di rappresentanza aderenti a Fipe denunciano un doppio sopruso da parte dell'Ente regionale. "Non solo - sostengono Angem e Anseb - dobbiamo veder ridotta del 5% la somma stabilita da una regolare gara d'appalto, ma dobbiamo anche rinunciare agli interessi di mora che la legge stabilisce essere di 7 punti percentuali sopra il tasso di sconto della Banca centrale europea". In pratica, secondo le due associazioni di Fipe, la rinuncia da parte di chi ha lavorato correttamente rispettando tutte le leggi in termini di corrette prassi igienico-sanitarie, di rispetto dei contratti di lavoro e di trasparenza delle forniture se non vedrà corrisposto il dovuto pagamento rischierà di fallire. Sarà uno dei tanti modi per evitare di contrastare chi agisce ai limiti della legalità. Oltretutto, fanno notare Angem e Anseb, la delibera si applica indistintamente a tutti i fornitori, senza distinguere tra le società ad alta intensità di manodopera (come mense e chi sostituisce questo servizio che assieme rappresentano oltre la metà dei consumi collettivi fuori casa) e altre società che, con una struttura dei costi differente, possono sopportare la decurtazione del 5% e la rinuncia agli interessi di mora. Le due associazioni non escludono di ricorrere in sede comunitaria.

 

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