Consumi estivi, l'inflazione pesa sulla spesa dei veneti

Consumi estivi, l'inflazione pesa sulla spesa dei veneti

Indagine Confcommercio e Unioncamere Veneto: per il 90% dei cittadini l’aumento del costo della vita limita le spese estive. Bertin: “sarà comunque un’estate positiva”.

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3 luglio 2023

Solo un cittadino veneto su dieci spenderà di più rispetto allo stesso periodo del 2022 in beni, perché il peso dell'inflazione resta molto forte, tanto che quasi per il 90% l’aumento del costo della vita ha un’influenza sulle spese estive. È quanto emerge dalla rilevazione periodica congiunta tra Confcommercio e Unioncamere Veneto sui consumi estivi, realizzata nella prima settimana di giugno su un campione di 600 residenti in Veneto. La maggioranza degli intervistati ha dichiarato che nei prossimi mesi spenderà soprattutto in ristorazione (78,9%), abbigliamento e calzature (75,1%), ma anche per servizi e beni non essenziali come il benessere e la cura della persona (69%), viaggi e vacanze (65,6%), libri (57,3%). La spesa media stimata per categoria oscilla tra un minimo di 100 euro per i libri e un massimo di 877 euro per i viaggi e le vacanze. Al contrario, solo una persona su cinque ha detto di voler spendere in computer, smartphone ed elettronica in generale, anche se la spesa media di questa voce non è propriamente bassa a 414 euro.

Nel confronto con lo stesso periodo del 2022, i veneti spenderanno di più per viaggi e vacanze (19%), ristorazione (12,8%), abbigliamento e calzature (11,2%). Di meno per articoli di lusso (39,8%), computer, smartphone, elettronica in generale (39,2%) e utilità casa (33,6%).

Per quanto riguarda invece i saldi, non dovrebbero dare una grossa spinta ai consumi: solo il 9%, infatti, prevede di spendere di più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, a fronte di un 59% che spenderà più o meno la stessa cifra e di un 31% che sborserà di meno. Interessante, infine, il consolidamento di uninversione di tendenza in atto già da qualche anno: più del 72% degli intervistati dice di voler comprare nei negozi della città, sia del centro storico (33%) che della periferia (67%), e solo il 28% si affida allo shopping on-line.

“Si prevede un’estate positiva. La gente ha voglia di muoversi, di andare in vacanza, fosse anche solo per qualche giorno, ma c’è il desiderio di ‘staccare’ e di stare tra i propri cari e con gli amici. Questo elemento sembra contare di più rispetto che avere l’ultimo modello dello smartphone. Può essere interpretato come l’effetto lungo della fine della pandemia: dopo anni di divieti e restrizioni, questa estate segna la ripartenza piena, peraltro spinta da temperature già pienamente estive. L’altro dato che emerge è che le spese sono orientate a ciò che serve, che è davvero utile: vestiti e calzature. Non mi sorprende vedere che i negozi fisici di vicinato restino i preferiti: il consiglio di una commessa è un valore aggiunto rispetto alla ‘scelta fredda’ in Internet, che pure è la vetrina in più di un esercizio, anch’essa importante in una visione di sistema. La speranza, infine, è che l’inflazione rallenti perché a fronte del sostanziale blocco delle buste paga dei lavoratori, il costo della vita si fa sentire: per adesso non sembra erodere le vacanze, ma l’auspicio è che questo non succeda neppure nei prossimi mesi, a partire dal periodo di Natale", commenta il presidente di Confcommercio Veneto, Patrizio Bertin.

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