Sconti alle imprese che formano e assumono

Sconti alle imprese che formano e assumono

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19 settembre 2016

L'azienda che apre le porte agli studenti - attraverso l'alternanza scuola lavoro o i tirocini curriculari - se entro sei mesi dal termine del percorso formativo li assumerà stabilmente, sarà premiata con uno sgravio contributivo. L'ipotesi è allo studio dei tecnici di palazzo Chigi e potrebbe essere introdotta nella prossima legge di bilancio per favorire l'occupazione giovanile e far decollare il sistema di formazione duale, rilanciato dal Jobs act e dalla Buona scuola. Per gli studenti delle scuole superiori oggi l'ingresso in azienda è divenuto obbligatorio a partire dalle terze classi, per almeno 400 ore complessive nel triennio per gli istituti tecnici e professionali, che scendono a 200 ore nei licei. Per gli studenti universitari, invece, l'esperienza on the job è legata ai tirocini curriculari attivati dai singoli atenei a seconda del corso di studio. L'idea del governo è di anticipare strutturalmente la transizione scuola lavoro, incentivando le imprese a stabilizzare i ragazzi, dopo averli testati attraverso la formazione in azienda. La misura avrebbe come destinatari i ragazzi impegnati in tutti i percorsi formativi (coinvolge la scuola, l'università, gli istituti tecnici superiori e la formazione professionale regionale). Sul piatto il governo partirebbe con 100 milioni, ma la dote potrebbe aumentare con i fondi europei, e attingendo anche a Garanzia giovani dopo l'annuncio di venerdì scorso che la commissione Ue ha proposto il rifinanziamento per 2 miliardi a livello europeo per il triennio 2017-2020. «La decontribuzione sui contratti a tempo indeterminato ha funzionato, ma la disoccupazione giovanile è rimasta molto elevata - spiega Marco Leonardi, consigliere economico di palazzo Chigi -di qui la necessità di ricorrere a una misura ad hoc». Insieme ai giovani, si sta studiando anche una decontribuzione mirata per favorire le assunzioni al Sud. Ma resta ancora sul tavolo l'ipotesi di proseguire la decontribuzione sulle nuove assunzioni effettuate nel 2017, per la durata di un solo anno. In questo modo nel 2018, verrebbe a concludersi lo sconto fiscale per le imprese che assumono stabilmente, sostituito dal taglio strutturale del cuneo fiscale. Va ricordato infatti che le assunzioni a tempo indeterminato effettuate nel 2015 sono state incentivate con la decontribuzione totale fino a un massimo di 8.060 euro, perla durata di un triennio (al 31 dicembre 2017). Per le assunzioni stabili effettuate quest'anno lo sgravio contributivo è al 40% fino a 3.250 euro, per una durata biennale (scade sempre i131 dicembre 2017). Il 2017, dunque, rappresenta la deadline per passare a quel taglio permanente del costo del lavoro annunciato dal governo. In vista della legge di bilancio, nel pacchetto lavoro in pole position c'è anche il rafforzamento della tassazione agevolata sui premi di risultato legati alla contrattazione di secondo livello, in funzione di un incremento della produttività. L'ipotesi allo studio è di passare nel 2017 dagli attuali 2mila euro (2.500 in caso di coinvolgimento paritetico dei dipendenti nell'organizzazione del lavoro) a 3-4mila euro di bonus, coinvolgendo così anche i quadri e una fetta della dirigenza non apicale, con l'allargamento del limite di reddito per beneficiare della cedolare secca dagli attuali 5omila euro, a 70-80mila euro lordi annui. La possibile estensione del premio incentivato fino a 3.500 euro con un limite di reddito fino a 7omila euro, costerebbe, secondo le prime stime, poco più di 300 milioni aggiuntivi, rispetto ai 589 milioni già previsti dalla scorsa legge di stabilità. Alzando l'asticella a 4mila euro di bonus e ipotizzando una platea d i beneficiari con redditi fino a 70- 8omila euro, l'esborso in più per l'Erario si aggirerebbe intorno ai 350-370 milioni di euro.

tratto da Il Sole 24 ore di Giorgio Pogliotti e Claudio Tucci

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